Accessibilità degli eventi sportivi: best practice

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Best practice per ottimizzare accessibilità e sicurezza durante gli eventi sportivi

Best practice per ottimizzare accessibilità e sicurezza durante gli eventi sportivi. Se ne è parlato al convegno Andes

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06 febbraio 2025

ROMA – ‘Tifosi protagonisti dei grandi eventi sportivi: le best practice per ottimizzare accessibilità e sicurezza’, è questo il titolo del convegno organizzato dall’Associazione nazionale delegati alla sicurezza (Andes), che si è svolto al Park Hotel Mancini di Roma. All’incontro, rivolto ai delegati per la gestione evento (Dge) in ambito sportivo, hanno partecipato, tra gli altri, Ferruccio Taroni, presidente Andes, Roberto Massucci, Questore di Roma, il Prefetto Francesco Tagliente, Michele Uva, direttore Social & Environmental Sustainability della Uefa, Giovanni Spitaleri, responsabile eventi, infrastrutture e sicurezza Figc.

Tra gli argomenti trattati, l’attenzione si è focalizzata sulla sicurezza all’interno degli stadi, sul ruolo dello steward (che non gode ancora di un inquadramento professionale complessivo adeguato) e sul fenomeno della tifoseria violenta. In un panorama sportivo in continua evoluzione, in cui il calcio vive trasformazioni culturali e tecnologiche, per Andes le best practice europee rappresentano un modello imprescindibile per innalzare gli standard negli impianti italiani, preparandoli alle grandi sfide internazionali come Euro 2032.

“Considero il mondo ultrà, un contesto di valore del mondo del calcio- ha dichiarato Roberto Massucci- Si può essere ultrà senza mai debordare in una cornice di legalità, se si oltrepassa si diventa un delinquente. L’ultrà riesce a dare colore e passione allo stadio. Detto questo, penso sia necessaria una riflessione, perché siamo a rischio di eventi drammatici. Solo la fortuna ha evitato che in alcuni eventi recenti non ci sia stato un epilogo drammatico. La situazione all’interno delle curve è fuori controllo. Si è ristrutturato un meccanismo di aggregazione negativa che fa nascere reati dentro e fuori gli stadi. Una delle cause è il cambio generazionale, che oggi ha portato nelle curve la presenza di molti giovani, che gli ultrà più grandi definiscono ‘incontrollabili’. La figura dello steward è cresciuta tantissimo, ma alcune società non credono molto in quest’ultima”.

Il Prefetto Francesco Tagliente ha spiegato che “per gli steward ci fu una resistenza da parte dei club molto forte a causa dei costi. Poi il progetto si è sviluppato con costi contenuti, perché non si poteva fare a meno di queste figure”.

Per Ferruccio Taroni, presidente Andes, “c’è la necessità di lavorare in squadra sui territori tra il mondo dello sport e il ministero degli interni. Attualmente sentiamo lontano l’ascolto del territorio. Abbiamo lavorato molto con dei campanilismi, con una gestione frazionata e difforme anche su eventi simili. Invece, dobbiamo fare una linea nazionale con un dialogo comune e condiviso. Attualmente c’è una grande difficoltà nella gestione delle curve e non abbiamo messo in campo tutte le risorse a disposizione. Il problema degli ultrà violenti viene da una nuova società liquida e il Covid ha messo un vuoto in mezzo, diventando ancora più legata all’individuo che si muove in autonomia e tante volte vive di gesti estremi”.

Giovanni Spitaleri ha condiviso l’idea che “i tifosi dovrebbero essere sempre protagonisti degli eventi sportivi, e dovrebbero essere anche protagonisti della sicurezza, perché il modello italiano della gestione della sicurezza prevede questo”.

Nel corso dell’evento è stata letta la lettera inviata da Michele Uva, direttore di Social & Environmental Sustainability della Uefa, il quale ha evidenziato l’importanza dello sport e degli eventi sportivi per le persone con disabilità: “Lo sport è diventato un punto di riferimento per la passione e il benessere- ha scritto Uva- È un diritto di tutti, nessuno escluso. Deve rappresentare un’opportunità per tutti. È indispensabile che le infrastrutture siano accessibili a tutti. Le persone con disabilità rappresentano una delle comunità più grandi del Continente. Le persone con disabilità sono tali per la mancanza di accessi adeguati. In tal senso abbiamo obiettivi chiari,

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comunicati a tutte le federazioni. I club devono aprirsi al mondo della disabilità. La Uefa ha lanciato a settembre un documento su aspetti infrastrutturali, operativi e gestionali. Nulla è un sogno se si considera l’accessibilità integrata e noi lo abbiamo fatto in Germania per l’Europeo 2024″.



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