Cina, auto e tech al centro del rilancio dei consumi « LMF Lamiafinanza

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Se da un lato gli investitori internazionali invocano un “helicopter money” indiscriminato per rilanciare i consumi interni in Cina, dall’altro i responsabili politici cinesi temono l’“euforia” derivante da questa spesa fiscale e le sue possibili conseguenze, ovvero un debito elevato e un’inflazione persistente. Nonostante ciò, la Cina sta spendendo molto ma in modo mirato e probabilmente continuerà a farlo nel 2025.

Gli investitori globali sono rimasti delusi da quanto emerso dal Congresso Nazionale del Popolo (NPC) dopo il round di stimoli di settembre, poiché le misure aggiuntive sono state, a detta loro, troppo incentrate sul settore immobiliare e sulle finanze dei governi locali, piuttosto che su incentivi diretti ai consumatori. Tuttavia, questa visione non tiene conto della grande influenza che questi due settori hanno sui consumi interni.

Infatti, sostenendo le finanze dei governi locali, i leader cinesi si assicurano che le municipalità possano concentrarsi sul miglioramento delle condizioni commerciali nei loro distretti, sull’aumento delle assunzioni nel settore pubblico e sull’assegnazione di contratti alle aziende locali. Poco dopo l’NPC, molti governi locali hanno offerto dei voucher per alcune attività di consumo. Questo non accadeva quando le autorità locali erano preoccupate per le ridotte entrate derivanti dalla vendita dei terreno.

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Inoltre, sostenendo i prezzi delle abitazioni, il governo sta invertendo l’effetto ricchezza negativo della crisi del settore immobiliare. Il crollo dei prezzi delle abitazioni ha pesato anche sull’economia reale, portando a una contrazione dell’ecosistema occupazionale nell’edilizia residenziale.

Sebbene le vendite al dettaglio totali non si siano ancora riprese, abbiamo assistito all’inizio di una ripresa del volume delle transazioni immobiliari e dei prezzi delle abitazioni, che riteniamo possa continuare nel 2025.

A luglio, le autorità fiscali hanno varato un significativo pacchetto di sussidi per la “rottamazione” di auto ed elettrodomestici. Gli effetti di queste misure non si sono fatti attendere: a novembre, infatti, la crescita annuale degli acquisti di elettrodomestici e automobili ha superato di gran lunga la crescita complessiva delle vendite al dettaglio.

Quali potrebbero essere le prossime categorie interessate? Riteniamo che saranno probabilmente le categorie di prodotti che danno maggiore occupazione. I produttori di auto e di elettrodomestici sono i principali datori di lavoro in Cina, basti pensare che la sola BYD impiega oltre mezzo milione di persone.

Utilizzando come parametro l’impatto sull’occupazione, i sussidi al commercio potrebbero presto essere destinati alla tecnologia e persino ai settori della ristorazione e dei servizi di catering, come già accaduto in alcune località.

La Cina potrebbe iniziare ad affrontare le sfide strutturali nel 2025?

La Cina ha un tasso di risparmio estremamente elevato, il che implica una minore propensione al consumo. L’elevato tasso di risparmio è anche dovuto al ridotto supporto statale per le pensioni e per le spese sanitarie, che spingono la popolazione ad accumulare risparmi a scopo precauzionale.

Tuttavia, il governo potrebbe essere ora abbastanza fiducioso da migliorare i servizi offerti dal sistema sanitario pubblico. Ciò aumenterebbe anche la fiducia dei consumatori, in quanto le famiglie a reddito medio e basso non troverebbero più necessario risparmiare per l’assistenza sanitaria privata.

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Un altro fattore strutturale che pesa sull’economia e sul livello dei consumi cinesi è il sistema dell’hukou, che limita ai lavoratori migranti l’accesso ad alcuni servizi pubblici nelle città in cui vivono: solo dopo cinque anni di residenza è possibile accedere a scuole e sanità nelle città più importanti.

Rendere più facile e veloce per questi lavoratori stabilire la residenza e usufruire dei servizi pubblici nel luogo in cui lavorano darebbe una spinta significativa alla fiducia dei consumatori, poiché questi lavoratori non sarebbero più costretti a mantenere un “fondo per le emergenze”, un fattore chiave che incide sull’alto tasso di risparmio delle famiglie cinesi. Inoltre, potrebbero portare con sé i propri figli, che potrebbero così usufruire di migliori opportunità educative nelle città tier-1 e tier-2 e, in ultima analisi, sostituire la forza lavoro qualificata cinese che sta rapidamente invecchiando.

Il 2025 potrebbe quindi rappresentare un punto di svolta, quando il governo cinese avrà terminato le operazioni di de-risking e deleveraging (ricordiamo la regolamentazione del settore Internet nel 20-21 e del settore immobiliare nel 23-24) e inizierà a realizzare le riforme strutturali attese da tempo per affrontare le questioni sopra menzionate.

Questo non solo potrebbe portare a un miglioramento del sentiment nel breve termine, ma porterà sviluppi anche a lungo termine. Attraverso le riforme, riteniamo che la Cina possa affrontare efficacemente le sfide poste dalla minore fiducia dei consumatori e dal declino demografico.

 



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