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E se il 31 gennaio diventasse la “Giornata nazionale del debito consapevole”?

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Una giornata dedicata al debito consapevole per riflettere sulle proprie finanze, sulla capacità di indebitarsi e su quali siano le spese davvero essenziali di un nucleo familiare. Quando? Il 31 gennaio, come data simbolo in cui le persone, passate le festività natalizie, possono pianificare le spese per l’anno nuovo. È la proposta della Scialuppa Crt – Fondazione Antiusura lanciata ieri in collaborazione con la Fondazione Crt in un convegno a Torino.

La proposta

«La Scialuppa si trova quotidianamente di fronte a famiglie e persone che non riescono più a sostenere i prestiti contratti e si trovano seriamente a rischio usura». È la dichiarazione del presidente della Fondazione La Scialuppa Crt Ernesto Ramojno: «il nostro Osservatorio evidenzia un quadro preoccupante. Molte famiglie, per scarsa conoscenza o per decisioni impulsive, contraggono debiti che poi non riescono a gestire. Al di là degli istituti bancari e delle società serie, che applicano criteri rigorosi basati sulla capacità di indebitamento, c’è una galassia di realtà, dalle zone grigie della legalità fino a veri e propri usurai, che non si curano della reale situazione economica dei clienti, sfruttandone anzi le difficoltà. E questi casi spesso sfuggono a ogni analisi. Per questa ragione, vogliamo istituire la Giornata del debito consapevole».

«La lotta all’usura ha diversi alleati», ha aggiunto la presidente della Fondazione Crt Anna Maria Poggi: «la diffusione di una cultura del risparmio, la consapevolezza dei rischi legati al sovraindebitamento, la collaborazione sinergica delle realtà che operano sul territorio per contrastare le diverse forme di povertà. La Scialuppa Crt è un esempio di come la Fondazione abbia tradotto la propria missione in azioni concrete a favore delle fasce più fragili della società».

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Un momento del convegno di giovedì 30 gennaio a Torino.

Che cos’è la Scialuppa

La Scialuppa da oltre 25 anni assiste coloro che si trovano in temporanea difficoltà economica e che, non essendo più bancabili, anche a causa dell’elevato indebitamento, sono a rischio usura. Ha assistito in questi anni più di 18mila casi, con più di 47 milioni di finanziamenti bancari concessi assistiti da garanzia gratuita.

I numeri di un fenomeno crescente

Nel corso del convegno, sono stati forniti i numeri del sovraindebitamento in Italia. «Il numero di famiglie intrappolate in una situazione di indebitamento senza via d’uscita era cresciuto drammaticamente dal 2007 (anno della grande crisi) al 2017, passando da circa 1,2 milioni di famiglie a 1,9 circa (dati tratti da un’analisi de L’Osservatore Romano del 2024). Durante la pandemia, grazie a misure straordinarie come aiuti statali, sospensione di procedure esecutive, divieto di licenziamenti e moratorie su tasse e mutui, si era registrato un calo temporaneo del numero di famiglie in difficoltà economica, sceso a circa 1,1 milione». Ma il fenomeno è rapidamente riesploso: «a fine 2023, il numero di famiglie sovraindebitate ha superato nuovamente i 2 milioni, con un incremento di circa 100mila nuovi casi per ogni punto percentuale di inflazione».

Un recente studio condotto da Libera, che restituisce le risposte di 412 operatori economici di Torino, Firenze e Napoli intervistati da volontari dell’associazione che hanno condotto un’inchiesta “su strada” incontrando complessivamente 1.356 operatori economici, mette in luce un elemento cruciale: la paura. «È infatti il timore di ritorsioni o di un’esposizione pubblica a spingere molte vittime di usura a non chiedere aiuto, alimentando il sommerso e rendendo estremamente difficile una fotografia precisa del fenomeno. I dati raccolti evidenziano che, sebbene soltanto il 3,21% dei torinesi consideri l’usura un problema “molto grave”, il 10,55% degli intervistati dichiara di conoscere vittime di usura. Un aspetto centrale emerso dallo studio è che la paura delle ritorsioni rimane il principale ostacolo alla denuncia, citata dal 54,61% del campione nazionale, seguita dalla sfiducia nelle istituzioni (17,71%)».

Un altro elemento che alimenta il terreno fertile per il sovraindebitamento è la povertà, che spinge molte famiglie a ricorrere a prestiti per far fronte alle spese quotidiane, spesso senza le necessarie garanzie finanziarie. Secondo i dati dell’Annuario statistico regionale del Piemonte elaborato dall’Ufficio statistica della Regione con l’Istat territoriale, nel 2023 l’11,7% degli individui in Piemonte viveva in famiglie in povertà relativa, un dato stabile rispetto al 2022 ma in aumento rispetto al 10% registrato nel 2021.

Le fotografie sono di Fondazione Crt

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