Morti sul lavoro, il Veneto chiude il 2024 in “zona bianca”

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Il Veneto si conferma tra le regioni più sicure d’Italia sul fronte delle morti sul lavoro, chiudendo il 2024 in “zona bianca” insieme alle Marche. Tuttavia, il bilancio delle vittime resta drammatico: 79 lavoratori hanno perso la vita in regione, di cui otto donne su un totale di 86 decessi femminili a livello nazionale.

Il triste primato per numero assoluto di vittime spetta a Verona, con 22 decessi, seguita da Venezia e Padova (16), Treviso (14), Vicenza (6), Belluno (4) e Rovigo (1). Se si considera invece l’incidenza di mortalità – ossia il numero di morti per milione di occupati – è Belluno a registrare il dato più critico, con 33,4 vittime ogni milione di lavoratori, un valore che la colloca in “zona gialla”. Al contrario, Rovigo è la provincia con il livello di rischio più basso.

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Sette morti al mese, ma incidenza sotto la media nazionale

“Sette vittime al mese da gennaio a dicembre 2024. Un dramma che continua a segnare il mondo del lavoro”, commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, che ha elaborato i dati regionali. “Se da un lato i numeri restano tragici, dall’altro il Veneto ha mantenuto per tutto l’anno incidenze di mortalità inferiori alla media nazionale, confermandosi tra le regioni più sicure”.

A livello nazionale, l’indice medio di mortalità è pari a 34,1 decessi ogni milione di lavoratori, mentre il Veneto si ferma a 24,3. La regione ha mantenuto per quasi tutto il 2024 la “zona bianca”, ad eccezione di ottobre, quando è scivolata in “zona gialla”.

Morti sul lavoro in calo rispetto al 2023

Rispetto al 2023, il numero di vittime sul lavoro è diminuito: dai 101 decessi dell’anno precedente si è passati a 79. Di questi, 54 sono avvenuti “in occasione di lavoro” (18 in meno rispetto al 2023), mentre 25 sono morti in itinere, ossia durante il tragitto casa-lavoro (-4 rispetto al 2023).

Tra i 54 decessi sul posto di lavoro, 13 hanno coinvolto lavoratori stranieri (circa uno su quattro). Complessivamente, gli incidenti mortali sono stati più frequenti nelle province di Verona (14 vittime), Venezia (11), Treviso (10), Padova (9), Vicenza (6), Belluno (3) e Rovigo (1).

Oltre 70mila denunce di infortunio nel 2024

Sul fronte degli infortuni complessivi, il Veneto ha registrato 70.186 denunce nel 2024, in lieve aumento rispetto alle 69.643 dell’anno precedente (+0,78%). Un dato che rappresenta circa il 12% del totale nazionale, che ha contato 589.571 denunce.

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Le attività manifatturiere restano il settore più colpito, con 13.078 infortuni denunciati, seguite da edilizia (4.450), commercio (3.949), trasporti e magazzinaggio (3.694) e sanità (3.175).

Verona è la provincia con il maggior numero di denunce di infortunio (13.801), seguita da Padova (13.204), Vicenza (13.090), Treviso (12.923), Venezia (12.011), Belluno (2.965) e Rovigo (2.192).

Lavoratori stranieri e donne tra i più colpiti

Analizzando i dati per genere e nazionalità, emerge che le donne lavoratrici hanno subito 23.459 infortuni nel 2024, mentre gli uomini 46.727. Le denunce totali dei lavoratori stranieri sono state 18.391, di cui 15.196 per incidenti avvenuti sul posto di lavoro.

Come si misura il rischio di mortalità sul lavoro?

L’incidenza degli infortuni mortali rappresenta il numero di decessi avvenuti durante l’attività lavorativa in un determinato territorio ogni milione di occupati. Questo parametro permette di confrontare il fenomeno infortunistico tra regioni con popolazioni lavorative differenti.

Per valutare il rischio, l’Osservatorio Vega Engineering utilizza una zonizzazione basata su quattro livelli: Zona bianca: incidenza inferiore al 75% della media nazionale; Zona gialla: incidenza compresa tra il 75% e la media nazionale; Zona arancione: incidenza tra la media nazionale e il 125%; Zona rossa: incidenza superiore al 125%

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Alla fine del 2024, il Veneto si è confermato in zona bianca insieme alle Marche, mantenendo un’incidenza di mortalità tra le più basse d’Italia. Tuttavia, l’attenzione resta alta per garantire maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro e ridurre ulteriormente il numero di vittime.



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