Chiusura cracking Versalis e vendita sito Basell: sindacati chiedono garanzie occupazionali

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Sul fronte sindacale si registrano varie sfaccettature rispetto alla vertenza Eni – Versalis. C’è una sostanziale convergenza, ad ogni modo, sulla richiesta di chiedere lo slittamento della chiusura del cracking, che sarà formalizzata dalla Regione Puglia. I rappresentanti territoriali di Filctem Cgil, Fim Cisl e Femnca Cisl hanno partecipato all’incontro con il presidente del Comitato regionale per il monitoraggio del sistema economico Puglia (Sepac), Leo Caroli, sul futuro del petrolchimico di Brindisi, che si è svolto nel pomeriggio. La Uil non ha preso parte al tavolo, ritenuto sostanzialmente inutile, poiché un tavolo nazionale sulla chimica è stato già avviato presso il Mimit. La stessa Uil, invece, insieme agli altri sindacati confederali, ha partecipato all’incontro, sempre con Leo Caroli, sulla situazione dello stabilimento LyondellBasell, che è stato messo in vendita.

Eni Versalis

Per quanto riguarda la situazione Versalis, Caroli ha cercato di fare una sintesi fra le istanze dei vari sindacati. “La nostra posizione – afferma Marcello De Marco – segretario territoriale della Femca Cisl Brindisi – è quella di fare un patto di corresponsabilità che mandi avanti tutti i livelli occupazionali, di tutto l’impianto industriale, che sta per affrontare una trasformazione profonda”.

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“A Versalis – prosegue De Marco – ribadiamo la stessa richiesta già avanzata in occasione del tavolo nazionale: accelerare, indipendentemente dalla fermata del cracking, l’investimento sulla giga factory (la cui entrata in funzione è programmata per il 2028, ndr), per dare continuità lavorativa sia ai lavoratori diretti che a quelli dell’indotto”. In particolare la Femca Cisl chiede un “accordo quadro a garanzia dell’investimento e che lo stesso si acceleri in virtù del fatto che le aree (la giga factory sorgerà su un terreno adiacente a quello del cracking, ndr) sono differenti”.

Il sindacato “Cisal ha espresso, ancora una volta, l’importanza di sforzarsi per ricompattare il fronte sindacale e istituzionale”. “Riteniamo, infatti – si legge in una nota della Cisal – siano ancora utili i tempi per deporre ogni velleità personale, facendo ognuno un passo indietro per effettuarne due in avanti tutti insieme. Iniziando da un momento comune, di condivisione, tra tutti i lavoratori”. “Oggi, come ad ottobre – fa sapere ancora il sindacato – la Fialc Cisal crede inadeguata la politica dei due tempi e fondamentale il mantenimento, duraturo, della leadership di Eni a garanzia dei lavoratori diretti e indiretti.

La Cgil e la Filctem, rappresentate rispettivamente dal segretario generale di Brindisi, Massimo Di Cesare, e dal segretario regionale Antonio Frattini, “hanno ribadito la necessità di un ruolo da parte di Regione Puglia e dell’intero territorio brindisino con tutte le istituzioni e con il movimento sindacale Unito che porti al tavolo ministeriale proposte alternative alla chiusura che possono essere in un qualche modo contenute nei seguenti punti: primo ripensare nei tempi e nei modi la chiusura del Cracking per evitare la dismissione della chimica di base a Brindisi ed in Italia: anche alla luce della importante manifestazione europea svolta ieri davanti al Parlamento di Bruxelles”

Basell

Per quanto riguarda l’incontro sul sito Basell, i sindacati hanno espresso l’esigenza di tutelare i livelli occupazionali, in vista dell’eventuale vendita dello stabilimento. Stessa sorte riguarda anche altri quattro impianti Basel sparsi in altrettanti paesi europei. I fari sul sito brindisino della multinazionale, come noto, sono accesi fin dall’inizio del 2024, quando fu chiuso l’impianto di produzione P9t. Adesso la società avrebbe confermato la volontà di vendere l’impianto. ll rischio, però, è che la chiusura del cracking Versalis possa avere un impatto diretto su Basell, che non avrebbe disponibilità diretta di propilene, prodotto a Brindisi.

“Abbiamo preteso che Basell – afferma Marcello De Marco, della Femca Cisl – che prima dalla vendita, avvii già adesso le modifiche strutturali per rendere l’impianto performante anche dopo la chiusura del cracking, al di là della questione degli approvvigionamenti”. A detta di De Marco, si tratterebbe di “apportare piccoli accorgimenti che possono rendere l’impianto operativo anche dopo la chiusura del cracking”. La Femca Cisl chiede inoltre l’apertura di un tavolo ministeriale specifico anche su Basell, affinché si chiedano “garanzie rispetto alla vendita”.

La Filctem ha ribadito alla Regione Puglia “l’esigenza di slittamento della data di chiusura del cracker di Versalis  – dichiarano il segretario generale della Cgil Brindisi, Massimo Di Cesare, e il segretario regionale della FIlctem, Antonio Frattini – ed ha fortemente richiesto alla Basell  lo stato di efficientamento impiantistico, finalizzato alla vendita, che sarà oggetto della prossima discussione in un tavolo dedicato Regionale. Basell ha confermato interventi tecnici per adeguare gli impianti in assenza del Cracking.  Per parte Filctem si sono esplicitate tutte le problematiche tecniche che questa soluzione comporta, così come è stato evidenziato l’impatto sulle altre aziende coinsediate nel petrolchimico e nell’indotto, che subiranno e che non sono state affrontate nei tavoli tecnici ministeriali svolti fino a questo momento.  È stata ribadita l’esigenza di garantire i livelli occupazionali dei diretti e dell’ indotto.  Così come di predisporre una clausola sociale  prima della prevista vendita”.

“Come Uil e Uiltec di Brindisi-  affermano Fabrizio Caliolo e Carlo Perrucci – riteniamo insoddisfacente l’incontro di oggi presso la Regione Puglia con la società Basell per mancanza di chiarezza sulle prospettive future sia in riferimento alla vendita, da Basell confermata, sia sugli investimenti necessari per rendere appetibile il sito ad eventuali acquirenti. Non può considerarsi esaustivo esclusivamente una modifica impiantistica tampone, necessaria per il mantenimento in marcia del PP2 dopo la eventuale fermata del Cracking di Versalis. Riteniamo che anche Basell ha una responsabilità sociale sul territorio e a nostro avviso non intravediamo nelle dichiarazioni aziendali quelle garanzie occupazionali dei lavoratori diretti e dell’indotto. Sarebbe opportuno inoltre comprendere meglio anche gli strumenti che la Regione Puglia attraverso la Taskforce mettono in campo per la salvaguardia degli aspetti occupazionali e degli investimenti produttivi nel nostro territorio”.

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