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L’orizzonte applicativo dell’AI è multidimensionale e multilivello, permeando e supportando tutte le linee di business di un’organizzazione. Le capacità di queste tecnologie potenziate giocano un ruolo di primo piano nel ridefinire il concetto di sostenibilità all’interno delle aziende, consentendo una gestione più intelligente delle risorse, una riduzione degli sprechi e un impatto positivo sia sull’ambiente che sulla società.
“Uno dei principali vantaggi dell’AI è di ottimizzare l’efficienza operativa – spiega Diego Lavezzi, IA Solutions Manager di WeAreProject, società di consulenza specializzata nell’innovazione e nell’integrazione di soluzioni tecnologiche avanzate -, automatizzando e velocizzando quei processi ripetitivi e noiosi dove il contributo umano non esprime il suo valore aggiunto. Le applicazioni AI, caratterizzate da modelli matematici e statistici, consentono di ridurre significativamente i tempi necessari per la ricerca e l’analisi di dati, documenti e processi, permettendo alle aziende di individuare inefficienze nelle procedure e di efficientare l’uso delle risorse: umane, materiali e temporali. Questo porta a una significativa riduzione degli sprechi, contribuendo a un business più responsabile, sostenibile ed efficiente”.
Dall’automation all’augmentation, cosa sta cambiando
La capacità di comprensione e di azione delle applicazioni AI ha un grosso potere trasformativo e cognitivo. La velocità della tecnologia di fare correlazioni per identificare insight e pattern aiuta le aziende ad ampliare le proprie vision rispetto a come percepiscono e attuano la sostenibilità nel loro core business. Come sottolinea il manager, l’Intelligenza Artificiale può:
- facilitare il monitoraggio e la gestione della catena di fornitura, identificando aree di miglioramento per ridurre l’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita del prodotto.
- abilitare la creazione di modelli predittivi e prescrittivi che aiutano le aziende ad anticipare e mitigare i rischi ambientali e sociali, adattando le strategie aziendali per allinearsi meglio con i principi ESG.
- perfezionare la gestione massimizzando la trasparenza e la compliance, rendendo le aziende più responsabili e attente alle normative e agli standard di sostenibilità.
“Sebbene gli algoritmi di AI richiedano molta energia computazionale – prosegue Lavezzi -, il loro utilizzo, se ben pianificato, consente di analizzare rapidamente grandi quantità di dati per individuare inefficienze e ottimizzare l’operatività aziendale, includendo sistemi di riduzione delle emissioni. Questo approccio consente alle imprese di abbattere significativamente la loro impronta di carbonio e migliorare le pratiche di sostenibilità, dimostrando come un uso strategico dell’AI possa portare a benefici duraturi non solo in termini di marginalità economica”.
Il punto di equilibrio? Sfruttare la velocità combinatoria e le capacità statistiche e matematiche dell’AI con l’unicità emotiva, creativa, esperienziale e culturale di ogni persona, ufficializzando il passaggio dall’automation all’augmentation.
Ripensare al ruolo dell’etica dell’innovazione
La dirompenza delle applicazioni AI sta portando le aziende a riconsiderare gli aspetti etici del Golden Circle dell’innovazione, a partire dal purpose, ovvero dal perché, fare un progetto AI. Interrogarsi su quale debba essere il fine rivela un intreccio complesso di motivazioni, di cui quella economica non è la più significativa. Il purpose, infatti, dipende dall’individuazione di ciò di cui c’è bisogno a vari livelli organizzativi, operativi, umani, sociali, arrivando a chiedersi non solo cosa richiedano i clienti ma anche cosa richieda il mondo. In sintesi, l’etica dell’innovazione tecnologica aiuta le imprese a capire meglio il senso del loro essere e agire.
“Molte aziende intraprendono progetti di AI per motivi di competitività o curiosità, senza un chiaro obiettivo strategico – ribadisce Lavezzi -. In ottica ESG è essenziale progettare percorsi di adozione virtuosi, che integrino innovazione e responsabilità etica, garantendo che l’AI sia utilizzata per scopi concreti e benefici. Rispetto alle considerazioni economiche e tecnologiche, le aziende sono chiamate a esplorare e valutare lo scopo delle loro iniziative di innovazione e la ragion d’essere delle attività, interrogandosi sul perché agiscono in un certo modo e quali regole dovrebbero guidare l’uso delle tecnologie. Questo implica una comprensione dei driver etici che orientano il business e la governance dei processi e dei dati. Attraverso un’analisi critica e consapevole si può trasferire questo purpose alla tecnologia, assicurando che sia allineata alla strategia aziendale e ai suoi valori etici”.
Explanable AI: come promuovere trasparenza e fiducia
Sono tante le sfide dell’etica associata alle applicazioni AI che i responsabili aziendali devono affrontare, a partire dalla necessità di rendere trasparenti gli algoritmi e di avere una consapevolezza di quanto la tecnologia non sia neutra.
“L’affidabilità e la responsabilità delle applicazioni AI è una sfida che impone la necessità di spiegare e argomentare il loro utilizzo – ribadisce Lavezzi -. Rispetto alla governance dei dati utilizzati, per evitare bias cognitivi e sbilanciamenti che potrebbero portare a decisioni inique è strategico adottare pratiche come l’Explanable AI, ovvero un insieme di metodi e approcci sviluppati per rendere i processi decisionali dei modelli di intelligenza artificiale più comprensibili e trasparenti per gli esseri umani per garantire che siano utilizzati in modo funzionale ed efficace all’interno delle loro organizzazioni, presupponendo una rigorosa validazione dei dati ma anche delle risposte fornite dagli strumenti”.
L’importanza di scegliere il partner giusto
L’innovazione tecnologica, trainata dalle applicazioni AI, può risultare travolgente per le aziende. L’abbondanza di nuove soluzioni e modelli tecnologici rende complesso mantenere una chiara direzione strategica. WeAreProject si distingue per essere un partner capace di accompagnare le aziende in un percorso di sviluppo efficace e sostenibile.
“Il nostro approccio si basa su tre pilastri fondamentali: personalizzazione delle soluzioni, integrazione tecnologica e un forte focus sul purpose aziendale – conclude Lavezzi -. È essenziale identificare percorsi di adozione virtuosi, che integrino innovazione e responsabilità etica, garantendo che l’AI sia utilizzata per scopi concreti e benefici per tutta l’organizzazione e i suoi stakeholder. Pensare all’adozione tecnologica e strategica dell’AI implica un percorso ben definito e strutturato, che abbiamo chiamato Innovation Path. Questo percorso inizia con attività fondamentali come workshop, eventi, assessment, definizione dei KPI, supportando le aziende nel comprendere la tecnologia rendendola parte integrante del change management. L’obiettivo iniziale è allinearsi alle aspettative, al linguaggio e agli obiettivi dell’azienda, anche attraverso incontri brevi, come quelli di mezza giornata. Successivamente, ci concentriamo sullo sviluppo e l’implementazione delle soluzioni. La fase finale, spesso trascurata, è la gestione e il mantenimento delle soluzioni, fondamentale per garantire che la strategia dati rimanga allineata con le necessità aziendali, assicurando l’aggiornamento continuo e la sostenibilità di modelli e infrastrutture”.
Uno dei tanti punti di forza di WeAreProject è la sua capacità di fare networking con vari partner per coprire l’intero spettro della progettazione, dalla personalizzazione dei modelli all’addestramento di algoritmi di machine learning, fino a sfruttare i Foundation Model o a integrare tool già esistenti come, ad esempio, Microsoft Copilot.
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