INTERVISTA alla nuova direttrice della tanto discussa Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione della Regione. Maceratese doc, lavora da oltre 30 anni per la pubblica amministrazione. E’ stata scelta fra decine di altri candidati, arriva da dirigente dell’Audit e ora le tocca una bella gatta da pelare: «Nella mia vita mi sono sempre trovata in situazione sfidanti, anche in questo caso darà il meglio di me». Sul passato burrascoso segnato dalla direzione Bruschini: «Lasciamo lavorare la commissione». Primo obiettivo: «Continuare nel solco di quello che ha fatto Stefania Bussoletti rafforzando la squadra e prendendo immediatamente contatti con gli stakeholders. Saremo subito operativi». Sulla promozione turistica: «Guardare le “best practices” di altre regioni è una buona pratica che va coltivata»
di Matteo Zallocco
Maceratese, 52 anni, master in public management alla Bocconi e una solida esperienza nell’amministrazione pubblica iniziata proprio con il turismo.
Marina Santucci, la sua nomina è avvenuta dopo una selezione tra trenta candidati, cosa l’ha spinta a “correre” per la direzione di Atim?
«Sostanzialmente nasco nel ’99 nella pubblica amministrazione proprio come funzionario al turismo per la Provincia di Macerata».
Le è toccata una bella patata bollente.
«Nella mia vita mi sono sempre trovata in situazione sfidanti, anche in questo caso darà il meglio di me con l’aiuto della squadra».
Squadra che al momento sembra fatiscente.
«Fatiscente mi sembra inopportuno. In realtà c’erano alcuni dipendenti anche prima, la dottoressa Bussoletti durante il suo interim da agosto ha strutturato l’organizzazione con cinque persone e sono pronte procedure per il reclutamento di altre sette».
Qual è stato il suo primo pensiero ieri quando ha saputo della nomina a direttrice di Atim?
«Sono stata grata dell’opportunità che mi è stata data».
Cosa le ha detto il governatore Acquaroli?
«Mi ha fatto gli auguri per un buon lavoro».
Solo questo?
«E mi ha detto che faremo il passaggio di consegne insieme alla dottoressa Bussoletti che mi illustrerà le azioni che ha messo in cantiere, saremo subito operative».
Da dirigente dell’Audit ha il ruolo di controllore: come lo tradurrà nell’Atim?
«L’esperienza come autorità di Audit è preziosa perché mi ha permesso di conoscere trasversalmente tutte le attività di competenza dell’ente Regione Marche, porterò questa mia esperienza in Atim».
Quali competenze acquisite nel settore pubblico ritiene più utili per questo ruolo?
«Il rapporto con i colleghi, i collaboratori e l’importanza del confronto gli stakeholders (portatori d’interesse, ndr) del territorio. Credo molto nel lavoro di squadra».
La gestione Bruschini ha creato diversi problemi.
«Non sono qui per giudicare il passato. Credo che Atim sia uno strumento utile per migliorare il posizionamento del brand Marche sul panorama internazionale e lavorerò per questo. I risultati record sul turismo dimostrano che c’è tanta voglia di scoprire le Marche. Per il resto c’è in atto un’attività di una commissione che sta controllando l’operato e che finirà il 20 febbraio, tre giorni dopo il mio insediamento».
La sua è stata scelta diametralmente opposta rispetto a Marco Bruschini: venuto da Roma con un curricula da “top player” nel settore turistico ma nella sua esperienza all’Atim gli è sempre stata criticata la mancanza di organizzazione e l’operatività quotidiana sul territorio.
«La scelta è stata fatta in base ai curricula arrivati, si tratta di un interpello pubblico, quindi evidentemente il mio è stato ritenuto il più adatto. Ho un’esperienza ahimè quasi trentennale nella pubblica amministrazione e nel settore del turismo».
Qual è il suo primo obiettivo per rilanciare l’agenzia?
«Continuare nel solco di quello che ha fatto Stefania Bussoletti rafforzando la squadra e prendendo immediatamente contatti con gli stakeholders per una condivisione immediata delle azioni che dovranno essere poste in essere».
Quali sono i punti di forza di questa regione?
«Le Marche sono una regione al plurale e quindi possono permettersi un’offerta di turismi che possono essere quello enogastronomico, culturale, escursionistico, cicloturistico, legato allo shopping, ovviamente quello del mare ma anche della montagna, siamo l’unica regione al plurale questa è la nostra forza».
Il Maceratese è un esempio di turismo al plurale: tanti splendidi borghi dell’entroterra a cui è sempre mancata promozione turistica. E’ mancata anche una rete?
«Le Marche vantano un numero molto significativo tra i borghi più belli d’Italia e bandiere d’arancione. Ci sono tante belle esperienze, il ruolo di Atim è anche quello di valorizzarle e promuoverle in sinergia«.
Basta un attestato per portare turismo?
«Per gli arrivi e le presenze dal 2019 a oggi c’è stato un aumento significativo costante, soprattutto di stranieri».
Viene contestato che nel 2023 il flusso di turisti nelle strutture ricettive delle Marche è cresciuto solo dello 0,6% rispetto al 2022 a fronte di una variazione media nazionale di aumento del +8,5%; per la variazione tra il 2022 e il 2023 la regione è penultima in Italia seguita solo dalla Sardegna (-3,4%; 14.200.536 di presenze).
«Questo è un dato del tutto decontestualizzato. Le Marche già nel 2022 hanno non solo superato i dati prepandemici ma registrato il più alto record di turisti, con 11,2 milioni di presenze, un dato che è stato migliorato nel 2023 nonostante una stagione turistica condizionata anche dal maltempo e dall’alluvione, e ancora migliorato nel 2024. L’aumento costante e significativo e i numeri non mentono«.
Ci sono nuovi mercati su cui Atim si potrà concentrare nei prossimi anni?
«Sicuramente e anche su questo voglio lavorare, insieme al mondo delle imprese, per aggredire nuove fette di mercato e lavorare per internazionalizzare il made in Marche, frutto del genio e della capacità artigiana e imprenditoriale unica del nostro territorio. Le nostre eccellenze sono uno straordinario biglietto da visita».
Quali strategie adotterà per favorire l’internazionalizzazione delle imprese marchigiane?
«Il massimo coinvolgimento delle imprese del territorio e delle associazioni di categoria per facilitare il posizionamento del prodotto Made in Marche all’estero».
Il digitale è sempre più centrale nel turismo. Quali innovazioni prevede per promuovere la regione?
«Parte del personale assunto si occuperà proprio di comunicazione e di web-marketing, il digitale è un alleato prezioso».
C’è un modello di promozione turistica che l’ha ispira?
«Guardare le “best practices” di altre regioni è una buona pratica che va coltivata, mantenendo sempre al centro la nostra autenticità e la bellezza delle Marche».
Dove vede la nostra regione tra cinque anni dal punto di vista turistico?
«Le vedo con un brand rafforzato e con un posizionamento più alto sui mercati italiani e internazionali».
Se dovesse descrivere le Marche con tre parole chiave per attrarre i turisti, quali sceglierebbe?
«Autentiche, accoglienti e sorprendenti».
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