18 ASSOCIAZIONI FIRMATARIE * CONSORZIO EGATO TRENTINO: «UN ELEFANTE NELLA CRISTALLERIA, SI RISCHIA IL DANNO AL CICLO RIFIUTI URBANI ED ALLE TASCHE DEI CITTADINI» (REPORT PDF)

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09.14 – venerdì 7 febbraio 2025

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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CONSORZIO EGATO TRENTINO: UN ELEFANTE NELLA CRISTALLERIA

Nello scorso mese di dicembre la giunta provinciale ha ottenuto da parte del Consiglio delle Autonomie Locali la firma alla bozza di convenzione nella quale si prevede di istituire il consorzio Egato Trentino, il cui fine è la gestione integrata dei rifiuti urbani, comprensiva di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento. La convenzione è stata poi approvata dalla giunta provinciale il 10 gennaio 2025 con delibera n°3. Senza tuttavia attendere la ratifica della convenzione da parte della giunta provinciale sono partite le richieste a tutti i comuni trentini di sottoscrizione obbligatoria della stessa entro 45 gg (4 di febbraio).

Di fondamentale importanza per consentire un iter dei lavori così stretto e, come vedremo, critico su più aspetti, è stato lo stillicidio di modifiche apportate alla legge 3/2006 Norme in materia di governo dell’autonomia del Trentino, completato fino alla modifica dell’art. 13bis comma 5 introducendo i nuovi commi 5bis e 5ter. In sostanza si è normato il passaggio da una situazione precedente in cui era presente un Ambito Territoriale Ottimale Ato provinciale con 13 sub-ambiti, in un Ente di Gestione che avrà i pieni poteri su tutto il ciclo integrato dei rifiuti: “l’ente di governo dell’ambito decide in merito all’organizzazione del servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani e, a tal fine, subentra in tutti i rapporti in essere per la fornitura del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani”( rif. Legge Provinciale 3/2006 art.13bis comma 5ter).

Si passa quindi da una gestione del ciclo integrato dei rifiuti che fino ad oggi trovava nella gestione cucita su misura alle diverse caratteristiche sociali, economiche, ambientali e di cultura del tema rifiuti, dei territori il proprio valore ad un salto di livello extra territoriale. È del tutto evidente che si tratta di un passaggio estremamente delicato che alla base deve avere il più ampio consenso delle comunità locali, non certo può essere una transizione imposta dall’alto. Torniamo per un attimo alla convenzione inviata, con gli auguri di buone feste, ai poveri comuni trentini alcuni di questi totalmente allo scuro.

 

I PUNTI CRITICI

1) ASSENZA DI STATUTO

Il primo aspetto critico a nostro avviso è la stipula di una convenzione che darebbe l’assenso alla istituzione di un ente privo di statuto. Lo statuto, come cita la convenzione, “disciplina le attribuzioni degli organi, le modalità di funzionamento e di esercizio delle funzioni attribuite” (art.2 comma 2); stabilisce in che modo l’Egato esercita la potestà regolamentare (art. 2 comma 5); qualora venissero costituiti i sub-ambiti “definisce le modalità di nomina (assembleare) e le disposizioni per il loro funzionamento” (art.2 comma 8); definisce le modalità di funzionamento dell’assemblea dell’Egato (art.2 comma 9); ancora più importante lo statuto definisce come l’Egato debba svolgere le proprie funzioni amministrative e di governo (art.3 comma 1); individua e precisa le competenze spettanti agli organi dell’Egato (art.3 comma 6); e ancora di maggiore importanza “Nello statuto viene definita la modalità di determinazione della tariffa di ambito o di sub-ambito, anche sulla base del valore dei beni conferiti” (art.5 comma3); determina le modalità con le quali stabilire nuovi affidamenti prima del termine del periodo transitorio ( 5 anni). E’ piuttosto chiaro che la firma di una convenzione a cui non sia stato affiancato lo statuto dell’Egato è una sorta di salto nel vuoto, inoltre a nostro avviso presenta dobbi di correttezza dell’atto amministrativo stesso di ratifica da parte dei consigli comunali.

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PERSONALE EGATO

All’art. 2 comma 12 della convenzione si dichiara che l’Egato si avvale di una apposita struttura organizzativa, la quale può operare anche con personale messo a disposizione dagli enti convenzionati, ovvero mediante convenzione con gli enti medesimi. Al successivo art.7 comma 8, si dice che “entro i primi due mesi di operatività gli enti convenzionati all’Egato individuano il personale da mettere a disposizione per l’avvio delle attività dell’ente stesso.” E’ chiaro che questo pone un problema, anche di natura sindacale, per tutti quei soggetti fino ad oggi coinvolti all’interno delle Amministrazioni Pubbliche nelle attività sia amministrative che gestionali legate al ciclo dei rifiuti. Inoltre il problema in generale si pone a tutto l’assetto occupazionale presente in provincia, sia all’interno di enti pubblici che nelle società di gestione. La delicatezza di questo tema ha fatto scattare dalla sedia non solo sindaci ma i dirigenti delle società in house presenti in provincia.

 

I BENI IMMOBILI E MOBILI

L’Egatoentro un anno svolgerà una ricognizione di tutti i beni immobili e mobili che riterrà necessari al servizio. Quelli che riterrà necessari, per erogare i servizi e per le proprie funzioni, dovranno essere messi a propria disposizione rimanendo tuttavia di proprietà degli attuali soggetti. Sarà cura dell’EGATO provvedere alle manutenzioni (art.5 comma 1). A parte il fatto che tale discrezionalità è di fatto piuttosto ampia, risultano evidenti alcuni aspetti: i soggetti potrebbero essere proprietari dei beni ma avere in corso piani finanziari a copertura degli investimenti i quali avevano una loro linea di rientro determinata dalle entrate tariffarie. Inoltre per i beni mobili è previsto “I beni mobili conferiti devono garantire il mantenimento della qualità del servizio a livello dei territori afferenti all’ambito o al sub-ambito dei soggetti che li hanno conferiti” (art.5 comma 2). Anche in questo caso la discrezionalità è ampia e i vari soggetti rischierebbero di trovarsi non solo senza lavoro ma anche con beni inutilizzabili. Questo aspetto in assenza di contradditorio tra le parti è evidente che possa destare preoccupazione non di poco conto.

 

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ASPETTO ECONOMICO FINANZIARIO

All’art 2 comma5 leggiamo: “L’Egato Trentino informa la propria attività a criteri di efficacia, efficienza ed economicità, ha l’obbligo del pareggio di bilancio da perseguire attraverso l’equilibrio dei costi e dei ricavi e ha una contabilità di carattere finanziario.” Questo punto è piuttosto importante è grave a nostro avviso che non si sia affiancata la proposta di convenzione con un preliminare piano economico finanziario. Il motivo di questa criticità sta proprio nel pareggio di bilancio, regola sacro santa per gli enti pubblici. Tuttavia essendo tale pareggio determinato dall’equilibrio dei costi, sui quali il cittadino non avrà alcun controllo, e delle entrate, cioè le tariffe, alle quali il cittadino potrà solo sottostare, risulta evidente che le perplessità sono più che giustificate. Come scrivevamo in precedenza, l’operazione Egato sottrae ai territori il governo di una parte importante del ciclo dei rifiuti. Inoltre dobbiamo considerare che attualmente il costo pro capite di gestione dei rifiuti urbani in trentino è il secondo più basso d’Italia e se consideriamo che solo per gestire le carte di istituzione dell’Egato sono stati stanziati € 50.000, è più che legittima la domanda: “Come potrà l’Egato fare meglio?”.

E ancora, visto che in sostanza l’Egato è stata voluta praticamente al solo fine di procedere con l’inceneritore, ci domandiamo come sarà possibile fare meglio di oggi se ci si troverà di fronte ad un investimento di oltre 200Mio con costi di conferimento dei rifiuti che potrebbero raggiungere i € 245,00 a tonnellata, equivalenti all’attuale conferimento in discarica? A queste basilari domande la convenzione risponde in questo modo paradossale: “Dopo i primi dodici mesi di operatività, l’Egato Trentino assume le funzioni di cui all’articolo 3, comma 5, al fine della mera validazione dei Pef di competenza”. In sostanza solo fra un anno sapremo se il gioco vale la candela, o meglio ce ne accorgeremo sulle tariffe successive senza più nessuna possibilità di rivedere il tutto.

Noi siamo abituati ad affrontare i nuovi traguardi raccogliendo dati, facendo simulazioni, verificando i punti a favore e quelli contrari, gli imprevisti ecc. In questo caso, visto che almeno da cinque anni il tema Egato è stato posto sul tavolo, non si sarebbe potuto procedere a fare una ricognizione preliminare di tutti i beni mobili ed immobili, valutarne in contradditorio l’uso e l’efficienza? Stabilire di conseguenza gli impegni finanziari necessari per migliorare la dotazione dei beni, al di là dell’impianto di “chiusura del ciclo”, visto che non esiste solo quello. Da questi dati procedere poi con simulazioni di piani finanziari e verificare se le tariffe ai cittadini sarebbero scese oppure aumentate?

 

Se le simulazioni sulle quali si sono fatte le valutazioni sono quelle presenti nel piano rifiuti ALLORA SÌ CHE DOBBIAMO PREOCCUPARCI!!

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ALLA FINE A FAR QUADRARE I LORO CONTI SARA’ IL CITTADINO CON I PROPRI SOLDI. Altre osservazioni potrebbero essere sollevate, il punto più importante che preoccupa noi e preoccupa i territori ed i comuni, riguarda la sorprendente superficialità con la quale si è giunti alla stipula di questa convenzione che fa acqua da tutte le parti.

SE IL BUON GIORNO SI VEDE DAL MATTINO Ѐ EVIDENTE CHE SIAMO DI FRONTE AD UNA TESTIMONIANZA DI GRAVE MANCANZA DI PROFESSIONALITÀ CHE RISCHIA SERIAMENTE DI CREARE UN GRAVE DANNO AL CICLO DEI RIFIUTI URBANI ED ALLE TASCHE DEI CITTADINI.

 

EGATO, LE FINALITÀ

Vediamo brevemente alcuni aspetti legati ai principi alla base della istituzione dell’Egato.

1) 2) Principio di precauzione, prevenzione, perseguendo l’obiettivo della massima tutela dell’ambiente e della salute umana (rif. Art 1 comma 2 della convenzione). Principi di efficienza, efficacia, economicità, trasparenza, sostenibilità (rif. art. 3 comma 2 della convenzione). Vediamo a quali riferimenti normativi si deve conformare, ci riferiamo alla delibera di giunta n.3 del 10 gennaio 2025: 1)

2) D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante “Norme in materia ambientale”, in particolare dall’articolo 195, nel quale si dichiara tra l’altro: “l’individuazione delle iniziative e delle azioni, anche economiche, per favorire il riciclaggio e il recupero di dai rifiuti, nonché per promuovere il mercato dei materiali recuperati dai rifiuti ed il loro impiego da parte delle pubbliche amministrazioni e dei soggetti economici”; La direttiva 2008/98/CE da cui vale la pena richiamare: “La gestione dei rifiuti deve essere effettuata senza creare alcun pericolo per l’acqua, l’aria, il suolo, la flora o la fauna, senza comportare inconvenienti da rumori o odori, e senza danneggiare il paesaggio o i siti di particolare interesse. Oltre naturalmente alla gerarchia dei rifiuti che vede al primo posto la prevenzione (finalizzata alla riduzione), seguita dal riuso, quindi dal riciclo.

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E’ del tutto fuori contesto il riferimento al decreto del Presidente della Giunta provinciale 26 gennaio 1987, n. 1-41/Leg., recante “Approvazione del testo unico provinciale sulla tutela dell’ambiente dagli inquinamenti”; visto che non si tratta di limiti delle emissioni. Traspare da questo riferimento normativo un intento evidente in contraddizione con il principio n°1. Se parliamo di limiti emissivi e presumibilmente ci si riferisce a quelli legati all’INCENERITORE, vuol dire che s’intende collocare sul territorio un impianto che avrà impatti sull’ambiente e sulla salute umana. Gli obiettivi della Egato in relazione alla gestione dei rifiuti. Il primo indirizzo è presente all’art. 1 comma 2 della convenzione: “..promuovendo strategie di prevenzione della produzione dei rifiuti, di riutilizzo di beni e materiali non ancora diventati rifiuti, di incremento e miglioramento della qualità della raccolta differenziata e del recupero e riciclaggio dei rifiuti al fine di ridurne i quantitativi da avviare a smaltimento”.

La convenzione cita all’art. 2 comma 4: Egato Trentino svolge le funzioni … in coerenza con gli obiettivi previsti nella pianificazione provinciale in materia di rifiuti. Vediamoli sinteticamente e confrontiamoli con la situazione attuale:

 

RIFIUTO INDIFFERENZIATO PROCAPITE:

OBIETTIVO V° PIANO: 93,2kg/ab; RISULTATO ATTUALE: 74,8kg/ab; RAGGIUNTO E SUPERATO

 

PRODUZIONE RIFIUTO URBANO PROCAPITE:

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OBIETTIVO V° PIANO: 495,3kg/ab -2%; RISULTATO ATTUALE: 479kg/ab; RAGGIUNTO E SUPERATO

 

PERCENTUALE DI RACCOLTA DIFFERENZIATA:

OBIETTIVO V° PIANO: 80,4% ; RISULTATO ATTUALE: 82,4%; RAGGIUNTO E SUPERATO

 

Tutti gli obiettivi del V° piano rifiuti sono stati raggiunti, alcuni con largo anticipo. A questo punto l’EGATO dovrebbe aggiornarli e specialmente chiarire a quali obiettivi si conformerebbe entro e dopo il 2028 visti i 5 anni in cui diventerebbe a tutti gli effetti operativa.

 

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RICORDIAMO CHE AD OGGI ABBIAMO UN RESIDO BEN AL DI SOTTO DELLE 50.000 t/a.

Visto che l’obiettivo è il miglioramento dei risultati dall’EGATO ci attendiamo un’ulteriore sensibile riduzione il cui risultato finale sarà un’ulteriore riduzione del residuo.

 

IN CONCLUSIONE

I primi passi dell’Egatosi sono rivelati un fallimento, è stata redatta una convenzione così lacunosa da sollevare importanti dubbi di legittimità, è stato delineato il consorzio Egato senza supportarlo con precisi e puntuali elementi di valutazione dei risultati operativi. Si ipotizza la costruzione di un impianto “per la chiusura del ciclo” la cui tipologia sarà nota solo fra un anno. A nostro avviso tale impianto è già presente in provincia e si tratta dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico il cui ammodernamento consentirebbe di ridurre i conferimenti in discarica al di sotto del 10% richiesto della legge entro il 2035.

ESISTONO TERRITORI DEL TRENTINO CON RISULTATI NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI AI PRIMISSIMI POSTI A LIVELLO NAZIONALE, PERCHE’ DOVREBBERO ESSERE MESSI IN CRISI?

L’EGATO NELLA SITUAZIONE IN CUI HA INIZIATO A MUOVERSI SI PRESENTA COME UN ELEFANTE NELLA CRISTALLERIA CON UN EFFETTI DIROMPENTI.

 

 



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