La Legge di Bilancio 2025 introduce novità per il piano Transizione 5.0: nuove aliquote, maggiore cumulabilità del credito d’imposta e semplificazioni per le imprese. Particolare attenzione alle ESCo e agli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile.
Fin dal suo rilascio, il piano nazionale Transizione 5.0 ha subito una serie di modifiche volte a recepire le indicazioni e i suggerimenti degli attori di mercato e a semplificare il più possibile le procedure per le imprese.
La legge di bilancio 2025 ha introdotto ulteriori correttivi su vari aspetti: scaglioni di investimento, aliquote, snellimento procedure di calcolo e cumulabilità.
EsCO: credito di imposta per progetti innovativi
La prima novità riguarda le ESCo, le quali da ora in avanti potranno maturare direttamente il credito d’imposta per i progetti di innovazione effettuati presso le aziende clienti.
Il credito d’imposta potrà essere riconosciuto alla ESCo che ha effettuato un audit energetico preliminare e definito le azioni da svolgere per l’efficientamento, di cui sia stato verificato l’esito finale.
Modifiche agli scaglioni di investimento e aliquote di credito d’imposta
La legge di bilancio ha ridefinito gli scaglioni di investimento e modificato le aliquote associate.
Originariamente il piano prevedeva tre fasce di investimenti (al di sotto dei 2,5 milioni euro, tra 2,5 e 10 milioni e fra 10 e 50 milioni).
Con le modifiche introdotte, gli scaglioni diventano solo due (al di sotto dei 10 milioni e fra 10 e 50 milioni) e al primo si applicheranno le aliquote originariamente previste per lo scaglione under 2,5 ovvero 35%, 40% e 45% a seconda della percentuale di riduzione dei consumi.
Incentivi potenziati per gli investimenti in energia rinnovabile
Inoltre, viene rafforzata la maggiorazione delle aliquote prevista per gli investimenti in beni materiali nuovi finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo.
Se questa autoproduzione sarà realizzata con moduli fotovoltaici con un’efficienza di cella almeno pari al 24%, la maggioranza del credito potrà ora arrivare al 150%.
Compatibilità dei crediti d’imposta
Il credito d’imposta maturato per Transizione 5.0 diventa cumulabile con il credito per investimenti nella Zona Economica Speciale (ZES unica-Mezzogiorno) e nella Zona Logistica Semplificata (ZLS) oltre che con ulteriori agevolazioni previste nell’ambito dei programmi e strumenti dell’Unione europea, a condizione che il sostegno non copra le medesime quote di costo dei singoli investimenti del progetto di innovazione.
Semplificazione nel calcolo dei risparmi energetici
Infine, la legge di bilancio ha introdotto significative semplificazioni nelle procedure di calcolo dei risparmi.
Una prima semplificazione è contemplata per la sostituzione di beni obsoleti, vale a dire investimenti che abbiano completato da oltre 24 mesi il loro piano di ammortamento.
Viene prevista una “presunzione” di conseguimento della riduzione minima dei consumi energetici richiesta per accedere al credito di imposta (che si ricorda deve essere pari almeno al 3% per la struttura produttiva oppure al 5% per il processo produttivo) in virtù degli investimenti in beni materiali nuovi (dotati dei requisiti 4.0) che siano stati acquistati in sostituzione dei beni materiali aventi caratteristiche tecnologiche analoghe e interamente ammortizzati da almeno 24 mesi alla data di presentazione della comunicazione di accesso al credito di imposta.
È fatta salva per l’impresa la possibilità di dimostrare il raggiungimento di un risparmio energetico superiore e beneficiare, così, di un’aliquota agevolativa più elevata.
Disposizioni significative per le società di servizi energetici (ESCO)
L’altra importante facilitazione riguarda i progetti di innovazione ed efficientamento realizzati dalle ESCo.
Se il progetto è stato realizzato nell’ambito di un EPC (Energy Performance Contract) nel quale sia stato espressamente previsto l’impegno a conseguire il raggiungimento di una riduzione dei consumi energetici pari almeno al 3% (per la struttura produttiva) o al 5% (per il processo produttivo), la riduzione dei consumi energetici si considera in ogni caso conseguita. Pertanto, l’EPC diventa una garanzia di raggiungimento delle soglie di risparmio previste.
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In conclusione, dall’analisi complessiva dei provvedimenti inseriti nella manovra finanziaria di quest’anno, Transizione 5.0 si configura come l’incentivo sul quale il legislatore punta forte per il 2025, anche in considerazione delle contestuali significative contrazioni imposte ai bonus edilizi e a Transizione 4.0.
Pertanto, nel 2025 ci si attende un’accelerazione decisiva degli investimenti agevolabili con tale meccanismo incentivante.
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