Supermercati Crai, l’amministratore delegato e il ruolo dell’Emilia-Romagna: «Sfidiamo la concorrenza con prossimità e prodotti locali»

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di
Alessandra Testa

Giangiacomo Ibba alla guida dell’azienda di famiglia e di Crai, la catena di supermercati alla quale dedicò la tesi di laurea: in regione la rete conta circa 80 punti vendita, con un fatturato di 100 milioni di euro alle casse

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Classe 1976, Giangiacomo Ibba è l’amministratore delegato di Crai, azienda in forte crescita in Emilia-Romagna. Ibba, a Crai, dedicò la tesi di laurea in economia aziendale. «Il mondo della distribuzione ha sempre fatto parte della mia vita — racconta — e a 27 anni sono diventato presidente di Fratelli Ibba, l’azienda fondata da mio padre. Coniugare il rispetto per le radici con la volontà di costruire il futuro è stata un’evoluzione naturale: ho sentito il desiderio di contribuire alla crescita dell’impresa di famiglia e, poi, di mettere l’esperienza al servizio di un gruppo come Crai, che condivide gli stessi valori di qualità e attenzione alle persone». Crai conta 1.800 punti vendita in 1.150 comuni italiani e si definisce un’azienda della distribuzione di prossimità.

Qual è la mission del gruppo?
«La prossimità è un valore che ispira ogni scelta. Significa costruire un rapporto diretto con le comunità, creando una rete di negozi. La nostra presenza è capillare, grazie a imprenditori locali che conoscono i clienti e sanno offrire servizi personalizzati.È il cuore della nostra missione: “Contribuire a rendere felici le persone, offrendo buon cibo, gentilezza e legame col territorio”».




















































Nel 2023 le vendite sono cresciute del 3,6% e il fatturato ha superato i 3 miliardi di euro. Quali gli obiettivi futuri?
«Il 2024 ha confermato il trend positivo. Nonostante un mercato complesso, nel 2025 lavoreremo su potenziamento della rete, efficienza operativa e sviluppo di format in linea con le esigenze del territorio. Continueremo a investire nella valorizzazione dei prodotti locali e nell’innovazione dell’esperienza d’acquisto».

Che peso ha l’Emilia-Romagna nel vostro business?
«In regione la rete conta circa 80 punti vendita, con un fatturato di 100 milioni di euro alle casse e una superficie di 24 mila metri quadri: 17 a Bologna e provincia, con un giro d’affari di 27,5 milioni. L’attenzione è su ottimizzazione del conto economico e redditività dei punti vendita. L’Emilia-Romagna gioca un ruolo importante nel presidio e nell’espansione della rete».

Perché una famiglia dovrebbe scegliere Crai per la sua spesa?
«Vogliamo essere il punto di riferimento per un cliente consapevole. Stiamo ampliando l’offerta di prodotti a marca privata, sviluppando linee per diversi stili di vita con materie prime di qualità, filiera controllata ed eccellenze locali».

A Bologna si è appena svolta Marca. Quali prodotti a insegna Crai avete presentato?
«Le novità presentate in fiera spaziano dalla selezione di vini “La Rosa dei gusti”, marchio premium, alle linee per target specifici come “Proteica”, “Crai Sport” e la linea innovativa di prodotti arricchiti con vitamina D, sviluppata in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Crai è coinvolta in ogni fase del processo produttivo, dalla selezione delle materie prime alla distribuzione, garantendo standard qualitativi elevati e massima tracciabilità».

I dipendenti sono 24 mila; quanti in Emilia-Romagna?
«In regione contiamo su una squadra di 450 dipendenti, di cui 115 fra Bologna e provincia. L’obiettivo è puntare su professionalità e consolidamento della rete».

Ceo di Crai e presidente di Fratelli Ibba. Come concilia i ruoli?
« Crai è la proiezione su larga scala delle dinamiche che vivo in azienda: una rete di 1.300 soci che condividono la passione per il lavoro e il rispetto per comunità locali e ambiente. Così affrontiamo le sfide di un mercato competitivo come la Gdo».

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