CRV – Presidente Ciambetti: “Dalla Serenissima un modello ante litteram di marketing territoriale” – Veneto

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Presentazione Terre del Dogado, Presidente Ciambetti: “Dalla Serenissima un modello ante litteram di marketing territoriale”

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(Arv) Venezia 30 gen. 2025 –    “La lunga storia della Serenissima è punteggiata in modo evidente dalle tracce del vino sin dalle sue origini. Dalla nascita e sviluppo del commercio veneziano nell’Adriatico e nel Mediterraneo, alla coltivazione delle varietà viticole in alcune parti della laguna, fino alla scoperta della forte vocazione vitivinicola dell’entroterra, la Serenissima dimostrò una lungimiranza che potrebbe essere assunta tranquillamente a modello per l’oggi. Coltivazione, analisi della vocazione naturale del territorio, commerci, luoghi e contesti di diffusione e vendita: la Serenissima seppe sviluppare un modello ante litteram di quello che oggi definiremmo marketing territoriale, gettando le basi persino per il turismo enogastronomico. Nei suoi “Ricordi di viaggio in Italia nel 1786-87”, Goethe descrive il percorso da Verona a Vicenza con queste parole: “La strada che da Verona porta in questa città è molto amena. Si cammina verso i monti in direzione di settentrione e levante, lungo i contrafforti di quelli che si hanno costantemente a sinistra, formati di sabbie, di terre calcari ed argillose; su quelle colline sorgono villaggi, case, castelli, ed a destra si stende ampia e vasta la pianura. La strada bella, ampia, e stupendamente mantenuta corre a traverso fertili terreni, ne’ quali in mezzo a filari di piante corrono e ricadono in festoni i tralci delle viti, i quali in questi giorni piegano sotto il peso dei grappoli, oramai maturi”. Goethe come un influencer d’altri tempi, insomma, esattamente come i moderni imprenditori vinicoli che hanno ben compreso la necessità di affiancare alla produzione anche un messaggio che veicoli l’ambiente, la storia e le specificità del territorio”. Lo ha affermato il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti intervenendo in apertura alla conferenza stampa di presentazione dell’azienda vinicola “Terre del Dogado”, promossa dal consigliere Dolfin e tenutasi oggi a Palazzo Ferro-Fini.
“Il vino, oggi, non è più soltanto un piacere gastronomico ma anche un potentissimo e molto redditizio strumento di promozione turistica. Un’indagine frutto di un protocollo d’intesa tra Ismea e Aite, l’Associazione italiana turismo, presentata durante lo scorso Vinitaly, ha diffuso una serie di dati interessanti: il turismo del vino coinvolge 13,4 milioni di enoturisti italiani, il 64,5% dei viaggiatori, rappresentando un’attrazione anche per gli stranieri, americani e europei in particolare. Wine Monitor, l’Osservatorio di Nomisma dedicato al mercato del vino, ha stimato che negli ultimi dieci anni le cantine turistiche hanno raddoppiato – e in certi casi triplicato – l’offerta di esperienze. La tipologia di cantina turistica più diffusa è quella di piccole dimensioni e a conduzione familiare (39%). A seguire, le cantine con rilevanza storica o architettonica (14%) e le imprese con marchio famoso o storico (12%). Ed è proprio in queste ultime due categorie che spicca il Veneto con le percentuali più alte, a dimostrazione di una tradizione radicata e secolare”, ha proseguito il Presidente. “Le ville palladiane e i poderi fatti costruire dall’aristocrazia veneta nel periodo della Serenissima rappresentano, accostando la dimensione agricola a quella architettonica a quella culturale, i prodromi di quello che oggi, secoli dopo, è diventata la prospettiva strategica più efficace per comunicare il vino. Politicamente, il Dogado da cui prende il nome la realtà vitivinicola oggi presentata, comprendeva la sottile fascia costiera coincidente con l’antico Ducato di Venezia, ovvero le lagune poste tra le foci di Po e Isonzo. Vi faceva parte anche il territorio di Cologna (attualmente in provincia di Verona) che fu dichiarata parte del Dogado nel 1406. Un’area estesa, che racconta non solo della potenza della Serenissima ma che può servire anche come base per una strategia da applicare oggi: solo con una visione d’insieme, solo con uno sguardo regionale, il Veneto del vino può continuare ad essere leader a livello nazionale e rafforzarsi in un contesto globale”, ha concluso Ciambetti.

 

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