Il numero uno guida una pattuglia record: oltre il 10% delle prime 100 posizioni arriva dal Bel Paese, ma tanti altri potrebbero entrarci a breve
L’Australian Open 2025 non è stato un torneo storico soltanto per Jannik Sinner, che si è confermato campione a Melbourne ed ha conquistato il suo terzo Slam, bensì anche per il tennis italiano. Nella giornata di lunedì 27 gennaio è stato infatti stabilito un nuovo primato, vale a dire il record di azzurri in top 100: ben undici. Si tratta di Sinner, leader del ranking Atp, Lorenzo Musetti, Matteo Berrettini, Flavio Cobolli, Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi, Luciano Darderi, Luca Nardi, Fabio Fognini, Francesco Passaro e Mattia Bellucci.
Molti di questi sono tra i primi 100 del mondo ormai da tempo, ma alcuni si sono aggiunti solo di recente. La novità di questa settimana è proprio il perugino Passaro, che in virtù del secondo turno raggiunto nell’Happy Slam (ripescato come lucky loser, ha beneficiato al primo turno del ritiro di Dimitrov dopo un set) ha raggiunto questo nuovo traguardo.
Italiani in top 100: le differenze con il passato
L’Italia non solo vanta così 11 tennisti in top 100 ma è anche la nazione che ne ha di più, davanti a Francia (10), Usa e Australia (9). Anche questa, neanche a dirlo, è una prima volta.
Se da un lato si tratta di un risultato estremamente prestigioso e meritato, dall’altro non si può affatto definire scontato, anzi era oggettivamente difficile aspettarselo fino a qualche decennio fa. Per lungo tempo sono stati Fabio Fognini e Andreas Seppi a mandare avanti la baracca, garantendo al tennis italiano una presenza fissa nei tornei più importanti. Tornando un po’ più indietro negli anni, ad esempio nel settembre del 2002 (dunque circa 22 anni fa), l’unico italiano in top 100 era Davide Sanguinetti, peraltro nemmeno nei primi 50 (numero 53). Si può dunque affermare serenamente che il tennis italiano stia vivendo il periodo più florido della sua storia e, se in parte il merito è ovviamente di Jannik Sinner e dei suoi straordinari successi, dall’altro la massiccia presenza di azzurri in top 100 dimostra la profondità del movimento nostrano. Il dato più incoraggiante è però un altro: 8 di questi 11 italiani in top 100 ha meno di 25 anni. Ergo, infortuni e imprevisti permettendo, l’Italia può seriamente pensare di avere una rappresentanza nutrita tra i migliori al mondo per parecchi anni. Inoltre bisogna sottolineare come molti di questi under 25 non siano neppure vicini a toccare il proprio apice.
Le prospettive per gli azzurri
Sinner ovviamente più di così non può fare, o meglio può solo continuare a farlo per altre stagioni, mentre già il numero due d’Italia, Lorenzo Musetti, ha grandi margini di miglioramento. Sicuramente la top 10 non è un obiettivo facile da raggiungere, ma è assolutamente alla sua portata. Lo ha dimostrato la scorsa estate, vivendo un mese da urlo tra la stagione su erba e le Olimpiadi, in cui ha raggiunto due finali (perse entrambe, al Queen’s e a Umago) e una semifinale (a Wimbledon), ma soprattutto ha conquistato il bronzo olimpico a Parigi.
Discorso simile per Matteo Arnaldi e Flavio Cobolli, che hanno avuto il merito di confermarsi tra i primi 40-50 del mondo dopo un exploit inatteso ma vogliono e possono puntare più in alto. Può farlo anche Luciano Darderi, il quale però deve continuare a migliorare sul veloce, dove finora ha raccolto troppo poco (ma è comprensibile, avendo quasi sempre giocato sulla terra rossa e non avendo ancora grande feeling con le altre superfici).
Berrettini e Sonego
Per quanto riguarda due “vecchietti” (se paragonati ai più giovani connazionali) come Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego, rispettivamente 28 e 29 anni, entrambi sembrano poter continuare a dire la propria. E dei segnali positivi arrivati già in Australia: il torinese ha sorpreso tutti, giocando un torneo fantastico e raggiungendo il suo primo quarto Slam, mentre il romano ha battagliato contro un buon Rune ma ha pagato a caro prezzo le chance mancate, cedendo in quattro set tra i rimpianti. Se fisicamente stanno bene e sono in fiducia, però, un posto almeno tra i primi 20-30 del mondo spetta loro di diritto.
Nuovi arrivati e i veterani
Scendendo un po’ più giù, un giovane in rampa di lancio è Luca Nardi, che lo scorso anno non è riuscito a dare continuità all’ottimo torneo di Indian Wells, con tanto di vittoria ai danni di Djokovic, ma ha tutte le carte in regola per farlo. Se nel 2025 dovesse trovare continuità, potrà assolutamente ambire alla top 50. D’altronde non si può dire che il tennis non ce l’abbia.
È ancora presto per sbilanciarsi invece su 6 e Mattia Bellucci, che in top 100 ci sono entrati da poco e puntano innanzitutto a rimanerci. In base al livello di tennis espresso lo scorso anno (per Passaro spicca il terzo turno a Roma, mentre Bellucci ha superato le qualificazioni in tre Slam), non c’è motivo di pensare che non possano riuscirci.
Infine, il veterano dell’Italia in top 100 è Fabio Fognini, che in parte è il fautore di questo exploit. Per molto tempo sono stati suoi i trionfi più prestigiosi, da quelli contro avversari del calibro di Murray e Nadal all’impresa sulla terra rossa di Montecarlo, ed è bello che riesca a far parte di questo momento storico per il tennis azzurro. Difficile dire quanto potrà restare tra i primi 100, anche perché a 37 anni dà meno garanzie a livello fisico. Se però non dovesse accusare problemi, con il talento che possiede può stabilirsi in top 100 ancora a lungo. E lo ha ribadito a più riprese, sia imponendosi a livello Challenger sia ottenendo successi come quello ai danni di un top 10 quale Casper Ruud allo scorso torneo di Wimbledon.
Chi può arrivare in top 100
Undici azzurri in top 100 è sicuramente un traguardo storico, ma non per questo bisogna accontentarsi. Anzi, molti altri italiani nelle retrovie scalpitano per risalire la china e aggiungersi all’elenco. Per alcuni potrebbero volerci mesi, per altri anni, ma non c’è dubbio che in tanti possano ambire a farcela. Ranking alla mano, il primo a potersi aggiungere è Matteo Gigante, che ha dato prova di poter competere con giocatori più forti di lui già all’Australian Open, dove ha brillantemente superato le qualificazioni e poi ha fatto partita alla pari con il francese Humbert, il quale ha però avuto la meglio in tre set grazie alla maggiore esperienza. Un altro che alla top 100 può ambire è Giulio Zeppieri, che anzi se non si fosse infortunato probabilmente l’avrebbe già raggiunta. Non a caso vanta un best ranking di numero 108 e vittorie nel main draw sia all’Australian Open che al Roland Garros. Altri tre under 25 da tenere d’occhio, che orbitano tra la 200esima e la 300esima posizione, sono Federico Arnaboldi, Francesco Maestrelli e Samuel Vincent Ruggeri.
Attesa per Cinà
Scendendo più giù nel ranking, non può passare inosservato il nome di Marco Cecchinato, attualmente fuori dai primi 400 e atteso da un anno cruciale per la sua carriera. Lui stesso ha infatti dichiarato che, se non dovesse riuscire a recuperare un ranking che gli consentirebbe di disputare le qualificazioni dei quattro Slam, farebbe delle riflessioni sul suo futuro. Rivederlo in top 100 non è scontato, ma chi lo meriterebbe più di lui, che con la semifinale raggiunta a Parigi nel 2017 ha scritto una pagina indelebile del tennis italiano oltre ad aver spinto decine di colleghi azzurri a crederci? Infine, menzione d’obbligo per Federico Cinà, 17enne palermitano in rampa di lancio nonché secondo attuale miglior Under 18 nel ranking Atp (numero 522, meglio di lui solo il tedesco Engel). Verosimilmente ci vorrà un po’ di tempo, ma il figlio dell’ex coach di Roberta Vinci, Francesco, ha già lasciato intravedere ottime cose a livello Challenger e il suo talento è sotto gli occhi di tutti.
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