La crisi climatica in Toscana corre a velocità doppia, Lamma: +2,3°C dal 1961-1990

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In Toscana come nel resto d’Italia la crisi climatica corre più veloce della media globale, segnando in regione +1,3°C ogni 50 anni e infrangendo ogni anno nuovi quanto preoccupanti record. Il 2024 è l’anno più caldo mai registrato: +1,35°C rispetto al trentennio climatologico di riferimento 1991-2020, che diventano +2,3°C guardando al 1961-1990.

Per fare un confronto, il 2024 emerge come l’anno più caldo mai registrato anche a livello globale, ma con anomalie di temperatura ben più ridotte: +0,72% rispetto al 1991-2020 – dunque quasi la metà rispetto al dato toscano – e +1,6°C rispetto all’era preindustriale 1850-1900.

È quanto è emerso dal rapporto presentato oggi a Firenze in Palazzo Strozzi Sacrati dal Lamma, il Consorzio nato dagli sforzi congiunti di Regione Toscana e Cnr. «Purtroppo noi climatologi sembriamo ormai un disco rotto che annuncia ogni anno un nuovo record – spiega il direttore Lamma, Bernardo Gozzini, recentemente intervistato su queste colonne – Anche il 2024 non smentisce questa consuetudine confermando non solo il costante incremento delle temperature ma anche una sempre più evidente accelerazione».

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A livello globale, per la prima volta il 2024 ha infranto il primo muro di sicurezza individuata dall’Ipcc nell’Accordo di Parigi sul clima (ovvero +1,5 °C al 2100, rispetto all’era pre-industriale). «L’avremo superato quando l’anomalia di temperatura sarà oltre +1,5°C in modo “stabile”, ovvero per almeno 3-5 anni – ha spiegato nei giorni scorsi a greenreport Giulio Betti, climatologo Lamma – Ma il fatto di avere sfiorato nel 2023 e abbondantemente superato nel 2024 i +1,5°C a livello globale, nonostante l’arrivo della Niña negli ultimi mesi del 2024 (ovvero il fenomeno ciclico di raffreddamento su larga scala delle temperature superficiali delle acque nell’Oceano Pacifico equatoriale centrale e orientale, ndr), lascia pensare che si possa essere entrati in un tipping point, superando uno scalino dal quale non si torna indietro. La probabilità che i +1,5°C vengano raggiunti stabilmente nei prossimi anni si è alzata di molto».

Che fare? Le soluzioni disponibili sono le solite due, sempre più urgenti: mitigazione e adattamento. Per mitigare occorre tagliare le emissioni di gas serra, passando dai combustibili fossili a efficienza energetica e fonti rinnovabili: la Toscana ha due importanti fronti aperti, con la legge sulle aree idonee agli impianti rinnovabili in via d’approvazione (la proposta pone solo il 30% di territorio in area idonea, perciò una vasta coalizione ambientalista chiede più coraggio alla politica) e con la possibile proroga in arrivo a Enel green power per le concessioni minerarie che sottendono la coltivazione della geotermia (ovvero la fonte rinnovabile che più di ogni altra caratterizza la regione).

L’altro fronte è quello dell’adattamento, per rendere più resilienti i territori di fronte alla quota parte di cambiamenti climatici ormai inevitabile, in un continuo oscillare tra fasi siccitose e alluvioni: nel 2024, ad esempio, in regione ha piovuto il 19% in più rispetto alla media. Le precipitazioni si sono concentrate soprattutto in 6-7 mesi: gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, settembre, ottobre. E’ piovuto molto meno del normale nei mesi estivi di luglio e agosto, ma anche a novembre, solitamente mese più piovoso dell’anno e a dicembre.

«I dati Lamma – conclude nel merito il presidente della Regione, Eugenio Giani – confermano il continuo surriscaldamento globale, con effetti tangibili anche in Toscana. Fenomeni estremi come le bombe d’acqua hanno reso necessario un rafforzamento delle misure di difesa del suolo. In particolare, tra settembre e ottobre 2024, eventi meteorologici eccezionali hanno costretto a dichiarare per quattro volte lo stato di emergenza per calamità naturale, poi riconosciuto a livello nazionale». Il problema è che poi dal Governo non arrivano le risorse per farvi fronte: la Regione aspetta ancora gli 1,1 miliardi di euro chiesti per ripristinare adeguati livelli di sicurezza contro il rischio idrogeologico in quella fetta di Toscana che nel 2023 ha subito un’alluvione da 8 morti e danni per 2,7 miliardi di euro.



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