Riforma pensioni, se ne ritorna a parlare. I 5 nuovi interventi su importi e sistemi uscita

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


Quali sono i nuovi interventi sulle pensioni indicati da politici ed esperti? La Manovra Finanziaria 2025 non ha previsto alcuna novità fondamentale e strutturale per modificare completamente le leggi pensionistiche vigenti.

Ancora una volta le discussioni portante avanti nel corso nell’anno si sono concluse con un nulla di fatto e sono stati confermati i requisiti di 67 anni di età e con almeno 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia e con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini (e un anno in meno per le donne) indipendentemente dal requisito anagrafico per la pensione anticipata ordinaria, e sono state prorogate ancora le forme di uscita anticipata di quota 103, ape sociale e opzione donna.  

    Conto e carta

    difficile da pignorare

     

  • Quali sono i nuovi interventi possibili sulle pensioni indicati da politici ed esperti
  • Ma qualche modifica è stata approvata quest’anno

Quali sono i nuovi interventi possibili sulle pensioni indicati da politici ed esperti

Alcuni politici ed esperti puntano da tempo al superamento definitivo dell’attuale riforma delle pensioni anche se, come sottolineato anche dall’Ue, resta ancora una delle principali riforme, se non la principale, capace di garantire nel nostro Paese sostenibilità finanziaria.

Secondo quanto proposto, gli interventi indicati per rivedere del tutto la Legge Fornero, sia per anticipare le uscite e sia per migliorare gli importi finali, potrebbero essere i seguenti:

  • l’estensione della quota 41 per tutti, che permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione una volta maturati 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica e senza le condizioni e i limiti oggi previsti, cioè non solo per i lavoratori precoci con almeno 12 mesi di contributi versati prima del compimento del 19esimo anno di età e che rientrano in determinate categorie di persone, come disoccupati, caregiver e invalidi, e lavoratori gravosi;
  • nuovo sistema di pensione basato su una combinazione di età e contributi, simile alla precedente quota 100, per esempio per andare in pensione a 62 anni di età con almeno 38 anni di contributi, o a 64 anni con 36 anni di contributi e tale sistema garantirebbe maggiore flessibilità, in base alle diverse carriere lavorative e alle specifiche esigenze dei lavoratori.
  • adeguare i requisiti di età anagrafica e dei coefficienti di trasformazione all’aspettativa di vita e, d’altro canto, sia limitando le diverse forme di uscita anticipata oggi vigenti e sia premiando in termini di flessibilità chi versa più contributi.

Il presidente di Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla, insiste, poi, sugli scatti legati alle aspettative di vita che, secondo lui, non dovrebbero essere applicati sulla pensione anticipata (con 42 anni e 10 mesi di contributi) ma solo sulla pensione di vecchiaia.

Un altro intervento prospettato sarebbe quello dell’introduzione di un superbonus per chi resta a lavoro fino a 71 anni e un importo minimo necessario per poter accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni.

Microcredito

per le aziende

 

Ma qualche modifica è stata approvata quest’anno

Nonostante non sia stato definito nulla di particolare e rivoluzionario per le pensioni, qualche modifica quest’anno comunque è stata approvata, a partire da una revisione delle percentuali rivalutative, più alte rispetto a quelle del 2024.

Quest’anno, infatti, gli assegni pensionistici sono pienamente rivalutati sul tasso fissato allo 0,8% e secondo tre percentuali, del 100%, del 90% e del 75% in base all’importo che si percepisce.

Per quanto riguarda gli importi, è stato anche aumentato il trattamento minimo Inps, passato da 614,77 euro del 2024 a circa 617 euro al mese nel 2025, grazie alla perequazione automatica. Tale incremento interessa principalmente i pensionati che hanno maturato pochi anni di contribuzione, garantendo un sostegno economico.

Un’altra modifica riguarda il nuovo sistema di uscita anticipata a 64 anni di età e con almeno 25 anni di contributi e a condizione di raggiungere un importo pari a 3 volte l’assegno sociale (circa 1.600 euro). Tale somma, però, si potrà raggiungere grazie alla possibilità di cumulare la previdenza obbligatoria e quanto versato nella previdenza complementare.

E’ stato, infine, potenziato il Bonus Maroni per chi decide di rimanere a lavoro anche dopo aver raggiunto i requisiti per andare in pensione prima sia con la quota 103 e sia con la pensione anticipata ordinaria.

La quota di contributi che si può ora chiedere in busta paga (il 9,19% della retribuzione di regola) diventa esentasse, a fronte, però, di una riduzione del montante contributivo per la pensione. Ciò significa che si ricevono più soldi direttamente in busta paga fino a quando si continua a lavorare, ma si accumulano meno contributi per il calcolo del trattamento finale.


 

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Leggi anche



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Source link