Patrizia Pellegrino: «Porto Rotondo è stata casa per vent’anni. Sogno Ozpetek e non escludo la politica»

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In tv, a teatro siamo abituati a vederla sempre con il sorriso. Eppure la vita non le ha risparmiato difficoltà, dolori, lutti. Ma lei, Patrizia Pellegrino, ha scelto comunque di sorridere. E “Ho scelto di sorridere” è il titolo del libro, edito da Frascati&Serradifalco, in cui l’attrice napoletana ha voluto raccontare il suo percorso umano e professionale. Un inno alla positività nonostante tutto, perché comunque lei, in qualche modo, è riuscita a vedere realizzati i suoi sogni, le sue ambizioni. A prescindere da tutto e da tutti.

Patrizia, il suo libro inizia con l’incontro con il principe Alberto di Monaco. Una fiaba ma non a lieto fine…

«A lieto fine no, altrimenti sarei diventata principessa. È un incontro che mi ha arricchita. Essere stata corteggiata da un uomo come lui, così old fashion, è stata una cosa bellissima. Ed è sempre bello parlarne».

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Ho scelto di sorridere… il primo sorriso che ricorda?

«Ero una bambina timida, ma sempre felice. Ero piena di sorrisi che regalavo a tutti».

Da bambina cosa sognava?

«Ho sempre sentito il desiderio di fare l’attrice. Ho subito capito che dovevo mettermi a studiare per riuscirci, anche perché non è che una nasce imparata. Mia mamma mi ha iscritta al concorso di Miss Teen ager e vinsi nel canto e nella danza».

Da lì lo sbarco in tv. A 16 anni è accanto a Peppino di Capri.

«Un’occasione bellissima essere in prima serata sulla Rai. Fino ad allora avevo fatto solo qualche apparizione nelle tv private napoletane. Ero felicissima quando Peppino scelse me tra tante ragazze».

“Gran canal” con Corrado la consacra come showgirl: come visse quella popolarità?

«Ero felicissima. Fu una cosa totalmente inaspettata. Da sconosciuta mi sono ritrovata in classifica sotto Adriano Celentano. Non ero pronta per una cosa del genere».

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Corrado è stato uno dei suoi maestri, ma un giorno la fece piangere…

«Entrai in studio al teatro delle Vittorie senza salutare nessuno, se non lui e il regista. Ero molto gasata dal successo, avevo 18 anni e non ero abituata a queste cose. Lui mi prese da parte e mi fece un vero cazziatone. Mi disse in maniera molto dura che ero stata maleducata. Ci rimasi male, mi scese anche qualche lacrimuccia, ma da allora quando entro in uno studio saluto tutti».

Pietro Garinei le aprì le porte del teatro.

«Fu una cosa buffissima. Ai tempi non c’erano ancora i cellulari. Mi chiamò in Rai. Mi stavo truccando e quando mi dissero che mi stava cercando Garinei dissi: “Rispondi che il Papa arriva domani”. Invece, era lui veramente. Mi prese un colpo. Mi volle vedere per un provino e lì è iniziata la mia storia teatrale che durerà finché non schiatto: è una droga vera».

Tra tv, teatro e cinema ha lavorato con i più grandi. A partire da Gigi Proietti.

«Fece un programma su Rai 2 con tutti gli artisti del suo laboratorio. Mi mise insieme a loro. Io l’ho conosciuto direttamente nello show. Ai tempi aveva un ristorante e ogni sera andavamo lì e facevamo l’alba con i suoi aneddoti, le sue barzellette. Una cosa stupefacente».

Gino Bramieri la deluse.

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«Mentre lavoravo con lui rimasi incinta e con grande dolore di Garinei lasciai lo spettacolo. Purtroppo mio figlio Riccardo morì dieci giorni dopo la nascita. Fu un dolore immenso. Pensavo Bramieri mi avrebbe richiamata per la tournée successiva. Invece rimase la mia sostituta. Fu un altro grande dolore. Ero doppiamente distrutta».

Liza Minnelli le fece conoscere New York, le presentò Woody Allen e Robert De Niro…

«Una donna stupenda che ha sofferto tanto. Avrebbe tanto voluto diventare mamma, ha avuto diverse gravidanze interrotte, era sofferente interiormente. Mi faceva grande tenerezza. Da lei ho scoperto cosa significasse desiderare di diventare mamma. Per tanti anni quella situazione l’ho vissuta anche io, poi il destino mi ha premiata».

La vita non le ha risparmiato dolori, sofferenze ma lei ha comunque scelto di sorridere. Il suo è un inno alla positività?

«Come davanti a tutti i dolori bisogna sempre reagire, perché magari il giorno dopo la vita ti mette davanti a una cosa bella».

C’è un no professionale che le fa ancora male?

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«Tantissimi. Quello di Bramieri mi ferì molto. Un’altra volta la Rai mi prese per una prima serata con Gino Landi, poi a un certo punto il mio nome è sparito. La vita è fatta di alti e bassi, l’importante è sapere affrontare i bassi quando arrivano».

Un sì di troppo?

«Non sono pentita delle cose che ho fatto. Magari ho fatto qualche brutto film, ma l’importante è fare, lasciare il segno».

Nella sua vita ha frequentato tanto Porto Rotondo.

«Un periodo magico della mia vita. Il matrimonio, i figli, feste meravigliose. Dopo 20 anni sono andata via, il troppo vento mi ha spezzato l’energia di volere continuare e ora mi sono pazzamente innamorata della Puglia e della Sicilia».

Berlusconi la invitava alle sue feste alla Certosa.

«Sì, era molto divertente. Era uno showman incredibile. Ma amava troppo le donne e questo lo ha rovinato. È un politico che ha fatto la differenza, ma era anche un ingenuo, un entusiasta della vita. Se questa energia l’avesse veicolata un po’ meglio sarebbe stato il più grande statista del nostro Paese».

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Nel libro non esclude un futuro in politica. Destra o sinistra?

«Lo scoprirete nel momento in cui dovessi candidarmi. Mi piacerebbe occuparmi di turismo».

Un film di Ozpetek o un programma tutto suo?

«Questa è dura. Penso il film, lui è il regista che amo. Di tv ne ho fatta tanta e continuo a farne. Su Mediaset Infinity conduco “Viaggi divini” e da marzo su Prime “Sapori del Mediterraneo”».

Ha mai avuto paura di non riuscire più a sorridere?

«Sì, quando ho perso Riccardo mi sono sentita morta dentro. Ma anche in quello la vita mi ha stupito. Ho continuato a lottare per diventare madre e ho vissuto la gioia più bella con l’arrivo di Gregory, di Tommy. Con Arianna abbiamo sofferto di più, ma alla fine anche quella è stata una dura lotta che ho vinto. Arianna ha una disabilità fisica, ma è una ragazza intelligentissima. Averla con me è un regalo enorme, la amo tantissimo»



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