La mostra a Parigi sulla moda da vedere a febbraio 2025

C’è una ragione precisa se il sistema della moda francese continua a primeggiare, se le fashion week parigine, infondo, mostrano sempre i segni del nuovo e hanno la forza propulsiva di imporre tendenze. la ragione è da ritrovarsi non solo nelle avvedute operazioni finanziare delle grandi conglomerati del lusso francese, ma nell’essere certi che tutto questo è in primo luogo una forma di cultura. Partendo da questa semplice constatazione è facile accorgersi di quanto spazi, eventi, mostre, approfondimenti la Francia dedichi ogni anno, ogni mese, ogni settimana al linguaggio della moda. Ed è proprio in quegli spazi che, infondo, si formano i grandi designer di ogni generazione. Luoghi come ad esempio il Musée des Arts Décoratifs di Parigi, che alla fine del 2024 ha celebrato il 35° anniversario dell’ANDAM (Association Nationale pour le Développement des Arts de la Mode) con una mostra che ripercorre le tappe fondamentali di questa istituzione che molto ha inciso nel ridefinire la moda contemporanea, premiando annualmente nomi che nel tempo sono diventati familiari anche al grande pubblico. Intitolata Mode, Nouvelles Générations : 35 ans de l’ANDAM, il percorso mette in dialogo trent’anni di innovazioni attraverso una selezione di trenta diverse silhouette e accessori. L’intento è evidenziare come il lavoro dei designer premiati dall’ANDAM abbia contribuito a plasmare nuove estetiche e a interrogare i confini della moda tradizionale. Il legame tra l’ANDAM e il Musée des Arts Décoratifs è particolarmente significativo. Il museo, custode di una delle più importanti collezioni di moda e tessuti al mondo, si è posto come piattaforma ideale per celebrare questo anniversario. Come dicevamo, è dal 1989 che l’ANDAM premia ogni anno i talenti emergenti della scena francese e internazionale, offrendo loro non solo visibilità, ma anche supporto per affermarsi nel panorama della moda. Tale collaborazione permette ai vincitori di donare al museo capi emblematici delle loro collezioni, arricchendo così il patrimonio nazionale con opere che rappresentano l’evoluzione della creatività contemporanea e mostrando a tutti i costanti sviluppi formali di quest’arte.

La mostra, curata da Sophie Lemahieu, conservatrice delle collezioni di moda e tessuti dal 1947 ad oggi, si sviluppa lungo tutto il terzo piano del museo, intrecciandosi con il percorso permanente. Tra i nomi in esposizione spiccano icone come Martin Margiela, Marine Serre e Gareth Pugh, insieme a designer più recenti, tra cui Louis-Gabriel Nouchi, Ester Manas e Christopher Esber, vincitori delle edizioni 2023 e 2024 del premio ANDAM. Le silhouette presentate raccontano non solo l’evoluzione di uno stile personale, ma anche una riflessione più ampia sui temi centrali della moda contemporanea, come la relazione con il corpo, l’ambiente e l’intensa ridefinizione dei codici estetici di questi ultimi decenni. Altro aspetto affascinante della mostra è il dialogo tra le opere più iconiche e quelle dei nuovi premiati. L’itinerario si apre con un omaggio al primo storico vincitore; Martin Margiela, che nel 1989 catturò l’attenzione internazionale con l’ormai leggendaria sfilata di capi decostruiti. Tra le opere in esposizione compare una giacca destrutturata e un abito ricostruito partendo da materiali vintage, che incarnano la sua visione concettuale e la sfida ai canoni sartoriali tradizionali. Accanto a lui, troviamo Olivier Guillemin, che nello stesso anno esplorava l’intersezione tra estetica medievale e fantascienza con creazioni futuristiche, come un mantello in metallo scintillante e un abito in PVC traslucido. L’eredità di questi pionieri si riflette nei lavori di designer come Jeremy Scott, i cui capi stravaganti e ironici sono rappresentati da un abito con stampe cartoonesche, e Y/Project, che propone forme modulari e giacche a più strati che giocano sulla versatilità.

Duran Lantink, Prix spécial 2023, Robe, Printemps-été 2024, Matière synthétique

Le opere esposte non si limitano a rappresentare una linea temporale della moda, ma riflettono un’idea di pluralità, sia estetica che tecnica. Marine Serre, ad esempio, porta in mostra un completo aderente caratterizzato dall’iconico motivo a mezzaluna e realizzato con materiali riciclati, dimostrando la sua attenzione per la sostenibilità e il design circolare. Ester Manas esplora l’inclusività con un abito in jersey elastico che si adatta perfettamente a diverse tipologie di corpo, enfatizzando un’estetica democratica e accessibile. Louis-Gabriel Nouchi propone invece una rivisitazione contemporanea del classico trench, in tessuto tecnico semitrasparente, che gioca con i concetti di leggerezza e protezione. La mostra evidenzia anche l’importanza dell’artigianato, con accessori che testimoniano l’attenzione al dettaglio e l’abilità tecnica dei designer. Tra questi, i gioielli poetici di Charlotte Chesnais, come un paio di orecchini-scultura in argento che sembrano fluttuare intorno al viso, e le creazioni di Stéphanie d’Heygère, che include una spilla che si trasforma in bracciale. Particolare rilievo è dato alle scarpe in piume di Vicente Rey, che evocano una delicatezza onirica, e ai tacchi scolpiti di Vincent Rubin, che fondono il design industriale con l’arte del calzolaio. Le borse di 31 Février, minimaliste e scultoree, completano il percorso offrendo una visione dell’accessorio come oggetto di design autonomo.

Avellano, Prix Pierre Bergé 2023, Robe, Printemps-été 2024, Latex.

L’interazione tra preoccupazioni sociali, sperimentazione tecnica e riferimenti culturali è al centro del lavoro dei vari designer in mostra. Christopher Esber esplora la decostruzione sartoriale attraverso un abito in maglia lavorata a mano che combina trasparenze e texture a contrasto, mentre Duran Lantink gioca con la riqualificazione dei materiali, realizzando un cappotto patchwork a partire da scarti di stoffe di lusso. Il risultato è una moda che riflette l’urgenza di riconsiderare le pratiche di produzione e consumo. Visitare questa mostra significa immergersi in una narrazione che va oltre i confini del semplice abito. Gli outfit e gli accessori esposti sono frammenti di storie che parlano di identità, innovazione e cambiamento. L’ANDAM, con il suo sostegno continuo ai giovani talenti, non celebra solo la moda come disciplina artistica, ma come spazio di interrogazione e trasformazione. Concepita per essere tanto una celebrazione quanto un invito alla riflessione, Mode, Nouvelles Générations : 35 ans de l’ANDAM invita i visitatori a considerare la moda non solo come espressione estetica, ma come una forza viva, capace di rispecchiare e plasmare la società in cui opera. Al Musée des Arts Décoratifs fino al 30 marzo 2025, la moda si racconta nella sua forma più autentica: mutevole, visionaria e profondamente umana.