Uno dei valori più grandi della Fondazione per la Sostenibilità Digitale consiste nel fatto che attorno ad essa si sono concentrate e si concentrano persone di grandissimo valore, umano e professionale. Persone che si sono raccolte attorno ad un’idea, una missione, una visione del mondo che – spesso in un percorso non privo di difficoltà – si impegnano a perseguire. Talvolta, vista la natura del loro lavoro, il frutto di questo impegno si trasforma in testi e produzione scientifica di qualità. Nel nuovo corso di Tech Economy 2030 siamo posti l’obiettivo di “raccontare” la Fondazione. Questo vuol dire anche raccontare i propri componenti. Uno dei modi migliori per farlo è quello di partire da ciò che fanno, da ciò che producono e da ciò che scrivono attinente ai nostri temi.
Inizio questo racconto, quindi, con l’ultima fatica editoriale di Lara Lazzeroni, da ormai quasi tre anni rappresentante dell’Università di Siena nel nostro Comitato Scientifico, ordinaria abilitata di diritto del lavoro e professoressa associata presso il Dipartimento di Giurisprudenza.
Il volume Responsabilità sociale d’impresa 2.0 e sostenibilità digitale. Una lettura giuslavoristica è un’opera importante per comprendere l’intersezione tra sostenibilità digitale, Corporate Social Responsibility (CSR) e diritto del lavoro.
Il libro introduce un quadro interpretativo innovativo, analizzando le trasformazioni imposte dall’Intelligenza Artificiale, dagli algoritmi decisionali e dalle piattaforme digitali sul mondo del lavoro. La sua analisi porta a cinque lezioni fondamentali, che delineano il futuro della regolazione giuslavoristica e della governance aziendale nell’era digitale.
1. CSR 2.0: Dalla Responsabilità Sociale d’Impresa alla Governance Digitale
Il concetto tradizionale di Corporate Social Responsibility (CSR) era incentrato sulla volontarietà delle imprese nel perseguire obiettivi sociali e ambientali oltre la pura massimizzazione del profitto. Tuttavia, la CSR 2.0 descritta da Lazzeroni si configura come un modello di governance obbligato, in cui la sostenibilità digitale e la tutela dei diritti fondamentali diventano elementi strutturali della gestione aziendale.
Implicazioni per il Diritto del Lavoro:
- Diligenza normativa: Le imprese devono integrare criteri di sostenibilità nei propri modelli di business per rispondere ai nuovi standard di due diligence e conformità imposti dall’UE.
- Rischi reputazionali e legali: Le aziende che non adottano una CSR autentica e misurabile rischiano sanzioni, danni reputazionali e restrizioni nei mercati regolamentati.
- Regolazione e co-regolazione: L’Europa sta spostando la CSR da un modello volontario a un framework normativo che impone vincoli chiari alle imprese digitalizzate.
Questa evoluzione implica che il diritto del lavoro dovrà adattarsi per garantire che la responsabilità sociale delle imprese non sia una mera strategia di marketing, ma un elemento strutturale della regolamentazione giuridica del mercato del lavoro.
Lesson Learned? La CSR non è più opzionale, ma un paradigma normativo integrato
2. Digitalizzazione e Lavoro: La Governance degli Algoritmi
L’Intelligenza Artificiale e gli algoritmi decisionali stanno trasformando radicalmente le modalità di selezione, valutazione e gestione dei lavoratori. Lazzeroni evidenzia come si debbano applicare principi etici agli algoritmi, configurando ciò come un elemento importante nella regolamentazione del lavoro digitale (ma no: non chiamiamola algoretica!).
Implicazioni per il Diritto del Lavoro:
- Trasparenza algoritmica: Le imprese devono garantire che i sistemi decisionali automatizzati siano comprensibili e verificabili.
- Sorveglianza umana sugli algoritmi: Devono essere previsti meccanismi di controllo umano sulle decisioni prese dall’IA, per evitare discriminazioni e bias sistemici.
- Responsabilità e accountability: La responsabilità per le decisioni aziendali non può essere scaricata sugli algoritmi, ma deve restare in capo ai datori di lavoro.
L’evoluzione normativa dovrà quindi garantire che l’uso degli algoritmi non diventi uno strumento di opacità decisionale, ma un supporto alla gestione equa e sostenibile del lavoro.
Lesson Learned: La governance degli algoritmi deve affiancare il diritto del lavoro per garantire equità e trasparenza
3. Smart Working e la Ridefinizione del Tempo e dello Spazio di Lavoro
Il lavoro digitale ha dissolto i tradizionali confini tra tempo di lavoro e tempo libero, portando a nuove sfide per la regolazione giuslavoristica. Lazzeroni sottolinea come lo smart working e il lavoro da remoto abbiano moltiplicato le opportunità per i lavoratori, ma anche creato rischi in termini di controllo, sorveglianza e diritto alla disconnessione.
Implicazioni per il Diritto del Lavoro:
- Tutela della work-life balance: Devono essere definite normative chiare per evitare il fenomeno del burnout digitale.
- Regolazione della sorveglianza digitale: L’uso di strumenti di monitoraggio a distanza non deve violare la privacy dei lavoratori.
- Nuove forme contrattuali: Il diritto del lavoro deve adattarsi alla crescente diffusione di modalità di lavoro destrutturate, garantendo comunque tutele efficaci ai lavoratori digitali.
Lesson Learned: Il lavoro non è più vincolato a luoghi fisici, ma (anche per questo) richiede nuove tutele giuridiche
4. La Sostenibilità Digitale tra Soft Law e Hard Law
Il quadro normativo sulla sostenibilità digitale si muove tra soft law (codici di condotta, linee guida) e hard law (norme vincolanti). Lazzeroni evidenzia come il diritto del lavoro debba integrare entrambi gli approcci per garantire equità e protezione per i lavoratori.
Implicazioni per il Diritto del Lavoro:
- Adattamento delle imprese: Le aziende devono conformarsi ai nuovi standard europei, come il Digital Markets Act e il Digital Services Act.
- Certificazione della sostenibilità: Sistemi di rating ESG (Environmental, Social, and Governance) diventeranno sempre più rilevanti nella regolazione del lavoro digitale.
- Equilibrio tra libertà d’impresa e diritti dei lavoratori: La normativa deve evitare di soffocare l’innovazione, ma anche prevenire pratiche predatorie nel mercato del lavoro digitale.
La Lezione Appresa: La regolazione della sostenibilità digitale deve bilanciare flessibilità e obblighi vincolanti
5. Il Ruolo del Sindacato nella Contrattazione degli Algoritmi
Lazzeroni sottolinea che il ruolo del sindacato deve adattarsi alla trasformazione digitale, negoziando non solo i salari e le condizioni di lavoro, ma anche gli algoritmi che regolano il mercato del lavoro.
Implicazioni per il Diritto del Lavoro:
- Nuove forme di contrattazione collettiva: Necessità di accordi che regolino le piattaforme digitali.
- Tutela dei lavoratori digitali: Creazione di standard minimi per i lavoratori delle piattaforme e del crowdworking.
- Negoziazione dell’uso dell’IA nelle imprese: Definizione di limiti chiari per l’automazione delle decisioni lavorative.
Lesson Learned: Il sindacato deve evolversi per negoziare i diritti nell’economia digitale
Verso nuovi paradigmi per il Lavoro Digitale
Il libro di Lazzeroni rappresenta un contributo essenziale per ripensare il diritto del lavoro nell’era digitale, offrendo un quadro normativo innovativo per affrontare le sfide del futuro. L’autrice evidenzia come la digitalizzazione non debba essere semplicemente subita dalle istituzioni e dalle imprese, ma governata attraverso una regolamentazione equilibrata che garantisca sia l’innovazione tecnologica che la tutela dei diritti dei lavoratori. È necessaria una governance inclusiva e responsabile, che superi la logica della pura efficienza economica e introduca principi di equità, trasparenza e sostenibilità nel mercato del lavoro digitale. Il futuro del diritto del lavoro dipenderà dalla capacità di integrare questi valori in un contesto sempre più permeato dalle tecnologie, garantendo che esse siano strumenti di emancipazione e non di precarizzazione. Le ultime azioni delle BigTech in questa direzione non sono affatto rassicuranti, e per questo c’è molto da fare.
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