Povertà energetica

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L’ultimo rapporto dell’Osservatorio sulla povertà energetica, OIPE, sentenzia la cruda realtà dell’ulteriore aumento della povertà energetica nonostante si rilevino sia diminuzioni dei consumi che della spesa per le bollette. 

 

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Dopo un parziale calo nel 2022 rispetto al 2021 che aveva portato la P.E. al 7,7%, nel 2023 la P.E. è tornata a salire raggiungendo il 9%. Un valore significativo ed il più alto da quando, nel 1997, si è iniziato ad indagare il fenomeno. Naturalmente, come tutti i fenomeni sociali, anche quello della P.E. non tocca in maniera identica le aree del nostro paese. Il fenomeno risulta più significativo nei piccoli centri che nelle aree metropolitane, maggiore al sud e nelle isole piuttosto che nelle aree centro settentrionali. Il fenomeno si ripercuote ancor di più sulle famiglie con minori dato che il 10,6% delle famiglie con almeno un minore in Italia sono in PE (+0.4 p.p. rispetto al 2021), che risiedono in larga parte al Nord.

 

 

La Calabria sconta il prezzo più alto col 19,1% delle famiglie in P.E. mentre le Marche registrano il dato migliore con “solo” il 4,9% delle famiglie toccate dal fenomeno. La Lombardia non è esente da questo fenomeno: il 7,2% delle famiglie deve affrontare questa emergenza che le mette molto in difficoltà poiché non sono in grado di pagare le bollette o devono rinunciare a spese essenziali per farlo! Al 1° gennaio 2020 si contavano 4.444.553 nuclei in Lombardia di cui 320.000 erano nella situazione appena descritta! 

 

Il rapporto OIPE non fornisce dati sul fenomeno, a livello provinciale, ma con buona approssimazione possiamo affermare che nella provincia di Brescia più di 25.000 famiglie (!) si trovino in questa situazione. Un numero significativo e che disegna uno scenario se non drammatico certamente molto critico su cui, secondo noi, pesa anche la fine del mercato di maggior tutela.

 

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Secondo il rapporto promosso dal Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione e dalle Commissioni consiliari Sanità e Politiche Sociali e Ambiente e Protezione Civile del novembre 2023 di Regione Lombardia appare evidente che le nostre valli, sono fortemente colpite dal fenomeno. In particolare, la Valle Sabbia presenterebbe un rischio da 12 a 18 in una scala da 0 a 18 con molti comuni nella fascia, 15-18, quella più a rischio! Quali le cause? Le cause sono molteplici e sono in parte legate al nostro sistema produttivo, al mercato dell’energia molto influenzato non solo da dinamiche economiche ma molto soggetto a fenomeni speculativi. Un’autorità di mercato molto debole che lascia campo libero ai grandi player nazionali e solo a parole sembrerebbe combattere alcune distorsioni di mercato, come per esempio il teleselling selvaggio, messo in atto da molte delle principali società del mercato.

 

In mezzo a tutto questo ci sono anche le responsabilità di chi ora governa poiché alcuni provvedimenti adottati negli anni scorsi avevano contribuito a limitare i danni. Tali provvedimenti hanno fatto da effetto leva sui costi delle nostre bollette. A partire dal 1° gennaio 2024 l’IVA sul gas metano per usi civili è aumentata dal 5% all’aliquota ordinaria, che varia dal 10 al 22%. La riduzione al 5% era in vigore dal 2022 ed è terminata senza proroga il 31 dicembre 2023. L’altra partita riguarda gli oneri di sistema, cioè quei costi fissi che, in aggiunta ai propri consumi, vengono conteggiati nelle bollette della luce e, in misura minore, del gas. In particolare, nel caso della luce gli oneri di sistema hanno un peso che va dal 20 al 25% del costo totale della bolletta, mentre nel caso del gas parliamo del 4% circa. Alla fine del 2021 e per tutto il 2022 gli oneri di sistema sono stati azzerati per combattere il caro bollette. Tuttavia, nel corso del 2023, Sono stati reintrodotti (a partire dal secondo trimestre per quanto riguarda la luce e dal terzo trimestre per il gas.

 

Naturalmente l’ammontare dell’iva pesa molto sulla bolletta invernale quando si supera il consumo dei 480 Smc in cui l’IVA pesa solo per il 10% mentre dal 481° Smc l’iva sale al 22% cioè oltre un quinto del costo della materia prima. Un argomento, quello fiscale, che meriterebbe un approfondimento visto il principio costituzionale della capacità contributiva che dovrebbe andare incontro ai meno abbienti. 

 

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Il rapporto OIPE indaga il fenomeno della povertà energetica ma non approfondisce un altro fenomeno che riguarda i vulnerabili energetici (da non confondere con i vulnerabili socio-economici del mercato dell’energia che hanno ancora diritto alle tariffa di tutela). 

 

Ma chi sono i vulnerabili energetici? Sono soggetti che per scelte inadeguate, pagano più del dovuto le bollette energetiche, col rischio di compromettere il proprio bilancio familiare; (Def. dell’A.), cioè individui che per motivi diversi come l’incapacità di valutare le offerte, di capire i contratti o di gestire “la pressione” dei venditori sono incapaci di fare scelte consapevoli e adeguate sul mercato energetico in base ai propri bisogni. 

 

Non ci sono studi ed approfondimenti su questa platea. Certamente riguarda un numero considerevole di famiglie. Probabilmente questo fenomeno interessa non meno del 20% della popolazione ma se considerazione i dati dell’OCSE sull’analfabetismo funzionale che tocca il 35% della popolazione italiana, considerando la cripticità delle offerte energetiche è probabile che i vulnerabili energetici siano molto di più. A supporto di tale tesi riportiamo il testo di un’offerta del mercato libero a prezzo variabile per il mercato del gas!

 

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Che fare? Beh, i soggetti coinvolti sono molteplici e le politiche applicabili vanno distinti. Tra le politiche istituzionali una revisione del bonus sociale per disagio economico eliminando i limiti di redditi ed introducendo una progressività nell’erogazione dei bonus aiuterebbe i più deboli. Oggi chi ha un Isee di 9.531 o 20.001 euro se con almeno 4 figli a carico non percepisce alcun bonus.

 

Arera dovrebbe obbligare i player del mercato a semplificare le offerte e facilitare l’accesso alle tariffe per chi ha ancora diritto alla maggior tutela. 

 

Politiche Locali, certamente l’apertura diffusa di sportelli energia in cui i tutor per l’energia domestica o gli energy manager aiutino i più fragili a scegliere le offerte più adatte al proprio profilo di consumo e di reddito aiuterebbe enormemente. 

 

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Iniziative singole come:

  • WISE, Women in Solidarity for Energy di Rete Assist. Il target del progetto europeo WISE, sono le “donne single”, che include donne anziane, madri single e donne (sia anziane che madri single) di status migrante e rifugiato; https://www.reteassist.it/copia-di-siamo-energia;
  • ASSERT, si pone come obbiettivo il sostegno alle persone con disabilità fisiche, che, avendo maggiori esigenze energetiche e redditi più bassi, sono particolarmente vulnerabili alla povertà energetica. Rispondere alle loro necessità specifiche può spezzare il circolo vizioso del peggioramento delle condizioni di salute, spesso aggravato dalle difficili condizioni abitative causate dalla povertà energetica. https://www.reteassist.it/news/assert%3A-un-progetto-per-affrontare-la-povert%C3%A0-energetica-tra-i-vulnerabili;
  •  
  • I Gruppi d’acquisto energia: nascono con la finalità di selezionare uno o più venditori per la fornitura di energia elettrica e/o gas naturale ai clienti riuniti nel gruppo. Vengono promossi da un soggetto “organizzatore” attraverso campagne che possono essere periodiche o permanenti, durante le quali singoli clienti possono aderire al Gruppo. Dopo avere selezionato le offerte commerciali ritenute più vantaggiose, il Gruppo d’acquisto le propone ai propri membri che possono stipulare il proprio contratto di fornitura con il venditore alle condizioni stabilite.
  •  
  • L’autoconsumo diffuso: Arera definisce sette differenti tipi di configurazioni possibili per l’autoconsumo diffuso: 

Vedasi: https://www.gse.it/servizi-per-te/autoconsumo/gruppi-di-autoconsumatori-e-comunita-di-energia-rinnovabile.

 

Purtroppo, molte di queste iniziative presuppongono una “consapevolezza energetica” ed una educazione all’energia che non è così diffusa da noi. Ancora una volta dovrebbero essere i comuni, consociati in rete ad avviare sportelli energia un servizio di prossimità in grado di diffondere cultura energetica ed aiutare le persone fragili ad orientarsi nel mercato dell’energia.

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