Legge sulla caccia: cambia la gestione del lupo e del castoro

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Di: SEIDISERA-Dick/SRF/Bleff 

Dal 1° febbraio entra in vigore in Svizzera la nuova legge sulla caccia, votata dal Parlamento nel 2022. Il testo introduce modifiche significative, tra cui un nuovo approccio alla regolazione della popolazione di lupi, passando da un modello reattivo a una gestione preventiva. La revisione ha suscitato accese discussioni negli ultimi anni, ma sembra ora aver ottenuto un consenso più ampio, anche tra le associazioni ambientaliste.

Uno dei principali motivi di preoccupazione è stato l’aumento della popolazione di lupi nel Paese. Nel 2012 era presente un solo branco, mentre otto anni dopo se ne contavano già undici. Oggi si stima la presenza di almeno 35 branchi, per un totale di circa 300-350 esemplari. Questa crescita ha alimentato il dibattito sulla necessità di una regolazione più incisiva. Le associazioni agricole, tra cui l’Unione dei contadini svizzeri, sostengono il nuovo modello proattivo, ritenendolo essenziale per tutelare l’economia alpestre. Tuttavia, chiedono già un ulteriore inasprimento delle norme.

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Sul fronte delle predazioni, il Gruppo Lupo Svizzera evidenzia come, dopo il picco registrato nel 2022, si sia osservata una riduzione negli ultimi due anni. Sono in corso studi per determinare se vi sia una correlazione tra gli abbattimenti preventivi e il comportamento del lupo, ma al momento non esistono conclusioni definitive.

Un primo cambiamento è stato introdotto già alla fine del 2023, con due fasi transitorie di abbattimenti preventivi, autorizzati prima della piena entrata in vigore della legge. Durante questi periodi, tra il 2023 e il gennaio 2024, si è intervenuti per limitare i danni causati dai lupi. La revisione normativa ora stabilisce criteri più chiari, condizione che ha portato diverse organizzazioni ambientaliste, tra cui Pro Natura e WWF Svizzera, a ritirare i ricorsi pendenti contro le ordinanze dei Cantoni dei Grigioni e del Vallese. Gli ambientalisti, in particolare, hanno accolto con favore l’introduzione di regole più definite per gli abbattimenti preventivi, che richiedono una prova oggettiva del pericolo rappresentato dai lupi per le attività umane.

Nonostante questi sviluppi, permangono questioni aperte. Sia gli agricoltori sia le associazioni ambientaliste chiedono un rafforzamento delle misure di protezione per il bestiame, mentre gli effetti della regolazione proattiva sulla dinamica della popolazione di lupi restano da verificare nei prossimi mesi. Ulteriori interventi saranno possibili tra giugno e agosto, quando potranno essere abbattuti branchi responsabili di danni, purché la richiesta venga approvata dall’Ufficio federale dell’ambiente. Unica eccezione a questa regola riguarda i singoli lupi che rappresentano una minaccia diretta per l’uomo.

La nuova legge permetterà ai Cantoni di abbattere i castori in determinate circostanze. Questa decisione è motivata dall’aumento significativo della popolazione di castori nel paese, che negli ultimi 15 anni è triplicata, raggiungendo circa 1’382 colonie nel 2022, ovvero circa 5’000 esemplari. L’espansione della specie ha portato a conflitti con le attività agricole e infrastrutturali, spingendo le autorità a trovare un equilibrio tra la protezione dell’animale e la gestione dei danni causati.

Secondo le nuove disposizioni, i Cantoni potranno autorizzare l’abbattimento dei castori solo se non esistono altre soluzioni praticabili per mitigare i danni. Inoltre, sarà consentito solo in presenza di danni significativi a infrastrutture, terreni agricoli o impianti idraulici. Questa modifica è stata accolta con preoccupazione dalle organizzazioni ambientaliste, che temono un indebolimento della protezione della specie e un aumento delle uccisioni non necessarie.

I castori, protetti dalla legge svizzera dal 1962, svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi acquatici, contribuendo alla biodiversità e alla regolazione delle acque. Tuttavia, le loro attività, come la costruzione di dighe e la modifica dei corsi d’acqua, possono provocare l’allagamento di campi agricoli e il danneggiamento di infrastrutture. In risposta a queste problematiche, alcune soluzioni alternative sono già in uso, come barriere per proteggere alberi e sistemi di drenaggio per prevenire allagamenti.

La petizione “Save the beaver” (Salviamo il castoro), lanciata da diverse organizzazioni per la protezione della natura e degli animali, chiede ai Cantoni di mantenere “l’approccio ragionevole” adottato in precedenza nei confronti di questi animali e di non applicare le nuove norme. Le associazioni ambientaliste temono che questa apertura all’abbattimento possa portare a una riduzione della popolazione di castori nel lungo termine.

Secondo Christof Angst, responsabile del servizio federale di consulenza sul castoro, citato da Swissinfo, non esiste alcuna giustificazione per abbattimenti improvvisi e indiscriminati di questi animali. Le nuove disposizioni stabiliscono criteri precisi, impedendo che chiunque possa decidere autonomamente di eliminarli con un’arma da fuoco. Angst sottolinea che la revisione normativa ha introdotto regole ben definite, specificando chi è autorizzato a intervenire e in quali situazioni, evitando così una gestione caotica e priva di controllo.

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Resta ora da vedere come i Cantoni applicheranno questa nuova possibilità e quali saranno gli effetti sul delicato equilibrio tra conservazione della natura e gestione delle risorse.



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