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Il messaggio dell’europarlamentare pontino e l’ira della premier per quelli che le avevano rovinato il piani anti share di Formigli

Lo scenario lo aveva disegnato, e con dovizia di particolari, Corrado Formigli nel 2023. Il giornalista era intervenuto al Festival della Filosofia di Veroli e, pungolato da Alessio Porcu, aveva spiegato come funzionava quando una maggioranza di governo “ripiccante” decideva di bannare un programma tv. Una trasmissione considerata sgradita perché avversa e perciò meritevole di una sorta di “ukase”. Che però non impedì a Giorgia Meloni di delegare un suo uomo di fiducia che coniugasse temperanza e temperamento ad essere ospite di una memorabile puntata di Piazza Pulita.

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Nel salotto catodico di Formigli ci arrivò Guido Crosetto, l’omone che sapeva essere fedele ma non fazioso, e che però alla fine ebbe un rigurgito di faziosità grande almeno quanto le sue spalle da wrestler. Quello “sboccone di acido”, a Crosetto gli venne quando Formigli gli chiese conto del Pnrr.

Da Veroli a Piazza Pulita

Foto: Gian Luca Franconetti © Photo Art Studio

Illo tempore Fratelli d’Italia aveva votato contro, poi aveva vinto le elezioni ed in quei giorni del Pnrr ne faceva elegia. A quel punto il “ministrone” la prese male ed accusò Formigli di faziosità, ma il Pnrr c’entrava poco, in ballo c’erano pregressi forti. Ma il dato è un altro ed è dato ex post.

Per capire cosa accadde allora e cosa sta accadendo in queste ore bisogna tener conto di due piani-scenario. Il primo: quello cioè per cui proprio quella sera la premier decise di fare uno “sgarro” a Formigli. E dopo aver annunciato che non sarebbe andata mai da lui decise di andarsi a farsi fare trucco e parrucco da Paolo Del Debbio, non proprio un fustigatore di questo Palazzo Chigi qua. Open l’ha spiegata benissimo. Scopo di Meloni era “rovinare lo share di Formigli”.

“Quando il suo fedelissimo Crosetto va a La7, il 7 ottobre, lei sceglie di andare dal suo diretto concorrente, Diritto e Rovescio di Paolo Del Debbio, su Rete 4”. Così, pe’ tigna, come piace alla Meloni.

“Mo’ je rovino lo share”

Giorgia Meloni su Rete 4

Il secondo piano è quello per cui questo scenario è stato ricostruito punto per punto. Dove? Nel libro-bomba di Giacomo Salvini “Fratelli di Chat”, quello che riporta le conversazioni inside dei Fratelli.

E che sta rovinando fegato e bile di molti iscritti, premier inclusa, specie per ciò che da quelle chat emerge di Matteo Salvini e della Lega. Insomma, c’è uno scenario disegnato a righello e non probabile, e quello scenario spiega l’ira funesta della premier per una “sòla” che le avrebbero fatto i suoi.

Lo scopo di Meloni era quindi quello di “boicottare” lo share di una trasmissione avversa incrementando quello di una trasmissione amica, e con l’upgrade della presenza della capa a fare da incentivo a ché i fedelissimi mettessero la colla sul tasto 4 del telecomando.

Piani rovinati: dai tuoi

Carlo Fidanza e Giorgia Meloni (Foto: Sergio Oliverio / Imagoeconomica)

Non andò così perché, per converso e per le inflessibili leggi sulla natura umana che cerca l’entropia, tutto il cucuzzaro di Fdi si sintonizzò su La7. Cioè a vedere Formigli-Crosetto. E scoppiò Casamicciola, almeno secondo quanto riportato nel libro. A fine settembre del 2021 Formigli aveva dato sponda ampia all’inchiesta di Fanpage sulla “Lobby Nera”. Quella che aveva coinvolto Carlo Fidanza che poi sarebbe stato scagionato da ogni accusa di finanziamento illecito.

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Lo scopo delle attenzioni giornalistiche non era tanto nel merito giuridico, quando nelle “liturgie” che erano emerse dai video a supporto dell’inchiesta, roba lessicalmente molto “Made in post Ventennio”. E le chat danno menzione del tutto. Con Federico Mollicone che ad esempio accusa Fanpage di essere diventato “il fucile di precisione con cui il sistema tenta di colpire il cdx”.

La chat si scatena

Nicola Procaccini

Ecco, in quel clima da Formigli arriva Crosetto e da Del Debbio si precipita Meloni. Sul giornalista ospite a Veroli si scatena l’inferno. Monica Ciaburro lo definisce “inaccettabile”. Per Isabella Rauti è un “isterico odiatore seriale”. E a quel punto arriva il commento di Nicola Procaccini, ex sindaco di Terracina, profeta della lotta al Green Deal talebano, europarlamentare in quota pontina e uomo di fiducia massima della premier.

Uno cioè sulla cui fedeltà Giorgia Meloni scommetterebbe (anche oggi) testa, braccia e gambe. Fedeltà che non è in discussione, ma che sul caso di specie è andata a cozzare contro l’errore di venia dell’asseverazione implicita.

Procaccini e gli “applausi per Guidone”

Cioè: se dici la tua su qualcuno o qualcosa in tv allora vuol dire che quella parte di tv la stai vedendo. Disubbidendo in buona fede. Questo mentre la premier aveva raccomandato (che a Via della Scrofa significa “ordinato”) di non vedere la trasmissione di Formigli e di lasciare Crosetto a sbrogliare la matassa. Procaccini scrive una cosa light e tutto sommato banale, ma che lo condanna all’ira funesta che arriverà. “Comunque, applausi per Guidone”. Per applaudire devi vedere o aver visto, e Meloni si incendia come una fascina di roverella.

Giorgia Meloni

In chat Meloni si scatena come una Erinni e scrive: “Stavate tutti a guardare Piazzapulita e non la Meloni da Del Debbio. Zozzi, traditori. Io (da Del Debbio – ndr) ci sono andata solo per spostargli lo share”.

E infatti quella sera gli intenti belluini della premier andarono in vacca.

I numeri di Del Debbio

Ignazio La Russa (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

Lo spiega sempre Open: “PiazzaPulita registrò 1.170.000 telespettatori, per uno share del 7,12%. Dritto e rovescio si fermò a 912mila telespettatori, con uno share del 5,51%. Una mossa quella di Meloni che non ha sortito l’effetto sperato”. Era tutto in mano a Crosetto che avrebbe dovuto tenere la trincea mentre la premier spostava il fronte, come l’armata di carri armati di gomma di Eisenhower che avrebbe dovuto perculare Hitler sulla location vera dello sbarco in Normandia.

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Crosetto che poi, in altre circostanze e contro Marco Travaglio, avrebbe scritto su quella stessa chat cose molto poco razionali. Cose come questa: “Un disegno di legge che preveda impossibilità, per chi è stato condannato più di due volte per diffamazione, di fare il giornalista, il direttore di giornale e l’editore…”.

Meno male che ci pensò Ignazio La Russa a ripotare tutti in casa del logos. “Non fate cazzate ci inimichiamo anche i giornalisti amici”. Perché le chat, tutte le chat, sono un po’ così: mostrano il lato delle persone e dei sistemi che tutti sapevamo già. Ma che in molti avremmo preferito non vedere.



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