“Stiamo lavorando ad un’alleanza satellitare con Airbus e Thales”, ha confermato l’ad di Leonardo, Roberto Cingolani, aggiungendo di aver incontrato l’ad di Airbus. Nel frattempo, proprio Airbus ha preannunciato ulteriori addebiti legati alla sua divisione spaziale in difficoltà. Converrà dunque unirsi?
Leonardo, Airbus e Thales a lavoro per dar vita a gigante europeo nello spazio.
“Stiamo lavorando ad un’alleanza satellitare con Airbus e Thales”, ha affermato l’ad del colosso dell’aerospazio e difesa italiano, Roberto Cingolani, a margine di una conferenza ieri a Roma. Il ceo di Leonardo ha aggiunto di aver incontrato ieri mattina all’aeroporto di Fiumicino il ceo di Airbus Guillaume Faury con cui ha avuto un confronto sui diversi temi di “collaborazione europea”, tra cui lo spazio e le aerostrutture.
Cingolani aveva già confermato l’estate scorsa le discussioni in corso tra il gruppo ex Finmeccanica e i francesi Airbus e Thales sulle alleanze spaziali. L’italiana Leonardo e la francese Thales sono già alleate nella space alliance con le joint-venture Thales Alenia Space (67% di Thales e 33% di Leonardo) e Telespazio (67% di Leonardo e 33% di Thales).
Airbus e Thales Alenia Space sono i maggiori produttori europei di satelliti per telecomunicazioni, navigazione e sorveglianza. Ma entrambe sono alle prese con perdite e riduzione del personale. Thales Alenia Space ha subito infatti perdite significative nel 2023. Sia per ragioni cicliche che strutturali, a causa di un declino duraturo del mercato dei satelliti geostazionari. Da qui il ridimensionamento al ribasso dell’organico di Thales Alenia Space, in particolare in Francia. Anche Airbus ha annunciato a ottobre il taglio di fino a 2.500 posti in Defence and Space, la divisione Difesa e Spazio che al momento impiega circa 35.000 persone e sta registrando un calo della domanda per le attività satellitari.
Proprio ieri Airbus ha segnalato un potenziale nuovo addebito nella sua attività spaziale in difficoltà, affermando che avrebbe aggiornato gli investitori su una revisione dello stato di lunga data di un importante programma satellitare durante i risultati annuali del 20 febbraio, riporta Reuters.
Tutti i dettagli.
LA CONFERMA DI CINGOLANI
Sui satelliti “stiamo lavorando con grandi partner europei – Thales, Airbus – perché è evidente che in uno scenario così competitivo servano giganti europei. Confermo che ci stiamo lavorando, poi speriamo di riuscirci” ha detto ieri il numero uno di Leonardo, Roberto Cingolani, parlando con i cronisti a margine della presentazione della nuova Fondazione Leonardo Ets e del nuovo presidente, Luciano Floridi, presso la sala della Lupa di Montecitorio.
“È chiaro che la costruzione di un gigante industriale europeo va oltre le buone intenzioni perché bisogna vedere la complementarietà dei prodotti e la risposta dei mercati” ha precisato Cingolani aggiungendo che “Stamattina sono atterrato alle 6.30 a Roma e il primo incontro l’ho fatto con l’amministratore di Airbus che mi aspettava in aeroporto alle 7”. Cingolani ha confermato i passi avanti nel dialogo con Thales e Airbus su una nuova alleanza sullo spazio e nei satelliti. Con Airbus “abbiamo diversi tavoli aperti su collaborazioni europee, aerostrutture e anche altre cose”, ha concluso.
LO SCENARIO SPAZIALE EUROPEO
Dopo la crisi dei lanciatori, ora è il momento della crisi dei satelliti.
“L’Europa ha appena riconquistato l’autonomia nell’accesso allo spazio con il primo volo di Ariane 6, ma rischia di perdere il controllo in quello che è da tempo il suo punto forte: la costruzione di potenti satelliti. telecomunicazioni, a sua volta scossa dall’ascesa di SpaceX e del progetto Starlink costellazione. Si prevede pertanto che la concentrazione e la ristrutturazione degli operatori e dei produttori di satelliti accelereranno nel 2025”, osservava la scorsa settimana il francese Les Echos.
Le pesanti perdite interne e la concorrenza di Starlink di Elon Musk hanno portato i due maggiori attori europei, Airbus e Thales Alenia Space, a considerare di mettere in comune le attività satellitari in una nuova impresa simile al produttore di missili europeo Mbda.
Lo scorso dicembre Reuters ha rivelato il “Project Bromo”, che prende il nome da un vulcano indonesiano, prevede la creazione di un campione europeo dei satelliti sul modello di Mbda, il consorzio missilistico europeo fra Airbus e Bae Systems (37,5% ciascuno) con socio al 25% Leonardo.
LE TURBOLENZE SPAZIALI PER AIRBUS
Intanto però Airbus continua a registrare difficoltà nel business spaziale, con tensioni finanziarie legate a una difficile revisione del programma satellitare che suggeriscono che ulteriori costi potrebbero avere un impatto sui suoi prossimi rendiconti finanziari. La società sta lottando con ritardi e problemi tecnici nei suoi progetti spaziali, con un impatto sui profitti. Lo scorso dicembre il produttore ha annunciato poco più di 2.000 tagli di posti di lavoro nelle sue attività Difesa e Spazio, una riduzione inferiore a quella inizialmente prevista.
Proprio ieri la società ha segnalato un potenziale nuovo addebito nella sua attività spaziale in difficoltà, affermando che avrebbe aggiornato gli investitori su una revisione dello stato di lunga data di un importante programma satellitare durante i risultati annuali del prossimo 20 febbraio.
IL COMMENTO DELL’ESPERTO LISI
Ed è alla luce di tutto ciò che “C’è qualcosa che non torna” ha commentato Marco Lisi, Inviato Speciale del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per lo Spazio, in un post su Linkedin: “ma se Airbus forse chiude le attività spaziali? Se Thales Alenia Space è in procinto di licenziare un migliaio di dipendenti in Francia? Che facciamo, le alleanze per condividere i debiti? E chi dovrebbe pagarli? Sebbene tutti ne parlino, non credo che le crude regole della New Space Economy siano state comprese appieno.”
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