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Bilancio del secondo semestre 2024
Il 2024 si è chiuso con un mercato dell’arte in fase di ridimensionamento, contrazione e riassestamento. Non sono termini entusiasmanti come quelli degli anni post-Covid, ma letti in un’ottica critica non rappresentano segnali allarmanti. Seppur lontani dai record del biennio 2021-2022, i dati italiani mostrano un leggero miglioramento rispetto al secondo semestre 2023, con un fatturato di 64.016.083 euro, in crescita rispetto ai 61.278.206 euro dell’anno precedente.
Uno scenario internazionale in flessione
A livello globale, il mercato ha registrato una riduzione del volume d’affari di circa il 28% rispetto al 2023, con una contrazione significativa soprattutto nella fascia alta, dove si è osservata una revisione al ribasso dei prezzi.
L’incertezza geopolitica ha giocato un ruolo chiave, anche se la stabilizzazione dell’inflazione e dei tassi d’interesse ha permesso un parziale recupero nel periodo autunnale, con una maggiore partecipazione alle aste newyorkesi e ad Art Basel Miami.
In questo contesto, il mercato primario è stato il più colpito, con molte gallerie costrette a riposizionarsi o chiudere. Anche le fiere hanno vissuto un anno complesso, con un primo semestre debole e una seconda metà più stabile, ma sempre segnata da un clima di incertezza.
Tra i principali mercati:
• Stati Uniti: restano leader del settore, ma non immuni alla crisi, con una flessione del -10% e un giro d’affari di 27,2 miliardi di dollari.
• Cina: guadagna il secondo posto con una crescita del +9%.
• Regno Unito: scivola in terza posizione con un calo dell’-8%, penalizzato dalla contrazione della fascia alta e dagli effetti della Brexit.
• Francia: pur restando il principale hub europeo, perde 4,6 miliardi, mantenendosi appena sopra i livelli pre-pandemia.
Per quanto riguarda l’Italia, il mercato si conferma marginale ma stabile: 1% delle vendite di arte contemporanea, con un settimo posto globale e un turnover di 23.240.370 dollari. Sul fronte dell’ultra-contemporaneo, il Paese occupa la sesta posizione con un fatturato di 610.210 dollari (0,4% del mercato).
Cambia la fascia alta, cresce la fascia medio bassa
Il 2024 ha evidenziato un trend chiaro: contrazione nella fascia alta, aumento delle transazioni nella fascia medio bassa. I collezionisti stanno privilegiando opere con un miglior rapporto qualità-prezzo, un fenomeno legato anche al progressivo passaggio generazionale, che nei prossimi vent’anni ridisegnerà il mercato con budget più contenuti e investimenti più selettivi.
Un dato emblematico: il totale delle 100 opere più costose del 2024 ha raggiunto 18,8 miliardi di dollari, contro 2,4 miliardi nel 2023 e 4,1 miliardi nel 2022. Tuttavia, solo un’opera ha superato i 100 milioni di dollari, ovvero L’empire des lumières (1954) di René Magritte, venduta da Christie’s per 121,1 milioni di dollari.
Interessante anche il boom delle aste di memorabilia, con un crescente interesse per i cimeli delle celebrità. Due vendite su tutte: le scarpette rosse del film Il Mago di Oz (1935), battute da Heritage Auctions per 3,5 milioni di dollari. La chitarra di John Lennon, venduta per 2,9 milioni di dollari.
Il design si è confermato un settore in crescita, grazie ai prezzi più accessibili e a un forte appeal sulle nuove generazioni.
Sul fronte delle case d’asta, il 2024 ha segnato un calo generalizzato: Sotheby’s ha chiuso con 6 miliardi di dollari, in calo del -27%rispetto al 2023. Christie’s ha registrato un -8%, totalizzando 5,7 miliardi di dollari.
Focus Italia: il secondo semestre 2024
Nonostante la flessione del -5% rispetto al 2023, il mercato italiano ha dimostrato una certa resilienza, seguendo la tendenza internazionale. Le 15 principali case d’asta italiane hanno registrato un fatturato complessivo di 116.116.460 euro, in calo rispetto ai 122.745.435 euro del 2023.
Anche il tasso di venduto è sceso dal 70% al 66%, così come il valore medio delle aggiudicazioni, passato da 6.144,07 euro nel 2023 a 5.025,51 euro nel 2024. Tuttavia, il numero dei lotti offerti è aumentato, da 33.958 a 38.914, segnalando un espansione del segmento medio-basso.
Un dato positivo: il fatturato complessivo del 2024, pari a 128.556.693 euro, resta superiore ai livelli pre-pandemici (nel 2019 era 125.406.800 euro).
Il 2024 ha confermato quanto già evidenziato nel report del primo semestre: il mercato dell’arte sta vivendo una fase di riequilibrio, con un’attenzione crescente alla qualità e alla sostenibilità dei prezzi.
Anche in Italia, i collezionisti sembrano orientarsi sempre più verso opere con un buon rapporto qualità-prezzo, non mancano però record come per Antonio Ligabue, con la vendita di un’opera a 473.600 euro da Pandolfini.
Guardando al futuro, l’andamento del mercato dipenderà molto dalla situazione macroeconomica e dalla capacità degli operatori di adattarsi alle nuove preferenze dei collezionisti, sempre più attenti a criteri di selezione più rigorosi e a una gestione più strategica del proprio patrimonio artistico.
Oltre ai trend già evidenziati, due fattori chiave hanno caratterizzato il mercato dell’arte nel 2024, sia a livello internazionale che in Italia: la crescita del settore Luxury e il ruolo sempre più strategico delle trattative private.
A confermarlo è Federico Bianchi, responsabile dipartimenti e capo dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea di Art-Rite:
“Nonostante la generalizzata fase di rallentamento del mercato, il 2024 è stato per noi un anno importante in termini di novità, come dimostrato dall’apertura della nostra prima asta dedicata al Luxury Fashion il 12 dicembre. L’obiettivo era quello di trattare oggetti da collezione, dal vintage al contemporaneo, di case di moda come Hermès, Chanel, Louis Vuitton e Yves Saint Laurent. … Anche nel corso del 2024, come negli anni precedenti, le trattative private hanno avuto un ruolo significativo non solo dal punto di vista delle vendite, ma anche come opportunità per soddisfare in modo più strutturato le esigenze della clientela e ampliare il bacino dei collezionisti.”
Questa tendenza riflette il crescente interesse per asset alternativi e per segmenti che, pur afferendo al mondo del lusso, hanno una dimensione collezionistica sempre più riconosciuta.
Il mercato italiano visto dagli operatori
Per comprendere meglio l’andamento del mercato italiano nel 2024, è fondamentale ascoltare le voci degli operatori che operano a stretto contatto con collezionisti e investitori.
Matteo Cambi, presidente e fondatore di Cambi Casa d’aste, offre un’analisi dell’andamento del mercato, sottolineando il calo registrato a livello internazionale nel 2024 e la situazione del mercato italiano:
“A livello internazionale, nel 2024 si è verificato un evidente crollo delle vendite, con le grandi case d’asta straniere che hanno deciso di ridurre la loro presenza in Italia. Per le case d’aste italiane, l’impatto è stato meno significativo, perché operiamo in un contesto più ristretto, una sorta di micro-economia. Per noi è stato il secondo miglior anno dopo il grande exploit del 2022. Il 2023 ha segnato una battuta d’arresto: dopo l’ebbrezza del 2022, abbiamo avvertito una minore propensione all’acquisto e i mercati esteri si sono fermati. Nel 2024, invece, la situazione è migliorata. Naturalmente, un singolo anno può essere condizionato da episodi particolari, come affidamenti particolarmente favorevoli. Tuttavia, mentre nel 2023 molte aste hanno registrato un calo del 20% rispetto alle aspettative, nel 2024 i risultati attesi sono stati raggiunti.”
Freddy Battino, capo dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea de Il Ponte Casa d’Aste, sottolinea il ruolo centrale della qualità e della strategia nella selezione delle opere:
“In un mercato che cade troppo spesso nella tentazione della spettacolarizzazione, Il Ponte Casa d’Aste preferisce il sobrio linguaggio universale della qualità. Grazie a una visione strategica perfezionata negli anni e a una dedizione incondizionata alla ricerca, il nostro dipartimento si conferma un punto di riferimento nel panorama delle aste. Il nostro impegno nella selezione e presentazione delle opere si traduce in risultati concreti: oltre 5 milioni di euro nel secondo semestre e un fatturato complessivo che supera gli 11,6 milioni nel 2024.”
Anche Claudia Dwek, Chairman contemporary art Europe, evidenzia come, nonostante le sfide globali, il mercato italiano abbia mantenuto una forte attrattiva per i collezionisti:
“Quest’anno il nostro impegno è stato costante nella selezione del meglio dell’arte, del design, della gioielleria e dell’orologeria italiana, insieme a nomi e opere internazionali, in esclusiva per le vendite a Milano. È stato incoraggiante vedere una parte consistente di nuovi clienti partecipare per la prima volta in asta con noi, a testimonianza dell’ampio fascino delle nostre proposte a livello globale.”
Dal punto di vista della gestione delle aste, Meeting Art evidenzia un lieve calo rispetto al 2023, ma con un aumento degli affidamenti di grande pregio e un tasso di vendita positivo:
“Nonostante il 2024 si sia chiuso in leggero calo rispetto all’anno precedente, abbiamo registrato una crescita negli affidamenti di opere di grande valore e un aumento del tasso di venduto per lotto. Nel corso dell’anno abbiamo esitato 20.540 lotti, di cui oltre 18.000 aggiudicati.”
Una strategia diversa è stata adottata da Capitolium Art, come spiega l’amministratore Gherardo Rusconi:
“Il confronto tra le aste battute nel 2024 e quelle degli anni precedenti rivela con chiarezza la nostra strategia: più aste con meno lotti, ma di fascia qualitativa più elevata.”
Per Farsetti, il 2024 è stato un anno di ripresa, con un’attenzione crescente alle vendite online:
“Le aste hanno confermato una solida stabilità del settore. Un aspetto importante da sottolineare è l’aumento delle vendite online, che ci ha permesso di ampliare il calendario e diversificare le proposte. Tuttavia, le aste tradizionali in presenza, arricchite da cataloghi cartacei, restano un punto fermo per i nostri collezionisti.”
Infine, Wannenes sottolinea il forte appeal del mercato italiano per gli artisti internazionali, come dimostrano le recenti vendite di opere di Mikulàš Medek, Maurice Utrillo, Tomonori Toyofuku e Andy Warhol. Per il 2025, le aspettative sono promettenti:
“Abbiamo già acquisito una collezione privata di grande valore, con opere di artisti italiani e internazionali del Novecento. Questa collezione arricchirà il nostro catalogo e costituirà una solida base per il nuovo anno.”
Trend di mercato: nuove prospettive e nomi emergenti
Guardando alle dinamiche di mercato e agli artisti su cui si stanno concentrando gli investimenti, gli operatori delineano alcuni trend interessanti.
Secondo Gherardo Rusconi, amministratore Capitolium art, alcuni artisti potrebbero vedere un’ulteriore crescita:
“Quella di Salvo potrebbe essere un’onda lunga, grazie alla sua vasta produzione e a un archivio molto efficiente. Lo stesso vale per Kounellis, già alto nelle quotazioni, ma con un potenziale ancora inesploso. Gli artisti legati a un’estetica pop suscitano grande interesse, ma per valorizzarli servono corpus di opere adeguati. Pensiamo a Pascali o Gnoli, straordinari ma rari, e questa scarsità non aiuta.”
Artisti come Fontana, Burri, Boetti e Manzoni restano punti fermi per chi cerca un investimento sicuro, ma l’offerta comincia a ridursi.
Un altro elemento da tenere in considerazione è l’emergere di nuovi collezionisti da Europa dell’Est, India e Estremo Oriente, come osserva Giuseppe Bertolami, amministratore unico Bertolami Fine Art:
“Dovremo imparare a decifrare il gusto di questa platea emergente. Nelle aste di arte del Novecento si registra un forte interesse per artiste donne e per lavori di LGBTQ Art. Nel segmento dell’arte figurativa tra le due guerre, vediamo una crescente domanda per maestri del Realismo Magico, come Antonio Donghi, Felice Casorati, Cagnaccio da San Pietro e Ubaldo Oppi, ormai introvabili.”
Questi cambiamenti indicano un mercato sempre più segmentato e diversificato, in cui il gusto dei collezionisti continua a evolversi, guidato da nuove sensibilità e da una ricerca sempre più attenta della qualità.
La top 10 delle aggiudicazioni del 2024
# | AUTORE | TITOLO | ANNO | AGGIUDICAZIONE | CASA D’ASTE |
1. | Giorgio de Chirico | Mobili in una valle | 1927 | 1.900.000€ | Sotheby’s Italia |
2. | Lucio Fontana | Concetto spaziale | 1964-65 | 1.379.000 € | Sotheby’s Italia |
3. | Giorgio Morandi | Natura morta | 1958 | 1.076.500 € | Sotheby’s Italia |
4. | Marc Chagall | L’écuyère a Saint-Paul | 1975 | 899.950€ | Farsetti |
5. | Alighiero Boetti | Senza titolo (Segno e disegno) | 1978 | 800.000€ | Bolaffi |
6. | Vasilij Kandinskij | Zu o ben Dutch blau | 1930 | 670.100€ | Cambi |
7. | Lucio Fontana | Concetto spaziale, attese | 1966 | 640.000€ | Il Ponte |
8. | Kurt Seligmann | Game of Chance n. 2 | 1949 | 575.100 € | Wannenes |
9. | Mario Schifano | Vero amore (dedicato a…) | 1965 | 571.500 € | Sotheby’s Italia |
10. | Antonio Ligabue | Lotta di galli | 1952-62 | 473.600€ | Pandolfini |
Le top 10 delle aggiudicazioni nelle aste italiane di arte moderna e contemporanea del 2024 – *Diritti inclusi
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