- Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che le criptovalute non possono essere pignorate, in quanto non hanno valore legale.
- Di fatto le monete virtuali non possono essere considerate al pari di uno strumento di pagamento, in parte a causa delle normative attuali, in parte per la forte oscillazione di valore che le caratterizza.
- Le criptovalute non possono essere sequestrate e pignorate proprio perché non hanno valore di moneta e non sono emesse da alcuna banca centrale.
Sta facendo discutere una recente sentenza della Corte di Cassazione che mette in dubbio il valore reale delle criptovalute e dei bitcoin, evidenziando come questi non possano essere sequestrati o pignorati in caso di insolvenza fiscale.
Secondo la Cassazione infatti tali monete virtuali, non avendo valore legale, non possono essere paragonate ad una moneta reale circolante nel paese, per cui non possono neanche costituire una risorsa pignorabile. Questo episodio mette in luce ancora una volta la volatilità di questi strumenti, per cui non valgono le stesse regole presenti oggi per la moneta corrente.
Pignoramento criptovalute: la sentenza della Cassazione
L’episodio specifico al centro del dibattito vede una situazione di evasione delle tasse intorno alla detenzione di plusvalenze derivate dalla compravendita di moneta virtuale, per 120.638 euro. Intorno ad una cifra importante come questa, è possibile effettuare il pignoramento direttamente sulle criptovalute?
Il caso è arrivato fino alla Corte di Cassazione, dopo che era stata confermata una misura cautelare specifica dal tribunale. La Corte però ha annullato il pignoramento delle criptovalute specificando che tale opzione non è applicabile sulle monete virtuali.
La sentenza numero 1760/2025 depositata il 15 gennaio 2025, ha quindi presentato una tematica importante per tutto il mondo del trading online e intorno al mancato versamento delle imposte sulle plusvalenze generate dalle cripto attività . Di fatto viene negata la possibilità di pignorare questa risorsa in quanto non ha una valenza legale.
Nella pratica, non è possibile pignorare direttamente il bene (le criptovalute) ma solamente il suo valore corrispondente in denaro, tenendo conto però che questo può oscillare, e anche di molto, nel tempo.
Il sequestro quindi è stato annullato, ma questo non vuol dire che non sussiste la fattispecie di evasione fiscale, ma solamente che questi beni specifici non possono essere pignorati. Ricordiamo infatti che nonostante la volatilità di questi asset, devono essere dichiarati sia in caso di produzione di reddito durante l’anno sia per la sola conservazione.
Qual è il valore delle criptovalute
Questo tema solleva non pochi dubbi sul reale valore delle criptovalute e di tutte quelle monete virtuali che sono nate e si sono diffuse negli ultimi anni. Andando a vedere da vicino cosa dice la legge, non siamo di fronte ad una vera e propria moneta, perché questa non è emessa né regolata da alcuna banca centrale, istituzione o ente preposto.
Si caratterizza per l’elevata volatilità , che porta il valore dei singoli bitcoin a oscillare di molto nel tempo. Pensiamo ad esempio al recente record di valore del bitcoin, che è salito a 100.000 dollari a seguito delle politiche messe in campo dal nuovo Presidente USA Trump.
Trattandosi di una moneta del tutto digitale, non ha valenza legale e non è regolamentata da alcuna autorità governativa. Nonostante questo, i bitcoin possono essere liberamente scambiati e acquistati, per cui molti investitori ed esperti di borsa li comprano per rivenderli ad un prezzo maggiore, ricavando delle plusvalenze.
Un pignoramento è un’azione esecutiva messa in campo di fronte a situazioni critiche di insolvenza, per cui un cittadino può vedersi bloccata ad esempio la disponibilità di somme di denaro sul conto corrente, oppure vedersi pignorare un bene materiale come una casa o una vettura.
Nel caso delle valute digitali però stando all’ultima sentenza, il pignoramento diretto non può avvenire, proprio per la mancanza di un valore legale di tali monete.
Ricordiamo inoltre che la legislazione intorno alle monete virtuali è piuttosto carente e la tassazione sulle criptovalute è stata definita, modificata e aggiornata solamente negli ultimi anni in Europa e in Italia. Possiamo solo attendere di sapere se, di fronte a tale sentenza, le normative nazionali si aggiorneranno ulteriormente.
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