Una targa ricorda in Piazza Borsellino a Canicattini Bagni il poliziotto Salvatore Amenta, ucciso dalla mafia a Corleone nel 1946, presenti i Sindaci delle due città, Paolo Amenta e Walter Rà

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Un momento della commemorazione di Salvatore Amenta

Canicattini Bagni e Corleone ricordano il sacrificio del fedele servitore dello Stato, il poliziotto canicattinese Salvatore Amenta, ucciso dalla mafia il 9 giugno 1946 a Corleone 

Due sindaci, quello di Canicattini Bagni, Paolo Amenta, Presidente regionale di ANCI Sicilia, e il suo collega di Corleone, Walter Rà, insieme per rendere omaggio ad una vittima “dimenticata” della mafia, Salvatore Amenta, agente scelto della Polizia di Stato, nato a Canicattini Bagni l’8 ottobre del 1886, da Sebastiano e Angela Melluzzo, e ucciso a 59 anni in un agguato mafioso a Corleone il 9 giugno del 1946.

Con loro in Piazza Borsellino, sabato 1 febbraio 2025, per la scopertura della targa posta accanto alla stele che ricorda i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e  che lo consegna alla memoria delle due comunità, quella canicattinese e quella corleonese, e naturalmente alle future generazioni, c’erano anche i due ricercatori che hanno riportato allo luce quello che fu definito il 54° omicidio della mafia a Corleone, Laura Liistro, docente e ricercatrice della Galleria Etnoantropologica di Solarino; e il giornalista e storico del fenomeno mafioso corleonese, Dino Paternostro, direttore del periodico “Città Nuove” e responsabile dipartimento Archivio e Memoria storica Cgil Palermo, da anni impegnato nel recupero della memoria delle vittime di mafia.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Scopertura targa in ricordo di Salvatore Amenta


Presenti, altresì, i parenti di Salvatore Amenta residenti nella due città, l’intera Giunta comunale di Canicattini Bagni con la Presidente del Consiglio comunale, Loretta Barbagallo, la Consigliera comunale di Corleone Serena Vintaloro, il Vice Questore Aggiunto dirigente del Commissariato di Noto, Giuseppe Di Majo, in rappresentanza della Questura di Siracusa, il Comandante della locale Stazione dei Carabinieri M.llo Corrado Salemi, il Comandante della Polizia Municipale Giuseppe Casella, il Parroco della Chiesa Madre Don Marco Ramondetta, gli operatori del Museo TEMPO e tanti cittadini che non sono voluti mancare ad un evento che da onore e dignità ad un loro concittadino, fedele servitore dello Stato.

Un momento della commemorazione di Salvatore Amenta


«Un atto doveroso per la città di Canicattini Bagni rendere onore ad un suo figlio, Salvatore Amenta, nel momento in cui, grazie alle ricerche di Laura Liistro e Dino Paternostro, che ringraziamo, ne abbiamo conosciuto la storia passata purtroppo nell’oblio per lunghi anni – ha detto il Sindaco Paolo Amenta -. Ringraziamo altresì il Sindaco di Corleone, Walter Ra’ e la città di Corleone, per aver subito condiviso, insieme ai parenti, questo momento che consegna alla memoria delle due comunità e alle future generazioni la figura di Salvatore Amenta poliziotto, di semplice uomo, marito e padre straordinario, nonché onesto e fedele servitore dello Stato, che con coraggio e dedizione ha difeso i valori fondamentali della legalità sino all’estremo sacrificio».

E nella Corleone che gira pagina, che lavora giorno dopo giorno per uscire dalla cappa scura di città mafiosa, dove Salvatore Amenta, negli anni della guerra e del difficile dopoguerra serviva lo Stato con la schiena dritta, e risiedeva con la famiglia, il suo nome e il suo sacrificio saranno ricordati, come ha ribadito il giovane Sindaco Walter Ra’ che dallo scorso anno guida la città.

«Il sacrificio di Salvatore Amenta unisce le nostre comunità – ha sottolineato il Sindaco Ra’ – così come la lotta alla mafia, e sapremo ricordarlo anche a Corleone, magari il 9 giugno, giorno del suo assassinio e con l’intitolazione di uno spazio che ne onori la memoria».

Da sx: Laura Liistro – Dino Paternostro – Walter Ra’ – Paolo Amenta


Due i momenti che sabato 1 febbraio hanno caratterizzato l’omaggio al poliziotto canicattinese Salvatore Amenta, il primo appuntamento alle ore 16:00 con la scopertura della targa in Piazza Borsellino, e il secondo alle ore 17:00 al Museo TEMPO (Museo del Tessuto, dell’Emigrante e della Medicina Popolare)  di via XX Settembre – via De Pretis, per ripercorrere, dopo i saluti del Presidente e del Vice Presidente della struttura museale, Paolino Uccello e Tanino Golino, con Laura Liistro e Dino Paternostro, gli anni difficili della Corleone di prima, dalla lotta ai mafiosi del Prefetto Cesare Mori alla guerra e all’immediato dopoguerra nei quali operava da poliziotto Salvatore Amenta, padre di cinque figli, che li risiedeva e si era sposato, una prima volta con Giacinta Nicastro, da cui ebbe cinque figli, e dove, rimasto vedovo, si era risposato con Giovanna Scimonetto, abitando in via Cammarata.

Anni duri, hanno ricordato Liistro e Paternostro nell’annunciare la continuazione del loro lavoro di ricerca, segnati anche da una forte ripresa dei latifondisti e della crescita dei clan mafiosi, e dalle lotte dei contadini per avere quella terra promessa e mai concessa.

In tutto questo contesto si ingrossano le file mafiose e del banditismo di Salvatore Giuliano che richiedono fermezza nell’affermazione della legalità, quella fermezza che ha sempre determinato, senza mai piegarsi, ogni azione del poliziotto Salvatore Amenta, tanto da essere considerato dalla criminalità un “duro”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

 

L’intervento di Dino Paternostro

 Salvatore Amenta nasce a Canicattini Bagni l’8 ottobre 1886 da Sebastiano e Angela Melluzzo, agente della Polizia di Stato, svolse la sua carriera nel periodo fascista e per il suo essere rispettoso nei confronti della legge e dello Stato non godeva di grande simpatia da parte della criminalità che lo considerava un “duro”.

Svolse il suo servizio di poliziotto e tutore della legge per anni a Corleone, dove viveva, e dove si era sposato una prima volta con Giacinta Nicastro (da cui ebbe quattro figli: Marianna, Sebastiano, Salvatore e Giuseppa. Rimasto vedovo, si era risposato con Giovanna Scimonetto e abitava in via Cammarata.

Padre di cinque figli, poliziotto integerrimo e fedele servitore dello Stato, per il suo lavoro era uno che conosceva perfettamente la mafia, che allora si ricompattava e cresceva a Corleone, e aveva il coraggio di fissare negli occhi quegli assassini e di perseguirli con decisione perché il suo obiettivo era “lottare il crimine”.

E la criminalità organizzata e mafiosa per questa sua scelta di tenere la schiena dritta non aveva simpatie nei suoi confronti, tanto che, stando ai racconti e alle voci dell’epoca, lo fa assassinare nella notte di domenica 9 giugno 1946 a Corleone, all’età di 59 anni, al termine di un servizio di perlustrazione mentre si avviava verso casa. Il suo assassino non è mai stato individuato e catturato.

L’intervento di Walter Rà


La notizia del delitto fu riportata con grande evidenza da “La Voce della Sicilia” che indicò il fatto come il 54° omicidio avvenuto a Corleone ad opera del banditismo.

Si capì immediatamente, per il profilo della vittima, che la causale del delitto era da attribuire ad una vendetta della mafia che aveva deciso di colpire chi per anni li aveva perseguiti con determinazione e coraggio e senza quel “rispetto” che pretendevano di avere portato.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Si disse che ad ucciderlo fosse stato personalmente il luogotenente del capomafia locale.

Sta di fatto che la sua uccisione rimane nel dimenticatoio e solo di recente, su spinta dei parenti per onorarne la memoria, viene riportato alla luce grazie al meticoloso lavoro di ricerca storica di due persone, due studiosi: Laura Liistro, docente e ricercatrice della Galleria Etnoantropologica di Solarino;e il giornalista e storico del fenomeno mafioso corleonese, il giornalista Dino Paternostro, direttore del periodico “Città Nuove” e responsabile del Dipartimento Archivio e Memoria storica Cgil Palermo, da anni impegnato nel recupero della memoria delle vittime di mafia.

Un lavoro pregevole che oggi permette alle Comunità di Canicattini Bagni e di Corleone, insieme ai parenti, di onorare e affidare alla memoria delle nuove generazioni la figura di Salvatore Amenta, agente scelto della Polizia di Stato.

Gaetano Guzzardogiornalista professionista – Ufficio di supporto al Sindaco e per la Comunicazione istituzionale

Canicattini Bagni, 2 febbraio 2025



Source link

Microcredito

per le aziende

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link