I market della droga dei Milanese, l’accusa chiede condanne a pioggia al processo Dinamite

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Quanto rischiano i grossisti e gli operai della droga coinvolti nel blitz dei Carabinieri del 25 giugno 2024

Messina – E’ il giorno dell’Accusa al processo abbreviato nato dall’operazione Dinamite, l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Messina sul traffico e spaccio di cocaina, ma anche nuovi allucinogeni pesanti, gestito dalla famiglia Milanese nelle case-fortino di Giostra.

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I PM Antonella Fradà e Roberto Conte hanno chiesto al giudice condanne per tutti gli imputati. La più severa quella sollecitata per Domenico Milanese: ritenuto a capo del giro, in grado di gestire una vera e propria organizzazione commerciale attiva h24, con operai a libro paga e con forniture dai grossi trafficanti calabresi, per l’Accusa dovrebbe essere condannato a 18 anni e 5 mesi.

Tutti i nomi e le condanne richieste

Ecco le richieste dell’Accusa che riguarda i familiari e collaboratori di Milanese, gli “operai” della droga e i fornitori della Locride: 8 anni di reclusione per Alessio Abate, 11 anni e mezzo per Rosario Abate, 10 anni e 7 mesi per Anzalone Giuseppe, 10 anni e 7 mesi per Arrigo Alex, 13 anni e 3 mesi per Astone Antonino, 12 anni Astone Luca Michael Gabriel, 10 anni e 7 mesi per Astuto Giuseppe, 2 anni e mezzo per Carmelo Barile, 8 annie 2 mesi per Bellantoni Fabio, 6 anni e 5 mesi per Maria Cacopardo, 9 anni per Calderone Danilo Lorenzo, 11 anni e mezzo Cananzi Gioacchino di Rosarno, 9 anni e mezzo per Cannistrà Giovanni di Fiumedinisi, 9 anni per Caporlingua Claudio, 11 anni e 8 mesi per Giuseppe Castorino,8 anni per Graziano Castorino, 11 anni per Centorrino Andrea, 5 anni per Sharon Chicciarello, 11 anni e 11 mesi per Conti Angelo, 11 anni e 3 mesi per Costa Salvatore, 11 anni per Costanzo Zammataro Giuseppe di Tortorici, 7 anni per Cuscinà Giovambattista, 5 anni per Demarco Valentina, 9 anni per Falcone Antonino, 11 anni e 2 mesi per Galati Massaro Sebastiano di Tortorici, 4 anni per Roberto Galati Giordano, 8 anni e mezzo per Stefania Galletta, 14 anni e 5 mesi Gangemi Giuseppe, 9 anni e 3 mesi per Bruno Giorgi (di Locri), 8 anni per Grasso Paolo, 1 anno e mezzo per Giovanni Idotta, 5 anni per Maria Antonietta Irilli, 10 anni e 8 mesi per Messina Filippo, 10 anni e 8 mesi per Minutoli Grazia, 6 anni e 3 mesi Maria Minutoli, 10 anni e 7 mesi per Muni Vincenzo, 5 anni e 3 mesi per Nunnari Marcello, 11 anni e 3 mesi per Maurizio Papale, 6 anni per Francesco Pelle, 6 anni e mezzo per Giuseppe Pizzata, 8 anni per Giovanni Rizzo, 6 anni e un mese peer Domenico Romano, 8 anni e 5 mesi per Giada Sabbatini, 2 anni e 3 mesi per Antonino Santovito, 7 anni e 2 mesi per Maurizio Savoca, 5 anni per Scirone Antonino, 8 anni e 3 mesi per Settimo Antonino, 8 anni e 3 mesi a Settimo Paolo, 12 anni e mezzo per Strangio Antonino, 2 anni e 2 mesi a Cristian Sturniolo, 8 anni e 2 mesi a Gianluca Torrini, 10 anni e 7 mesi per Gianluca Vento.

La porta blindata a casa del pusher e il carabiniere ferito

L’operazione Dinamite è scattata dopo il controllo a casa di un pregiudicato, al villaggio Cep. Quando i carabinieri hanno bussato l’uomo ha aperto convinto si trattasse di un cliente. Accortosi delle divise, ha richiuso addosso loro la pesante porta blindata, ferendo un militare. La porta si è aperta poi solo dopo 20 minuti. Da lì le intercettazioni e i pedinamenti che hanno permesso di ricostruire tutta la filiera dello spaccio.

La casa fortezza del Milanese

Dietro a Ivan Lo Cascio (il pregiudicato che ha chiuso la porta addosso ai Carabinieri), c’erano infatti Abate e Castorino, che rifornivano Domenico Milanese. Agli atti dell’inchiesta anche le dichiarazioni del pentito Settimo Corritore che nel 2023 svela agli investigatori l’abitazione -fortezza di giostra, protetta da muri, cancelli e video sorveglianza dove hashish, marijuana e cocaina venivano nascoste nelle intercapedini dei muri.

Il blitz di giugno e l’operazione Mowing

Il blitz è scattato a giugno 2024 con 112 arresti tra Barcellona e Messina. A finire nella rete dei carabinieri non soltanto gli spacciatori messinesi ma anche due piazze in provincia, sotto il controllo del clan del Longano. L’altro filone di inchiesta, battezzato Mowing, si è concluso recentemente con 42 indagati finali, accusati di essere invischiati con gli affari degli Iannello e de “Il Freddo” di Barcellona.

Le difese

Dopo l’accusa, la parola va alle difese a partire dal prossimo 28 febbraio. La sentenza non arriverà prima di fine marzo. Ecco i difensori impegnati: gli avvocati Pietro Ruggeri, Cinzia Panebianco, Ignazio Panebianco, Salvatore Silvestro, Gianmarco Silvestro, Alessandro Billè, Alessandro Trovato, Giorgio Italiano, Maristella Bossa, Carlo Autru Ryolo, Giuseppe Bonavita, Pietro Luccisano, Pietro Fusca, Antonello Scordo, Rita Pandolfino, Giovanni Mannuccia, Carmine Verde, Gregorio Cacciola, Laura Todaro, Gabriele Lombardo, Alberto Ferraù, Sandro Pruiti, Salvatore Cipriano, Dario Cocivera, Giuseppe Zangari.



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