Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario di Potenza, i magistrati hanno protestato contro le politiche del governo Meloni sulla giustizia.
POTENZA- Nel distretto giudiziario lucano c’è un «trend di crescita dei reati di violenza di genere, sia tra maggiorenni sia tra minorenni. Ma in particolare atti persecutori e maltrattamenti in famiglia. Ci sono poi i reati “spia”, vale a dire quelli di violenza domestica che sono indice di un malessere che può sfociare in reati più gravi». Lo ha evidenziato sabato 25 gennaio 2025 la presidente facente funzione dalla Corte d’appello di Potenza, Lucia Casale, durante la sua relazione di apertura della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Cerimonia segnata, anche a Potenza, dalla protesta delle toghe per le politiche del governo Meloni sulla giustizia.
Con l’abbandono dell’aula durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario quando ha preso la parola la rappresentante del governo, che il caso ha voluto che fosse l’ex presidente della Corte d’appello lucana Rosa Sinisi, attualmente in servizio al Dipartimento organizzazione giudiziaria del Ministero. Prima portavoce del dissenso è stata proprio Casale, che ha invocato: «il ritorno ad una stagione di reciproco rispetto tra le istituzioni. Ad un clima di dialogo e di reciproca legittimazione, nel perimetro costituzionale della separazione dei poteri dello Stato».
L’APPELLO DI CASALE, PRESIDENTE DELLA CORTE D’APPELLO DI POTENZA CASALE
«La legittimazione reciproca e la leale collaborazione istituzionale sono viatico per riforme processuali consapevoli e condivise tra i protagonisti del sistema giustizia e tra essi c’è l’avvocatura». Ha aggiunto la presidente della Corte. «I provvedimenti giudiziari possono essere criticati, e ciò rientra nel giusto controllo democratico sull’esercizio della giurisdizione, ma diversa è la delegittimazione costante, talora aggressiva, di un’istituzione fondamentale come la magistratura perché in tal modo, anno dopo anno, si determina e si aggrava il vulnus per lo stato di diritto e per le garanzie dei cittadini».
«La giurisdizione è in crisi – ha proseguito Casale -, sempre più stretta nei vorticosi cambiamenti sociali ed economici (a cui gli strumenti e le risorse del diritto e degli uffici giudiziari fanno fatica ad adeguarsi), i diritti sociali fondamentali sono in crisi (sanità, istruzione, lavoro, giustizia stessa) ma di fronte a tali scenari e prospettive la soluzione non può essere quella di indebolire la magistratura o il singolo magistrato».
ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO DEL DISTRETTO DI POTENZA TRA I PROBLEMI EVIDENZIATI LE CARENZE DI ORGANICO
Secondo Casale, quindi: «unica strada da percorrere è quella di recuperare il senso più alto del riconoscimento reciproco delle istituzioni, confidando in tal modo nella ripresa del dialogo e della reale collaborazione, per garantire un servizio giustizia che raggiunga livelli di efficienza e di ragionevolezza di durata, secondo i parametri convenzionali europei e nazionali, ma senza cedere a derive produttivistiche che si traducano in scadimento delle caratteristiche e della qualità della giurisdizione». Casale si è poi soffermata sulla situazione del distretto giudiziario, in cui si confermano le criticità legate alle carenze di organico che in alcuni uffici raggiungono il 50 per cento di mancanza di copertura.
Nel dettaglio, sono in servizio 110 magistrati e la scopertura è del 16% (21 posti vacanti), rispetto ai 131 previsti. «Carenze di organico, sottodimensionamento dei vari uffici del distretto, vacanze degli uffici direttivi, semidirettivi – ha ribadito Casale – ma anche mancanze di giudici ordinari che si protraggono per molti mesi e che incidono sui risultati tra programmi di gestione e smaltimenti finalizzati alla realizzazione del Pnrr». Un focus è stato fatto anche sull’abbattimento delle pendenze, specie dell’arretrato patologico dei procedimenti del civile.
«La tendenza è positiva – ha evidenziato la presidente -, ci sono alcune criticità ma vi è un percorso virtuoso, benchè lento, delle pendenze specie per i procedimenti ultraquinquennali, mentre quelli ultradeccenali sono quasi azzerati in Corte d’appello e sono quelli rispetto ai quali è particolarmente sensibile l’obiettivo del Pnrr». Alla cerimonia sono intervenuti, tra gli altri, il rappresentante del Consiglio Superiore della Magistratura, Genantonio Chiarelli, e il presidente dell’Ordine degli avvocati di Potenza, Francesco Bonito Oliva.
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