bruciati oltre 1,2 miliardi in 6 anni

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Dal 2019 al 2024 la Puglia ha “bruciato” oltre 1,2 miliardi di euro sforando il budget della spesa farmaceutica. Sei anni di “rosso” fisso nei bilanci. Le Asl, infatti, mediamente, hanno speso oltre 200 milioni annui in più per i farmaci rispetto al tetto ministeriale. Una cifra monstre che avrebbe potuto contribuire a migliorare e potenziare il sistema sanitario regionale se utilizzata diversamente, ad esempio per assumere e abbattere le liste di attesa o per realizzare senza troppa fatica i nuovi ospedali. Sicuramente, se fossero stati rispettati i budget, il deficit sanitario da 300 milioni accumulato nel 2024 si sarebbe sensibilmente assottigliato.

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Ecco i dati sulla farmaceutica nel dettaglio: nel 2019 lo sforamento della spesa fu di circa 240 milioni, che salirono a 264 milioni di euro nel 2020, mentre l’anno dopo si fermò a 256 milioni di euro. Non andò molto meglio nel 2022, anche se le prime misure introdotte per il contenimento dei costi qualche effetto lo ebbero: le Asl pugliesi registrarono una spesa farmaceutica ospedaliera pari quasi a 850 milioni, mentre il tetto imposto dal ministero era di 658 milioni (+191 milioni, un risparmio di circa 60 milioni rispetto ai due anni precedenti). Le Asl che sforarono di più in termini percentuali furono la Asl Taranto (34,85%), seguita da quella di Brindisi (34,84%), Policlinico di Foggia (30,75%), Bari (29,95%), Lecce (27,89%), Foggia (26,90%), Policlinico di Bari (26,59%) e Bat (25,36%). Nel 2023 la spesa farmaceutica ha oltrepassato i tetti stabiliti per legge del 15,15%. Negli acquisiti diretti da parte delle Asl e Policlinici lo sforamento è stato di poco inferiore 200 milioni; per la spesa sostenuta per i farmaci acquisiti dai cittadini direttamente in farmacia, la situazione è rimasta in equilibrio, anzi con un risparmio di oltre 3,5 milioni.

Nel 2024, le Asl per l’acquisto diretto dei farmaci hanno investito un miliardo di euro, 268 milioni in più rispetto al tetto fissato. L’obiettivo di contenere i costi della farmaceutica è fallito anche nel 2024. L’anno scorso, secondo i dati del sistema Edotto, Asl, Policlinici e Ircss hanno avuto una spesa complessiva pari a 985.674.345 milioni, +37,43% rispetto al limite fissato ad inizio 2024, pari a 717.240.342. Tutte le aziende sanitarie e ospedaliere hanno registrato un “rosso”, ad eccezione dell’Irccs Giovanni Paolo II di Bari che, al contrario, è riuscito persino a risparmiare circa 15 milioni. Una mosca bianca all’interno di una situazione ancora fuori controllo: l’Asl Bari, ad esempio, nel 2024 ha avuto una spesa di oltre 261 milioni, +48,99% rispetto al budget a disposizione; l’Asl Lecce 181 milioni (+35,93%); l’azienda sanitaria di Brindisi ha registrato un costo pari a 103,5 milioni (+40,03%); l’Asl Taranto ha speso 134 milioni (+38%); l’Asl Foggia 110 milioni (+41,41%); l’Asl Bat 91 milioni (+44,65%); il Policlinico di Bari 59 milioni (+10,8%); il Riuniti di Foggia 21 milioni (+13,24%); l’Ircss di Castellana Grotte 5,9 milioni (+27,47%). Come detto, l’Ircss di Bari è l’unico ente sanitario virtuoso, avendo rispettato il tetto: l’anno scorso ha speso 15,6 milioni, -13,64% rispetto al budget.

La spesa farmaceutica è una delle voci che più influisce, negativamente, sul deficit sanitario complessivo, circa 300 milioni di euro nel 2024. Il rischio è che, se nel 2025 si dovessero ripetere queste cifre, il prossimo governo regionale possa essere costretto ad aumentare le tasse. Sindacati e opposizione insorgono: «La Regione – ha dichiarato Paola Bruno, segretaria generale regionale Uil Fpl Puglia Bari-Bat – deve dare spiegazioni alle organizzazioni sindacali e ai cittadini su come sia stato possibile arrivare ad un disavanzo in sanità di circa 300 milioni. Risultato ottenuto non migliorando la qualità dei servizi o l’efficienza delle prestazioni. Ci chiediamo come sia stato possibile in un anno arrivare a raddoppiare il disavanzo, lasciando inalterate tutte le criticità che solleviamo da sempre. Se a fine febbraio, quando si avranno i dati relativi all’ultimo trimestre del 2024 le stime dovessero essere confermate, il risultato sarà un ennesimo colpo al diritto alla salute. Denunciamo da tempo tutti i limiti di un sistema che non mira né alla cura dei cittadini né alla sicurezza degli operatori del settore. Troppi sperperi con un continuo dirottamento di fondi».

Per il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Giacomo Conserva, «la verità emerge impietosa dai fatti». «La Regione Puglia – critica – produce nella sanità un buco di quasi 300 milioni di euro. Stiamo producendo sprechi in sanità. Di certo c’è che è diventato ancora una volta impossibile fuoriuscire dal piano di rientro a cui siamo assoggettati dal 2011, con questo disavanzo. Torniamo a rischiare il commissariamento da parte del governo». «È opportuno, che l’assessore regionale alla Sanità venga al più presto in aula a riferire perché ciò che sta accadendo non è roba da poco», chiede il consigliere Antonio Scalera (La Puglia domani).

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