Politiche e tecnologia, rispondere alle sfide del mercato del lavoro

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Negli ultimi rapporti sul lavoro nel nostro Paese, pubblicati ad esempio dall’Istat, appare chiaro come gli effetti della crisi pandemica siano nettamente superati e, ancora di più, come le attuali condizioni siano migliorate anche rispetto al 2019, con un tasso di occupazione cresciuto del 2,3% rispetto al periodo pre-pandemico. Le condizioni lavorative sono migliorate anche sotto il profilo della stabilità: dal periodo pre-Covid a oggi il Paese mostra una crescente quota di lavoro a tempo indeterminato e, di converso, una riduzione nel ricorso al part-time. Una fase positiva che riguarda tutte le fasce di età, anche se persistono forti disuguaglianze di genere: nel 2024 l’Italia ha perso 8 posizioni nel Global Gender Gap Index del World Economic Forum, classificandosi all’87° posto. Il gender gap è evidente anche in merito all’impatto della nascita del primo figlio, un evento che spinge frequentemente le madri fuori dal mercato del lavoro mentre lo stesso non si riscontra per i padri.

Gli effetti della crisi pandemica sul lavoro sono nettamente superati e anzi migliorati rispetto al 2019

Su questi e altri temi si è discusso il 14 gennaio scorso, a palazzo Montecitorio, durante l’evento di presentazione del rapporto INAPP 2024 (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) in presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone. Il rapporto mette in luce le diverse criticità che persistono nonostante il Paese si trovi in una fase di crescita dell’occupazione: un alto tasso di inattività, che colpisce in modo particolare i giovani e le donne, soprattutto nel Mezzogiorno, e il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Tra le possibili cause, si è evidenziato un parziale disallineamento dell’offerta formativa – scolastica, universitaria, e di altro tipo – con i fabbisogni del mercato del lavoro, motivo per cui – sottolinea Natale Forlani, presidente dell’INAPP – è fondamentale rafforzare i percorsi duali, come l’alternanza scuola-lavoro, personalizzare l’offerta formativa e migliorare la partecipazione all’istruzione e alla formazione professionale, che rimane bassa. L’apprendistato è ancora sottoutilizzato rispetto agli altri paesi europei, mentre i tirocini extracurriculari vedono una scarsa partecipazione da parte di scuole e università. Un tema sottolineato anche da Giovanna Iannantoni, Rettrice dell’Università Bicocca di Milano, che ha ribadito la necessità di coordinare il sistema universitario per superare il mismatch e realizzare un sistema europeo di certificazione delle competenze attraverso le micro-credenziali.

Nel 2024 l’Italia ha perso 8 posizioni nel Global Gender Gap Index: la nascita del primo figlio spinge ancora le madri fuori dal mercato del lavoro

Un altro aspetto interessante riguarda gli incentivi pubblici: gli sgravi contributivi non sempre si traducono in contratti di lavoro stabili, mentre gli incentivi per la formazione si rivelano più efficaci, in particolare i già menzionati tirocini extracurriculari che nel quadriennio 2000-2023 hanno favorito l’inserimento lavorativo di 1.150.000 disoccupati, di cui però solo il 10% riguarda percorsi di inserimento post-scolastici e universitari. Durante l’incontro si è posta attenzione anche al programma GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori), finanziato dal PNRR, che mostra delle criticità nell’efficacia con cui la presa in carico dei disoccupati riesca a trasformarsi in attivazione di percorsi formativi e, a tal proposito, si è fatto riferimento anche alla nuova piattaforma SIISL introdotta il 18 dicembre scorso. Si tratta di un innovativo marketplace digitale creato con l’obiettivo di facilitare l’incontro tra domanda e offerta, ampliando le opportunità lavorative e formative per cittadini e imprese.

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Si riscontrano un alto tasso di inattività, in particolare nel Mezzogiorno, e il mismatch tra domanda e offerta 

Il Presidente Forlani ha concluso l’intervento proponendo un “cambio di paradigma” per aumentare la produttività e le competenze dei lavoratori, tenendo in considerazione le quattro grandi transizioni – verde, digitale, demografica e geopolitica – che hanno avuto e continuano ad avere un impatto significativo sul panorama occupazionale. Se da un lato la transizione demografica sta riducendo la forza lavoro, quella digitale aumenta la domanda di competenze specifiche e crea nuove opportunità, in particolare legate all’Intelligenza Artificiale, il cui impatto sarà oggetto di un rapporto che sarà pubblicato dallo stesso INAPP entro il primo semestre del 2025 e su cui si sofferma anche la Rettrice Iannantoni, sottolineando la necessità di un percorso multidisciplinare fatto di materie scientifiche e umanistiche, per preparare i giovani a utilizzare questa nuova tecnologia con efficacia, senza trascurare il fattore etico.

Il mercato del lavoro conta oltre 24 milioni di occupati e un tasso di disoccupazione inferiore alla media europea

Il Ministro, nel suo intervento, ha descritto un mercato del lavoro positivo con oltre 24 milioni di occupati e una disoccupazione al 5,7%, inferiore alla media europea. L’intervento del Ministro si è soffermato anche sul decreto legge 48/2023 che introduce misure per l’inclusione sociale e lavorativa, come l’Assegno di Inclusione (ADI) e il Fondo Nazionale per le Competenze (FNC). Si è sottolineata, inoltre, l’importanza di certificare le soft skills e di applicare una nuova filosofia per i flussi migratori, nell’ottica di un processo che porti all’allineamento tra domanda e offerta. Infine, e questo è un tema comune tra tutti gli interventi, il Ministro ha sottolineato l’importanza di promuovere formazione professionale certificata, come risorsa fondamentale per il collegamento tra gli istituti di formazione e il mercato del lavoro.

 
*Ricercatore, Sostenibilità sociale – lavoro
Dipt. Sociologia e Comunicazione, Sapienza Università di Roma

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