Le cartelle esattoriali tornano al centro del dibattito politico. La Lega spinge per una nuova rottamazione, chiedendo la riapertura dei termini per chi non ha rispettato le scadenze previste. Se la proposta venisse approvata, potrebbe offrire una seconda opportunità a migliaia di contribuenti, permettendo loro di estinguere i debiti fiscali con uno sconto sugli interessi e sulle sanzioni. Il Senato sta valutando diverse modifiche al decreto Milleproroghe, tra cui una sanatoria decennale dei ruoli fiscali. La misura prevede pagamenti dilazionati in fino a 120 rate mensili, con una prima scadenza fissata al 31 luglio 2025. L’ipotesi di un nuovo intervento sulla definizione agevolata ha già sollevato critiche e perplessità, soprattutto per il suo impatto sulle casse dello Stato. Tuttavia, l’obiettivo principale resta quello di ridurre il contenzioso tributario e alleggerire il peso fiscale su imprese e cittadini. Ma chi potrà beneficiarne davvero? E quali sono i limiti della proposta?
La questione delle cartelle esattoriali continua a far discutere. Negli ultimi anni, il governo ha adottato diverse misure di definizione agevolata, tra cui la rottamazione quater, attualmente in corso. Tuttavia, molti contribuenti sono decaduti dal beneficio, non avendo rispettato le scadenze di pagamento. Ora, la Lega propone di riaprire i termini, consentendo a chi non ha saldato le rate di rientrare nel piano di rottamazione. L’emendamento, presentato nell’ambito del decreto Milleproroghe, mira a dare respiro ai contribuenti e a stimolare il recupero delle somme non versate. Non si tratta solo di una proroga: tra le novità più discusse c’è anche la rottamazione quinquies, che amplierebbe il perimetro dei debiti sanabili, includendo quelli affidati alla riscossione fino al 31 dicembre 2023. L’idea è quella di offrire ai contribuenti un piano di rateizzazione estremamente lungo, con possibilità di estinguere i debiti in fino a dieci anni. Resta il nodo finanziario: quanto costerà questa misura allo Stato?
Nuova rottamazione delle cartelle: cosa prevede la proposta della Lega
L’ipotesi di una nuova sanatoria fiscale prende sempre più forma. La Lega ha presentato un emendamento che chiede la riapertura della rottamazione quater per i contribuenti che non sono riusciti a rispettare le scadenze di pagamento.
Il testo prevede la possibilità di riammissione per chi è decaduto dalla definizione agevolata a causa del mancato versamento di una o più rate. In questo caso, i debitori potranno presentare domanda entro il 30 aprile 2025, con la prima rata da saldare entro il 31 luglio 2025.
Oltre alla proroga dei termini, la Lega propone una nuova rottamazione quinquies, che riguarderebbe tutte le cartelle affidate alla riscossione tra il 2000 e il 2023. La novità più significativa? Il pagamento dilazionato fino a 120 rate mensili, permettendo di estinguere i debiti in dieci anni.
Quali cartelle potranno essere sanate?
Se approvata, la misura interesserà milioni di italiani con debiti pendenti. In particolare, la rottamazione quinquies riguarderà:
- Cartelle esattoriali emesse dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2023
- Debiti fiscali e previdenziali accumulati tra il 2000 e il 2023
- Tributi locali e multe stradali, in base alla decisione dei Comuni
Un piano in 120 rate: chi può aderire?
La nuova proposta prevede un piano di dilazione molto ampio, con rate mensili fisse per dieci anni. I contribuenti potranno saldare il debito con uno sconto sulle sanzioni e sugli interessi, ma sarà necessario rispettare con precisione le scadenze, pena l’esclusione dalla sanatoria.
I primi pagamenti scatteranno il 31 luglio 2025, con versamenti successivi entro l’ultimo giorno di ogni mese.
Quanto costa allo Stato una nuova rottamazione?
L’idea di una nuova sanatoria ha sollevato molte perplessità a livello finanziario. La rottamazione quater attualmente in corso costerà circa un miliardo di euro alle casse dello Stato. Introdurre una nuova definizione agevolata potrebbe incidere pesantemente sui conti pubblici.
Le critiche alla sanatoria: rischio incentivo all’evasione?
Non mancano le polemiche: molti economisti ritengono che ripetute rottamazioni incentivino il mancato pagamento delle imposte, in attesa di nuove sanatorie. Tuttavia, il governo è convinto che la misura possa ridurre il contenzioso tributario, accelerando il recupero dei crediti.
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