Dall’Ue nuova guerra contro i danni del vino, protestano le associazioni – l’Adige.it

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ROMA. Misure più stringenti sulla tassazione, introduzione di avvertenze sanitarie sulle etichette, limitazione delle vendite transfrontaliere e regolamentazione della pubblicità. La Commissione europea torna all’attacco sugli alcolici, vino compreso, con un nuovo documento di lavoro che fa il punto sul piano contro il cancro varato nel 2021, il Beca (Beating Cancer), che già allora proponeva limitazioni al commercio e l’introduzione di etichette “sanitarie” per la bevande alcoliche. Un annuncio che ha fatto esplodere la protesta del mondo agroalimentare. Oggi, Coldiretti e Filiera Italia hanno minacciato di essere pronti a scendere in piazza “contro la follia tutta ideologica delle etichette allarmistiche sul vino” per “tutelare i 240mila viticoltori italiani che offrono opportunità di lavoro lungo la filiera per 1,3 milioni di occupati”.

    Le due associazioni hanno scritto una lettera (iniziative analoghe sono state intraprese da Eat Europe e Farm Europe) al presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ai commissari alla Coesione e riforme, Raffaele Fitto, all’Agricoltura Cristophe Hansen e alla Salute Olivér Várhelyi, “per respingere l’inaccettabile proposta dell’esecutivo comunitario di apporre delle scritte sulle bottiglie per scoraggiare i consumi, oltre ad aumentare la tassazione”.

    Misure, sottolineano Coldiretti e Filiera italia, che andrebbero a “colpire un settore strategico del Made in Italy, che vale quasi 14 miliardi di euro”.

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    Le proposte della Commissione Ue sono contenute nel Documento di lavoro dei servizi (Staff Working Document) pubblicato il 4 febbraio dalla Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare (Dg Sante), in preparazione della revisione del Piano europeo di lotta contro il cancro. Perchè tassare le bevande alcoliche, vino compreso, resta per l’Ue uno strumento strategico di prevenzione nella sua lotta al cancro, responsabile di almeno 1,3 milioni di morti nell’Ue nel 2022.

    Proprio nella roadmap tracciata cinque anni fa, Bruxelles aveva previsto la revisione della legislazione sulla tassazione degli alcolici e all’acquisto transfrontaliero di prodotti alcolici, la cui presentazione è infine slittata all’attuale legislatura e su cui l’esecutivo conferma i ‘lavori in corso’ senza fornire dettagli sui tempi. Bruxelles ricorda che al momento “vino, le altre bevande fermentate e i prodotti intermedi sono tassati in base al volume, a differenza delle altre bevande alcoliche che sono tassate in base al loro titolo alcolometrico” ma il “mercato è in evoluzione” ed è necessaria “una valutazione approfondita” che servirà ad avviare una discussione con gli Stati membri sui prossimi passi.

    Alla conferma di questo ulteriore giro di vite è esplosa la protesta delle associazioni di settore che definiscono le etichette proposte dalla commissione Ue “allarmistiche e fuorvianti” e l’ipotesi di nuove tassazioni sul vino “ingiustificate”.

“Non è pensabile avere una Ue che rimanda da anni un provvedimento fondamentale per la trasparenza e la salute come l’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti gli alimenti e sposa invece misure così che sono puramente ideologiche”, sottolinea il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, seguito dall’Amministratore Delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia: “L’uscita non preannunciata della Commissione lascia pensare che alle sue parole di discontinuità delle politiche precedenti e di assicurazione sulla tutela del mondo agricolo possano non corrispondere i fatti”.

Ieri l’appello dell’Unione italiana vini (Uiv) agli Stati membri e agli Europarlamentari italiani per bloccare in sede di Consiglio e Parlamento Ue “un documento redatto senza alcuna consultazione pubblica con gli stakeholder”. Si era espresso sulla vicenda anche il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio: “se queste sono le premesse, siamo pronti ancora una volta a dare battaglia contro decisioni che non avrebbero alcun fondamento scientifico e finirebbero solo per penalizzare uno dei prodotti di maggior prestigio e qualità del nostro export agroalimentare”. 

Il fondamento scientifico, però, ce l’hanno eccome, nonostante l’affermazione (senza dati né prove) di Centinaio: i danni dell’alcol, vino compreso, sono ben provati, come dimostra la autorevole fonte dell’ISS, Istituto superiore di sanità: in Italia sulla base dei dati di mortalità prodotti dall’ISS è noto che l’alcol causa mediamente 18.000 morti l’anno e rappresenta la prima causa di mortalità sino ai 29 anni di età: cadute, omicidi, suicidi e altri incidenti, prevalentemente stradali e sotto l’influenza dell’alcol rappresentano la causa più frequente di morte. Aumentare le tasse sull’alcol per diminuirne il consumo è una strategia applicata da decenni nei Paesi Nordici.

Come riporta la Fondazione Umberto Veronesi “In Italia si stima che le morti annue dovute all’alcol siano all’incirca ventimila, mentre l’ultimo rapporto parla di 435mila decessi (negli uomini oltre due volte in più rispetto alle donne) in dieci anni: vale a dire più del doppio di quanto considerato finora. E (soprattutto) più di quelli provocati dal fumo e dalle droghe. Indipendentemente dal divario, che comunque non è trascurabile, le statistiche diffuse oggi confermano l’emergenza che nel nostro Paese ruota attorno all’alcol: primo fattore di rischio per la salute, dopo il fumo e l’ipertensione.

 

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