Due gol e un palo nella prima mezz’ora all’Olimpico, poi i viola resistono all’assalto. La zona Champions รจ a 3 punti, con una partita in piรน da giocare
Guardi la classifica, e ti chiedi se davvero la Fiorentina venisse da una crisi che pareva infinita. Perchรฉ รจ bastata la vittoria di ieri, cinquanta giorni dopo quella sul Cagliari, per ritrovarsi lรฌ. Al sesto posto, รจ vero, ma ad un punto soltanto dalla Juventus (quinta), a tre dalla Lazio (quarta) e con una partita da recuperare.
Tutti con Palladino
Carattere, orgoglio, capacitร di soffrire, cinismo. Come per magia รจ riapparsa quella squadra che proprio contro la Lazio nella gara dโandata aveva preso il volo e che invece, allโimprovviso, era sparita. Certo serviranno altre prove, ma i segnali arrivati da Roma sono chiari. Uno su tutti: il gruppo รจ col mister e forse, in una gara che rassicurazioni a parte per il tecnico non era e non poteva essere come tutte le altre, ha giocato anche per lui. Bravo, Palladino, e determinato ad andare dritto per la sua strada. E pensare che la scelta degli uomini lasciava immaginare quel tanto invocato passaggio al 4-3-2-1. Senza Colpani infatti, il mister non ha buttato dentro Sottil ma (cosa che non accadeva dalla sfida col Bologna) ha proposto Beltran e Gudmundsson dal primo minuto facendo credere che fossero loro, con Folorunsho a far come sempre da pendolo tra centrocampo e trequarti, a mettersi (stretti) alle spalle di Kean. E invece no. Lโex Napoli รจ partito a destra, Beltran a sinistra e rispetto al solito quindi, interpreti a parte, niente รจ cambiato. Per il resto, tutto come previsto. Compreso Pongracic, titolare in campionato (al posto di Comuzzo) per la prima volta dal 17 agosto. Dallโaltra parte la Lazio di sempre anche se Baroni (a sorpresa) ha lasciato fuori Rovella preferendogli Dele-Bashiru.
Uno spirito ritrovato
Moduli, uomini, schemi, scelte. Tutto giusto, e tutto da considerare, ma quel che davvero contava (considerando il periodo) era capire se i viola timidi e paurosi dei due punti nelle precedenti sei sarebbero riusciti a giocarsela (alla pari) con una squadra che, al contrario, arrivava allโappuntamento col vento che soffiava forte nelle vele o, visto il simbolo, nelle ali. Risposta: sรฌ. Con le sue armi infatti (compattezza, linee strette, applicazione e ripartenze) la Fiorentina รจ entrata molto bene in partita e non a caso, proprio con una verticalizzazione dopo aver rubato palla, รจ passata subito con Adli.
Densitร , semplicitร e, appena possibile, via in avanti. Tanto ยซelementareยป, quanto efficace. Basta pensare allo 0-2 di Beltran. Palla su Folorunsho, sovrapposizione di Dodรฒ, cross e capocciata vincente dellโex River. Nemmeno 20โ insomma, e tutto quanto di brutto si era visto negli ultimi 40 giorni pareva sparito e match che a quel punto si รจ messo sui binari preferiti da Palladino e dai suoi. Quelli che portano allโattesa, spesso molto bassa, per poi partire in contropiede. E peccato che la rovesciata (splendida) di Gud si sia stampata sul palo. Altrimenti, allโintervallo, sarebbe stato 0-3. E se รจ vero che il piano gara nel primo tempo ha funzionato alla grande non si puรฒ non sottolineare (del resto, รจ sempre cosรฌ) come a far la differenza sia stato lo spirito.ย Quella ferocia che era stata alla base delle otto vittorie di fila e che ieri, anche in un secondo tempo di pura umiltร , con cinque difensori (Comuzzo per Adli, poi espulso dalla panchina) e vissuto esclusivamente a protezione della propria area e che, dopo la pazzesca sofferenza finale (1-2, poi miracolo di De Gea e palo clamoroso di Pedro) la Fiorentina fuori dal tunnel.
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