Bergamo, ipotesi Gamec per la sede del Conservatorio. Ma si rischia di perdere i 9,5 milioni del governo

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


I tempi stretti per lasciare la sede di via Palazzolo mettono in dubbio la riuscita del progetto sugli ex Celestini. Così sale la possibilità di usare gli spazi della Galleria, liberi dal 2026

E se l’attuale Gamec fosse destinata a diventare la sede del Conservatorio? Il suggestivo interrogativo si innesta in una scacchiera didattico-immobiliare che pareva già delineata, ma dove a fare da detonatore è la recente proposta di acquisto (che qualcuno suggerisce già chiusa) che le Suore Poverelle della Palazzolo avrebbero ricevuto proprio sull’immobile che ospita il Conservatorio, per il quale da tempo di parla della necessità di una nuova sede. Intanto l’elemento certo, in questo scenario, è quello del finanziamento ministeriale di 9,5 milioni di euro che il Politecnico ha ricevuto a favore della ristrutturazione del monastero dei Celestini (in questo caso la proprietà è delle suore Sacramentine), indicato come sua futura sede, essendo risultato uno dei 54 beneficiati dalla graduatoria nazionale dei progetti di ammodernamento strutturale e tecnologico delle Afam (Alta formazione artistica e musicale).

La lunga trattativa
Erano stati l’ex presidente del Politecnico Michele Guadalupi e l’ex direttore Emanuele Beschi a voler fortemente partecipare al bando ministeriale, presentando, con una pratica evasa in tempi record nel luglio 2023 (a cura degli architetti Edoardo e Pierluigi Carminati), il progetto di ristrutturazione del monastero dei Celestini. È questo l’obiettivo immobiliare finale, alla cui individuazione si è arrivati dopo una serie di valutazioni e trattative. Una di queste aveva portato la dirigenza dell’istituto a interloquire, tempo fa, con le Poverelle per lo stabile di via Palazzolo in cui è insediato, in affitto, il Conservatorio. «Avviammo una trattativa con l’economa, suor Roberta, che però si arenò — riavvolge il nastro Guadalupi —. Per la compravendita i fondi propri ci sarebbero bastati (circa 2 milioni di euro, ndr), ma la concessione di due soli posti auto era inadeguata alle nostre esigenze».
Al sostegno, immobiliare e gestionale, del Politecnico delle Arti contribuisce il Comune di Bergamo: da un lato con 300 mila euro destinati al Conservatorio (che alle Poverelle paga 140 mila euro di canone di locazione, oltre le spese). Mentre nell’intricata vicenda che ha sancito il passaggio dell’Accademia delle Belle Arti (di fatto una scuola civica) dal Comune allo Stato è stabilito nero su bianco, da un’apposita convenzione, che il Comune sia tenuto a garantire per 99 anni l’usufrutto gratuito di una sede per la scuola di belle arti, a cui si aggiunge una contribuzione di 180 mila euro l’anno per le spese di gestione.
Tirata una riga, l’istituzione scolastica che dal primo gennaio 2023 ha accorpato artisti e musicisti e ha tolto i docenti da una certa precarietà stabilizzandoli nell’alveo statale, costa alle casse di Palafrizzoni 480 mila euro l’anno, oltre all’usufrutto garantito di una sede (l’attuale, in piazzetta Carrara) per l’Accademia. Sfumata la trattativa con le Poverelle, è Beschi a mettere sul tavolo l’ipotesi del monastero dei Celestini. Le suore Sacramentine rifuggono l’idea che «il convento possa diventare lo spogliatoio dell’Atalanta» (evidentemente l’abbocco con i Percassi c’era stato) e ipotizzano un prezzo di acquisto da parte del Conservatorio da 6 milioni di euro per il complesso, esclusa la chiesa. Su queste basi, i vertici dell’istituto mettono a terra un business plan di costi e benefici. Sui primi si fanno i conti in questo modo: 2 milioni di euro di fondi propri (il patrimonio ammonta a 2 milioni e mezzo) mentre per i restanti 4 e mezzo (bisogna calcolare anche spese notarili e imposta di registro) si mette in campo un mutuo.
È la stessa Intesa Sanpaolo, a cui l’istituto si rivolge per prima, ad indirizzarlo a Cdp in virtù di tassi di interesse più vantaggiosi. A questo punto, il preliminare d’acquisto è pronto, ma condizionato da tutta una serie di clausole che devono essere ottemperate. «In primis l’ottenimento del contributo per la ristrutturazione, poi — spiega Guadalupi — l’autorizzazione della Soprintendenza, e ancora la variazione urbanistica con il cambio di destinazione da assistenziale a didattico e ultimo, ma non per ultimo, un accordo con gli eredi dell’antico donatore del complesso, Ludovico Goisis, che lo aveva donato nel 1940 a condizione che ne fosse preservata la funzione sociale».
Le interlocuzioni, in particolare con Marina Benedetti, moglie del presidente della Camera di Commercio Carlo Mazzoleni, hanno consentito di bypassare anche questo aspetto con il riconoscimento di una preminente funzione pubblico-didattica e con l’intitolazione di una sala al benefattore. Si è trattato di un lavorio burocratico e diplomatico pregresso che ha consentito all’attuale presidente Giorgio Berta, nominato un anno fa, di recepire un «disegno» immobiliare già definito nella sua portata.




















































Prestito personale

Delibera veloce

 

Via entro il 2028
Il monastero non sarebbe, però, la sede unica del Politecnico, perché i 4 mila e 800 metri non sono dimensioni sufficienti per accogliere sia il Conservatorio sia l’Accademia. Il progetto di restyling prevede di ricavare nel monastero alcune aule medie e una biblioteca, mentre il resto dei locali si adatta a lezioni individuali o in piccoli gruppi per le esigenze del solo Conservatorio. Gli artisti dell’Accademia necessitano, infatti, di spazi ben più ampi e soprattutto luminosi. In quest’ottica, già l’ex sindaco Giorgio Gori e l’ex assessore all’Istruzione Loredana Poli avevano ipotizzato un trasferimento assegnando all’Accademia di Belle Arti l’utilizzo degli spazi dell’attuale Gamec. Una eventualità funzionale parziale, idonea per lezioni collettive con 70/80 allievi in contemporanea, ma non certo per un trasferimento complessivo dall’attuale sede. A scompaginare questo piano ci potrebbe essere la compravendita delle Suore Poverelle, che prevederebbe la consegna dell’immobile dove opera il Conservatorio entro il 2028. Cioè tre anni, mentre i tempi per l’acquisizione e la ristrutturazione dei Celestini sarebbero decisamente più lunghi.
L’ipotesi che gira in questi ultimi giorni è che, una volta finiti i lavori all’ex palazzetto e sistemati i nuovi locali, il Conservatorio si trasferisca all’ex Gamec e che l’Accademia di Belle Arti rimanga nella sede attuale, che potrebbe essere ampliata con la costruzione di una nuova ala. Va da sé che, essendo strettamente connesso e vincolato al complesso dei Celestini, il contributo ministeriale finirebbe per restare nelle casse di Roma.

2 febbraio 2025



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura