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Un massiccio attacco informatico che ha preso di mira la start-up cinese d’intelligenza artificiale DeepSeek ha avuto origine negli Stati Uniti. A quanto riportato dall’account di social media Yuyuan Tantian, affiliato all’emittente statale cinese “Cctv”, la violazione “è iniziata il 3 gennaio e ha raggiunto il picco lunedì e martedì, con un massiccio attacco da indirizzi Ip statunitensi”. Nelle prime fasi – stando alla ricostruzione fornita dai media di Stato cinesi – sono stati condotti soprattutto attacchi denial-of-service (Ddos), che miravano a interrompere le regolari operazioni di DeepSeek travolgendo i suoi server e la sua larghezza di banda con un’ondata di traffico Internet. Più di recente, invece, l’azienda avrebbe subito attacchi “brute-force”, che puntano a decifrare numeri identificativi e password degli utenti per capire come funziona DeepSeek.
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Il 20 gennaio, la start-up con sede ad Hangzhou, nella provincia orientale dello Zhejiang, ha presentato un avanzato modello d’intelligenza artificiale denominato R1, che – stando alla stessa azienda – è in grado di “fare concorrenza al modello o1” sviluppato dalla rivale statunitense OpenAI. A far discutere è anche il costo competitivo del nuovo assistente virtuale di DeepSeek, che lo ha presentato come da 20 a 50 volte più economico da utilizzare rispetto al modello o1 di OpenAI. DeepSeek ha attirato per la prima volta l’attenzione globale il mese scorso, quando ha dichiarato in un documento che l’addestramento del suo modello DeepSeek-V3 ha richiesto meno di sei milioni di dollari in potenza di calcolo utilizzando i chip Nvidia H800, meno performanti rispetto al top di gamma, di cui gli Stati Uniti hanno limitato le esportazioni verso la Cina.
Il fatto che il modello di DeepSeek abbia raggiunto livelli di prestazione simili a quelli di ChatGpt con microchip “depotenziati” mette, di fatto, in discussione le spese ingentissime sostenute negli ultimi anni dai colossi tecnologici statunitensi per lo sviluppo di processori grafici per l’intelligenza artificiale. Il “Wall Street Journal”, citando l’analista di settore Stacy Rasgon, osserva tuttavia come DeepSeek potrebbe aver solo trovato un modo per ridurre i costi di addestramento dell’Ia: la domanda di intelligenza artificiale è destinata comunque a crescere, e le aziende tecnologiche continuano ad aver bisogno di sempre maggiore potenza di calcolo.
Oltre a provocare un vero e proprio terremoto tra i titoli tecnologici statunitensi (le azioni del produttore di processori grafici Nvidia hanno perso il 27 gennaio oltre il 13 per cento del loro valore a Wall Street, pari a circa 400 miliardi di dollari), i risultati conseguiti da DeepSeek hanno suscitato preoccupazione anche a Washington. Parlando ad una conferenza dei deputati repubblicani in Florida il 27 gennaio, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha chiarito che il modello DeepSeek-R1 deve essere considerato “un campanello d’allarme” per le industrie nazionali. “Dobbiamo rimanere concentrati, e competere per vincere”, ha sottolineato.
Il 27 gennaio, DeepSeek ha annunciato di aver subito un attacco informatico e di aver dovuto limitare temporaneamente le registrazioni sulla propria piattaforma, diventata negli ultimi giorni la più scaricata sull’App Store di Apple negli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dalla pagina web dell’azienda, il disservizio è stato il più lungo degli ultimi 90 giorni ed è avvenuto in concomitanza con l’impennata di popolarità dell’applicazione. DeepSeek ha comunque risolto i problemi relativi alla sua interfaccia di programmazione delle applicazioni (Api) e all’impossibilità degli utenti di accedere al sito.
A quanto riferito dall’emittente statunitense “Bloomberg” sulla base di fonti riservate, Microsoft e OpenAI stanno cercando di stabilire se dati e tecnologia di OpenAI, creatore del modello di intelligenza artificiale (Ia) ChatGpt, siano stati ottenuti in modo non autorizzato da un gruppo collegato a DeepSeek. Secondo le indiscrezioni, gli esperti di sicurezza di Microsoft hanno osservato che lo scorso autunno, individui ritenuti legati a DeepSeek hanno esfiltrato una grande quantità di dati utilizzando l’interfaccia di programmazione delle applicazioni (Api) di OpenAI. L’Api di OpenAI è il principale metodo tramite cui sviluppatori software e clienti aziendali acquistano i servizi di OpenAI. Microsoft, il più grande investitore di OpenAI, ha notificato all’azienda un’attività  sospetta.
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