Elezioni in Kosovo, i candidati alle parlamentari: chi sono

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I cittadini kosovari si recheranno alle urne domani, 9 febbraio, per rinnovare i membri del Parlamento. A sfidare il primo ministro Albin Kurti, attualmente al governo con il partito di sinistra nazionalista Vetevendosje (VV) alleato con alcune formazioni minori, sono il Partito Democratico del Kosovo (Pdk) e la Lega Democratica del Kosovo (Ldk). Entrambi di centrodestra, i due gruppi si sono alternati al governo fino all’arrivo di Kurti, che ora punta al terzo mandato

I cittadini del Kosovo si preparano per il voto. Domenica 9 febbraio, si terranno le elezioni per rinnovare i membri del Parlamento. Sono 27 le liste che correranno per i 120 seggi nell’Assemblea nazionale. A sfidare il primo ministro Albin Kurti, attualmente al governo con il suo partito di sinistra nazionalista Vetevendosje (VV) alleato con alcune formazioni minori, sono i due partiti “storici”: il Partito Democratico del Kosovo (Pdk) e la Lega Democratica del Kosovo (Ldk). Entrambi di centrodestra, i due gruppi si sono alternati al governo fino all’arrivo di Kurti, che ora punta al terzo mandato. Mentre il Pdk ha scelto Bedri Hamza, sindaco di Mitrovica Sud ed ex ministro delle Finanze, come candidato alla carica di primo ministro, il Ldk ha nominato il suo leader Lumir Abdixhiku.  

I candidati alle elezioni parlamentari

A sfidarsi alle urne saranno il Partito democratico del Kosovo (Pdk), che nel parlamento uscente ha 19 deputati, la Lega democratica del Kosovo (Ldk) con 15 deputati, e Alleanza per il futuro del Kosovo (Aak) con 8 deputati. L’attuale governo di Kurti si è insediato nel marzo 2021, formando una coalizione fra VV (che dispone attualmente di 58 seggi) e piccole formazioni in rappresentanza delle minoranze rom, bosniaca ed egiziana. Il parlamento di Pristina conta in totale 120 seggi, 20 dei quali sono riservati alle minoranze: su tali 20 seggi, 10 sono a loro volta riservati ai deputati della minoranza serba, la più numerosa e importante del Paese. Il principale partito dei serbi, Srpska Lista, punta ad aggiudicarsi nuovamente tutti i dieci seggi disponibili. Su circa 2 milioni di abitanti, in larga maggioranza di etnia albanese e religione musulmana, i serbi, di religione cristiana ortodossa, sono poco più di 100 mila.

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Il sistema elettorale kosovaro

Il sistema di voto kosovaro è di tipo proporzionale con lista aperta. Per i partiti che non rappresentano minoranze vige lo sbarramento del 5% per l’ingresso in Parlamento. I cittadini aventi diritto alle elezioni di domani sono poco più di 2 milioni, compresi circa 105 mila kosovari residenti all’estero. Gli elettori della diaspora hanno già potuto votare per posta, mentre in 17 ambasciate e 15 consolati di una ventina di Paesi diversi si potrà esprimere la propria preferenza l’8 febbraio, cioè un giorno prima della consultazione nazionale. La campagna elettorale, cominciata l’11 gennaio, si chiuderà il 9 febbraio, un minuto prima dell’apertura dei seggi. Con le modifiche di legge, il silenzio elettorale è stato infatti ridotto a 12 ore, dalle 7 alle 19, periodo di apertura dei seggi. Si potrà scegliere complessivamente tra 28 entità politiche: 20 partiti, 5 coalizioni, 2 iniziative civiche e 1 candidato indipendente. 




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Le tensioni con la Serbia

Nonostante nessun partito abbia inserito nel proprio programma il dialogo con la Serbia, il rapporto con Belgrado resta costantemente in cima all’agenda e sotto l’osservazione di tutta la comunità internazionale. I serbi kosovari, circa 120 mila su 1,6 milioni di abitanti, non hanno mai accettato l’indipendenza ottenuta il 17 febbraio 2008 e mai riconosciuta da Belgrado. Da tempo reclamano l’attuazione di un patto siglato nel 2015 tra Serbia e Kosovo e mediato dall’allora Alto Rappresentante per gli affari esteri Ue, Federica Mogherini, con l’obiettivo di istituire un’associazione dei comuni autonomi, che L’Ue e gli Usa hanno esortato ad accettare insieme al riconoscimento de facto del Kosovo. Gli sguardi internazionali sono quindi rivolti all’esito delle elezioni di domenica, soprattutto dopo che il contingente Nato Kfor – che conta circa 4.300 militari, di cui 800 italiani – ha aumentato la sua presenza in Kosovo dopo le tensioni dello scorso settembre. Uomini armati uccisero un agente di polizia e occuparono un monastero ortodosso in un incidente che il Kosovo ha attribuito alla Serbia, accusandola di volersi annettere la parte settentrionale della regione. Tensioni che negli ultimi giorni si sono riaccese dopo che il ministro degli Interni del Kosovo, Xhelal Svecla, ha annunciato la chiusura degli uffici comunali serbi che operano nel Paese, per il timore che possano dar vita a nuovi gravi incidenti. L’Unione Europea, che sostiene il Kosovo per rafforzare ulteriormente la sua governance democratica, ha inviato un team di cento osservatori per garantire un corretto svolgimento delle elezioni.  

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I sondaggi

Secondo i sondaggi di alcuni istituti privati, il movimento Vetevendosje (VV), la forza di maggioranza guidata dal premier Albin Kurti, resta largamente favorito nelle elezioni parlamentari, anche se con un margine ridotto rispetto al risultato ottenuto nelle precedenti legislative del 2021. Stando alle previsioni, VV è accreditato con circa il 40% dei voti: una decina di punti in meno rispetto al 50,2% di quattro anni fa. Ad oggi sono stati diffusi altri sondaggi attendibili sulle altre principali forze politiche schierate all’opposizione.




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