Quel ramo del lago di Como dove la sinergia è vincente. In 3Biotic Hub nascono nuove idee per migliorare la salute dell’uomo e del pianeta

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Agricoltura

 


Sacco, Landlab e Synbiotec sono tre aziende con sede a Cadorago, Vicenza e Camerino, che hanno unito le forze con l’idea di rivoluzionare il settore agricolo attraverso lo studio del microbioma delle piante e non solo. «Con le nostre ricerche miglioriamo il benessere dell’essere umano e di ciò che ci circonda»

Con oltre 740mila aziende agricole, 330mila imprese di ristorazione, 70mila industrie alimentari e 4 milioni di lavoratori, il mercato agroalimentare italiano è il terzo più grande dell’Unione Europea. Nel 2023 ha generato più di 65 miliardi di euro, pari al 3,8% dell’economia totale italiana. A rivelarlo sono i dati diffusi da CSQA, organismo di certificazione a controllo pubblico attivo nei settori dell’Agroalimentare e Packaging, Sostenibilità, Life Sciences-Sanità e Salute, Sicurezza IT, Servizi, Foreste e Servizi Ecosistemici. E secondo l’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, nel 2023 su un campione di 470 aziende, il 72% ha adottato almeno una tecnologia, con una media di 3-4 soluzioni. Sebbene l’innovazione richieda competenze e investimenti di capitali, anche gli imprenditori agricoli più piccoli iniziano a guardare con interesse all’agricoltura 4.0. In questa cornice si è inserita 3Biotic Hub, una nuova rete di aziende nata dalla sinergia tra SaccoLandlab e Synbiotec con l’obiettivo di rivoluzionare il settore agricolo attraverso lo studio del microbioma di piante e suoli e l’ottimizzazione dell’uso di biofertilizzanti, biostimolanti e agenti di biocontrollo. Questo nuovo appuntamento con Viaggio in Italia va alla scoperta del nuovo hub tech che punta a diventare un punto di riferimento nel comparto dell’Agritech in Italia.

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Parola chiave: “interdisciplinarietà”

3Biotic Hub integra la ricerca applicata e la sostenibilità con il claim “Knowledge before Application”, verso l’innovazione biotecnologica per affrontare le sfide globali della sicurezza alimentare e della salvaguardia ambientale. In particolare, a prendere parte dell’hub sono figure con background molto diversi tra loro e che si occupano di ambiti specifici differenti. Sacco, che fa parte del gruppo Sacco System, con sede a Cadorago (Como), è un’azienda biotech italiana che si occupa di produzione e confezionamento di colture microbiche da impiegare per realizzare alimenti e prodotti probiotici. La finalità è quella di supportare l’industria alimentare, i produttori di integratori e il mondo dell’agricoltura nello sviluppo di prodotti naturalmente ricchi di proprietà funzionali. Francesco Vuolo, Agro Business Developer di Sacco, ha spiegato: «Ho iniziato a lavorare per Sacco nel 2018 come ricercatore scientist e nella ricerca e sviluppo di prodotti e prototipi. Sacco da 150 anni opera e produce nel mondo del biotech della fermentazione microbica per diversi settori nel campo della salute: sia delle piante che dell’essere umano e nel settore della nutrizione, della fermentazione e del processing».

FRANCESCO VUOLO Agro Business Developer di Sacco
Francesco Vuolo, Agro Business Developer di Sacco

Scendendo più nello specifico, Sacco propone soluzioni efficaci, sostenibili e pronte all’uso sia per il settore agricolo, che è il principale target di riferimento, che per la salute umana e la sicurezza dei cibi. «Siamo sempre stati nel B2B presentandoci come un ponte tra la ricerca, i mercati e i consumatori muovendoci nel mercato europeo con le multinazionali».

Dal microbioma alle biotecnologie vegetali

Nell’hub c’è anche Landlab, un’azienda della provincia di Vicenza che si occupa di biotecnologie vegetali, specializzata nella ricerca applicata e nello sviluppo di soluzioni per l’agricoltura. «Abbiamo messo in piedi una società di ricerca di 30 persone che innova l’agritech e lavoriamo a supporto di aziende globali per innovare – spiega Adriano Altissimo, agronomo e CEO di Landlab – In particolare, studiamo le condizioni idriche e ambientali che interferiscono con la crescita della pianta».

Adriano Altissimo CEO di Landlab
Adriano Altissimo, CEO Landlab

Con un focus sullo studio di nuove pratiche agronomiche e sull’impiego di ingredienti naturali, Landlab si dedica a migliorare le coltivazioni, la qualità delle rese e la gestione agricola. «Facciamo da ponte tra le Università e l’industria – continua Adriano – Nello studio del microbioma, che è un tema che gli agronomi conoscono dallo scorso secolo ed è stato per la maggior parte abbandonato perchè l’industria chimica ha avuto la meglio. Adesso, grazie anche alla grossa spinta dell’analisi sull’umano, il microbioma del suolo e dell’ecosistema sta vivendo un’interessante primavera». Landlab analizza e sviluppa l’efficacia di fertilizzanti speciali, biofertilizzanti, biostimolanti, biopesticidi e altre tecnologie avanzate, contribuendo a potenziare la produttività, la resilienza delle colture e l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse naturali. «Sinora siamo rimasti sul mercato italiano, ma vorremmo spingerci anche in quelli internazionali, fino al Giappone, per dare quel valore aggiunto e quell’approccio contestuale che consente la comprensione di questi fenomeni».

LandLab

Probiotici e genomica

Nata come spin-off dell’Università di Camerino, Synbiotec è un’azienda biotecnologica italiana specializzata nella ricerca, sviluppo e produzione di probiotici per la salute umana e animale. I prodotti che escono da questi laboratori sono utilizzati in integratori alimentari e alimenti funzionali, che hanno proprietà benefiche e protettive per l’organismo umano. «Identifichiamo l’isolamento e studiamo i batteri con caratteristiche probiotiche – spiega Cristina Verdenelli, R&D Manager di Synbiotec – La finalità ultima di questo studio è quella di migliorare la salute dell’uomo e dell’ambiente». E per questa ragione, Synbiotec in laboratorio studia la genomica con sequenziamento e, poi, applica il risultato delle sue ricerche allo studio del suolo.

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Cristina Verdenelli, Synbiotec

«Puntiamo sulla ricerca dei microbiomi e vorremmo innovare in questo settore per metterne in evidenza e sfruttare le potenzialità – conclude Cristina – Per adesso nel team siamo in 6 ricercatori specializzati, concentrati sul mercato italiano ma anche in quello europeo ed extra UE».





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