DeepSeek è solo l’inizio. Forchielli: «La Cina dominerà gli Stati Uniti nella tecnologia. È l’ossessione di Pechino»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


L’intervista al fondatore di Mindful Capital Partners per commentare il ruolo del Paese del Dragone nel mercato tecnologico globale. Dopo il rilascio dell’AI low-cost che ha spaventato colossi come Nvidia e OpenAI, cosa ci si può aspettare? «Se i cinesi dimostrano di riuscire a fare le robe a un decimo del costo non ha senso per gli americani investire così tanto»

Non è ottimista rispetto al futuro, soprattutto per quanto riguarda lo scenario di Taiwan e il ruolo dell’Europa, un continente molto bravo a regolare ma non così convinto nell’innovare per competere a livello globale. Dopo che settimana scorsa le Borse hanno visto crollare i titoli tecnologici, abbiamo chiesto ad Alberto Forchielli, imprenditore e fondatore di Mindful Capital Partners, un commento sulla situazione cinese attuale, sui trend in corso, sul ruolo di Trump e sul futuro che attende Pechino, dopo un periodo di crescita apparentemente inarrestabile e oggi alle prese con molteplici crisi interne. «In Cina c’è una cultura ossessiva sulla tecnologia, un focus ossessivo del presidente Xi Jinping».

Leggi anche: DeepSeek megafono del governo cinese? Ecco che cosa non convince NewsGuard, che ha bocciato il chatbot

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Alberto Forchielli, fondatore di Mindful Capital Partners

Lunedì 27 gennaio i titoli tecnologici sono crollati in tutto il mondo. Il fattore scatenante di DeepSeek l’ha sorpresa?
Me l’aspettavo. Io credo che la Cina sia destinata a sopraffare gli Stati Uniti per quanto riguarda la tecnologia. Non riescono semplicemente a starle dietro. Immaginavo che prima o poi ci sarebbe stata una sorpresa come quella di DeepSeek. Nonostante tutti gli sforzi da parte dell’Occidente Pechino ha molti più ingegneri e tecnici che si laureano ogni anno. C’è una cultura ossessiva sulla tecnologia, così come un focus ossessivo da parte del Presidente. Da molto tempo la Cina si è resa conto che la chiave per il comando dell’impero è lì.

Il crollo dei titoli tech in Borsa è dunque un segnale di qualcosa di più preoccupante per le società americane?
Se i cinesi dimostrano di riuscire a fare le robe a un decimo del costo non ha senso per gli americani investire così tanto. E la bolla rischia di sgonfiarsi: che senso avrebbe investire così tante risorse per gli americani? Resto molto pessimista sulla capacità dell’Occidente di tenere testa alla Cina. Che si tratti di batterie, auto elettriche, eolico, droni, alla fine dominano loro. C’è uno studio di un think tank australiano secondo cui la Cina è già  leader nella ricerca in 19 delle 23 tecnologie strategiche.

Cina Xi presidente

Eppure da anni si parla di una Cina in crisi, soprattutto dopo la pandemia. Che periodo sta affrontando il Paese?
Ha investito troppo e ha fatto indigestione. E quindi i conti non tornano. Sono i numeri uno ma a un costo proibitivo. Quindi immagino che rischino di fare la fine del Giappone. Ci sarà un tremendo periodo di deflazione, dovranno ricapitalizzare le banche, sostenere le imprese pubbliche, il debito pubblico esploderà. Sarà una Cina molto più rallentata, meno dinamica, ma tecnologicamente comunque molto capace. Sarà un Paese austero e dittatoriale, perché la gente soffrirà e il partito diventerà soffocante. 

Quali potrebbero essere i Paesi da tenere d’occhio per sviluppo e crescita?
Bisogna guardare al sud est asiatico: Indonesia, Vietnam, Thailandia. Perché in quelle parti del mondo sono tanti, lavorano come bestie, sono intelligenti, hanno un senso dello stare insieme e non si sono ancora massacrati con tutte le leggi di tutela ambientale che abbiamo in Europa. E poi anche in Africa le cose dovrebbero partire.

ezgif 7315bfb6d8b1b

Cina e Stati Uniti proseguiranno con la guerra commerciale o ci saranno margini per accordi magari con l’aiuto di Musk che con Pechino fa affari?
Flirtano, ma c’è il problema di Taiwan, del ruolo che l’America svolge in Asia. I cinesi vogliono gli USA fuori dall’Asia e per Washington sarebbe un grande sacrificio. Il problema di Taiwan riaffiorerà a breve secondo me. Per quanto riguarda Musk penso sia l’uomo più fascista del mondo. E a me i fascisti non piacciono.

Ora che Trump ha applicato nuovi dazi contro la Cina?
Pechino, che già sta operando in deflazione, rischia di avvitarsi su se stessa e di non riuscire più a reggere la situazione. Le aziende non sanno dove esportare. E se l’Europa seguirà Trump il Paese farà la fine del Giappone. Le aziende falliranno, le banche salteranno. Un scenario apocalittico sotto l’aspetto finanziario.

TSMC

Torniamo su Taiwan. Quali sono i rischi a cui andiamo incontro?
Il mondo si divide in due: chi ritiene che la guerra a Taiwan non si verificherà e chi invece ritiene che sia vicina. Io appartengo alla seconda categoria. Se la Cina continuerà a fare i conti con la crisi, la disoccupazione, la deflazione, potrebbe essere tentata da un’avventura taiwanese. E in caso di guerra si stima che il PIL globale crolli del 30%.

Chiudiamo con l’Europa. Anche nel caso DeepSeek Bruxelles sembra impotente. Cosa servirebbe per aggiustare la situazione e diventare più competitivi come Ue?
Servono grande riforme, come quelle suggerite nel Rapporto Draghi. Dunque grandi investimenti, servono le capacità di innovare, di ristrutturare. Ma finora tutto rimane teorico. Purtroppo non ho grandi aspettative nè per l’Europa, nè per l’Italia. Servirebbe una Ue unita, determinata e compatta. Ma non ne vedo i presupposti.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link