Incidente mortale nel porto di Genova, un migliaio di lavoratori in corteo fino alla Prefettura. Incontro per sicurezza sul lavoro

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La morte sul lavoro di Lorenzo Bertanelli avvenuta ieri in porto ha scosso ancora una volta il mondo sindacale. Lo sciopero di ieri da parte dei lavoratori delle riparazioni navali si ripeterà anche nella giornata di oggi, con l’aggiunta dei dipendenti di Ente Bacini. Un migliaio di lavoratori ha partecipato al corteo dalle riparazioni navali alla Prefettura, 
I sindacalisti hanno ripetuto le stesse richieste di ieri: chiedono maggiore sicurezza e l’istituzione di un tavolo con le riparazioni navali. Ora i sindacati sono saliti per incontrare il Prefetto Cinzia Torraco.

Gli obiettivi – L’arrivo del corteo davanti alla Prefettura evidentemente non è casuale. I sindacati vogliono avanzare alcune richieste, come “un tavolo con Riparazioni Navali che porti alla stesura di un documento volto ad abbattere il rischio di infortuni”, spiega Omar Cattaneo di Fim Cisl Liguria. “La sicurezza deve essere sempre migliorata – dichiara il sindacalista -, in un settore dove i rischi aumentano perché si fa tanto straordinario, i carichi di lavoro sono alti e per alcuni operatori subentra anche il fattore dell’età. Bisogna lavorare molto sulla prevenzione e alzare il livello del controllo”. “Esprimiamo le nostre condoglianze – conclude Cattaneo – ma al di là della frase fatta dobbiamo interrogarci a fronte di una società che spesso e volentieri mira all’individualismo. Bisogna sensibilizzare la comunità e mettere al centro la dignità della persona, deve essere un monito per il nostro lavoro quotidiano”.

Tre morti al giorno in Italia –  “Andiamo in prefettura a chiedere conto a istituzioni, politica, aziende, perché non è possibile che continuino a ripetersi queste morti sul lavoro”. A dirlo Stefano Bonazzi, segretario Fiom Cgil di Genova.
    “Sono tre morti al giorno in tutto il 2024 è il secondo morto in porto nel giro di poco più di un mese – dice Stefano Bonazzi – oggi è il momento della rabbia da parte dei lavoratori che hanno scioperato ieri, che scioperano ancora oggi. Bisogna che i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza abbiano più potere all’interno di queste realtà dove c’è un’interferenza importante tra aziende dirette di appalto e di subappalto, occorre che i rappresentanti dei lavoratori abbiano più agibilità per far sì che ciò che è accaduto non si ripeta, per far sì che il rischio oggettivo, che c’è, venga ridotto a zero. Si può fare perché ci sono delle esperienze che ci dicono che si può fare oggi. Oggi bisogna provare a iniziare un percorso per conquistare questa soluzione”.

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Il rischio degli appalti – Il segretario organizzativo di Uilm Liguria Claudio Cabras mette l’accento sul tema degli appalti. “Questo ragazzo – spiega – era un lavoratore dell’appalto, che spesso viene lasciato in ombra, anche dal contratto nazionale. Coi metalmeccanici siamo in fase di rinnovo di questo contratto e c’è un articolo apposta anche per l’appalto, perché ci sono troppe lacune e bisogna andare ad intervenire. I lavoratori dell’appalto sono i più soggetti ad infortuni, anche fatali”.

Ente Bacini – “Quello che è successo ieri è una cosa che non dovrebbe succedere mai, è il terzo incidente sul lavoro a Genova in pochi mesi, il primo grave incidente sul lavoro a Riparazione Navali da diverso tempo. È chiaro che serve una riflessione seria tra imprese, lavoratori, istituzioni sul rispetto delle regole, perché le regole ci sono, il rispetto delle procedure, il tema della catena di subappalti che è spesso troppo lunga e anche il tema che non si può risparmiare sul lavoro a scapita della sicurezza”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Ente Bacini, Alessandro Terrile, presente al presidio dei lavoratori di Riparazioni Navali. La società Amico, dove ieri è accaduta la tragedia sul lavoro, ha in concessione d’uso un’area dell’Ente: “Credo che questa sia una situazione che chiama in causa controlli più severi da parte di tutti quelli che hanno responsabilità. Io penso che, al di là delle responsabilità giuridiche che saranno accertate – ha detto Terrile – nessuno oggi si può chiamare fuori da una responsabilità collettiva rispetto a quello che sta succedendo nel paese e anche nella nostra città. Bisogna intensificare i controlli, evitare che ci sia un modo di lavorare durante i controlli che è diverso dal modo di lavorare quando i controlli non ci sono. È una questione che riguarda la responsabilità di tutti, credo che tutti devono prendere coscienza del fatto che serve una svolta, che sarà anche una sarà anche onerosa, ma non possiamo pensare che il prezzo di pagare meno il lavoro, anche industriale, sia quello delle vite umane”.

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