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“Grazie all’azione sviluppata dall’Anci, con il presidente Manfredi e con il vice presidente Pella, siamo arrivati ad un testo condiviso della legge di Bilancio, ma le difficoltà rimangono soprattutto perché veniamo da una stagione di tagli lunga 15 anni, soprattutto per il trasferimenti statali con una forte riduzione della spesa corrente”. Lo ha detto il Marco Fioravanti, sindaco Comune di Ascoli Piceno, Presidente Consiglio Nazionale Anci, nel suo intervento ai lavori della XIII edizione della Conferenza sulla Finanza e l’economia locale di Ifel (segui la diretta), focalizzata sull’analisi delle implicazioni della Legge di bilancio e sulle prospettive delle riforme, con particolare attenzione alla finanza locale. Secondo Fioravanti, proprio la capacità dimostrata “in questi anni dai Comuni di poter razionalizzare la spesa corrente e poter attivare i mutui ha certificato che la classe dirigente più efficiente e più concreta sta negli enti locali”. Per questo serve “un ripensamento del ruolo dei Comuni nel sistema Paese, partendo da aspetti centrali, come la casa e il sociale che rappresenta un investimento per il futuro. Se non riusciamo a mettere i Comuni al centro di una visione futura del paese, rischiamo di rimanere il paese della rincorsa.
“Abbiamo aumentato gli investimenti nei Comuni grazie al Pnrr. grazie alla concretezza dei sindaci per poter portare avanti risorse importanti che possono valorizzare il patrimonio dei municipi, tutto ciò riducendo di molto la spesa pubblica nei comuni. Questo porta a un miglioramento, a un efficientamento dell’equilibrio dei comuni e del bilancio, però abbiamo bisogno di maggiore autonomia e di maggiori risorse. E soprattutto di poter sprigionare le risorse ferme, ossia i fondi di credito di dubbia esigibilità per poter valorizzare i patrimoni nelle città”, ha concluso.
Da parte sua Roberto Pella, sindaco del comune di Valdengo e vicepresidente Anci ha posto l’accento sulla necessità di rivedere la legge sulla contabilità che è molto datata. “Esiste in Parlamento un gruppo di lavoro che dovrebbe avere una maggiore interazione con i Comuni e con l’Anci visto che sono gli amministratori locali che hanno il polso di come vanno concretamente le cose nei territori”, ha affermato Pella. A suo parere il quadro generale della contabilità andrebbe riformato, come sta avvenendo per il Tuel che è del 2001, per “rendere più facili gli adempimenti comunali, soprattutto nei piccoli Comuni dove i funzionari sono spesso dei tuttologi che devono rispondere a documenti burocratici che non hanno alcun valore concreto”. Il quadro attuale, e lo dico da sindaco, non corrisponde a quelle che sono le esigenze reali del territorio e noi dobbiamo procedere per una semplificazione delle tante norme esistenti”, ha aggiunto.
Altro tema cruciale per Pella è il percorso del federalismo fiscale che deve ripartire dalla legge 42 del 2009. “Quel processo si è forse interrotto per la mancata voglia di andare oltre una riforma strutturale. Ma adesso va ripreso, anche in vista delle sfide globali che attendono l’Europa che è chiamata a stare al passo con gli altri competitor mondiali, come l’America e il mondo asiatico”. In ogni caso per il vicepresidente Anci “le grandi riforme si fanno solo partendo dal basso, condividendole gli amministratori locali: se non li mettiamo al centro di queste riforme sicuramente il risultato non arriverà mai”.
Sulla ripartenza del federalismo fiscale il segretario generale Anci Veronica Nicotra, dopo aver ricordato la genesi dei decreti attuativi del 2009, ha espresso perplessità. “Bisogna sempre stare coi piedi per terra, lo dico non perché non ci crediamo ma perché siamo in una fase nuova soprattutto dal punto di vista dei vincoli europei che sono stati introdotti col PSB. E’ evidente – ha aggiunto – che c’è comunque una difficoltà implicita col nostro quadro costituzionale, in particolare con l’articolo 119, rispetto agli obblighi di contenimento della spesa primaria netta che l’Europa ci impone”.
Venendo alla legge di Bilancio, Nicotra ha riconosciuto che “alcune risposte alle nostre richieste sono arrivate” e grazie “alle risorse sui minori, ai 54 milioni e comunque a una riduzione di risorse nuove diciamo di soli 140 milioni, riusciamo a reggere nel 2025”. Ma ci sarà “un taglio significativo di parte corrente, soprattutto a partire dal 2026, che si somma al taglio che avevamo ottenuto avuto lo scorso anno. Anche se si tratta di un taglio indiretto – ha spiegato – siamo di fronte ad una riduzione della spesa corrente che indubbiamente preoccupa molto i nostri amministratori”. Rispetto a questi timori il segretario generale è stato chiaro: “Qualche soluzione andrà pensata, non esiste un’unica soluzione, è necessario agire su vari aspetti che riguardano sicuramente il versante delle entrate, la possibilità di introdurre delle previsioni sul fondo crediti dubbia esigibilità e sul tema dei Comuni in dissesto”. Infine, sul Pnrr, il segretario generale ha auspicato un rafforzamento del decreto pagamenti con cui Anci ha ottenuto uno snellimento delle procedure di pagamento delle opere finanziate. “Non in termini normativi ma in termini gestione amministrativa, ancora ci arrivano nel quotidiano segnali molti allarmanti da parte dei Comuni e dei sindaci sui ritardi. Sarebbe opportuno – ha concluso – che la Presidenza del consiglio svolgesse un coordinamento un po’ più stretto sulle diverse amministrazioni titolari”.
Sul tema della riscossione Silvia Scozzese, vice Sindaco e assessore al Bilancio, Comune di Roma, ha sottolineato come “per quella ordinaria le cose nei Comuni sono migliorate nettamente anche grazie all’utilizzo dei nuovi strumenti a disposizione come l’App Io. Resta invece il tema della riscossione coattiva sulla quale siamo invece molto indietro”. A parere dell’assessore capitolino questo è legato soprattutto al fatto che “è stata pensata un’unica agenzia chiamata ad occuparsi di ogni tipo di riscossione senza tenere conto della vera natura dei singoli tributi. Abbiamo bisogno di strumenti che siano efficaci e visto che si parla di ristrutturazione delle voci di entrata voglio ricordare che i Comuni hanno tutti i tributi abbastanza scomodi da riscuotere”, ha aggiunto.
Sullo stesso tenore l’intervento di Gabriella Nardelli, assessore al Bilancio Comune di Torino che ha ricordato le difficoltà operative delle società in house che si occupano di riscossione. “Per una questione sollevata dal garante della privacy oggi non possiamo avere conoscenza dei conti correnti bancari dei nostri contribuenti e per questo non possiamo svolgere tutta una serie di azioni, ci auguriamo che a breve questa cosa venga sbloccata”. Per Nardelli, “il monitoraggio del patto di stabilità per Torino sta andando bene fortunatamente perché tutte le azioni che abbiamo messo in campo di contenimento della spesa le stiamo gestendo anche a livello di riscossione che è aumentata”.
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