Commozione viva a distanza di 33 anni quasi, perché le stragi che insanguinarono la stagione stragista del 1992 hanno segnato generazioni di italiani. Nella tarda mattinata di ieri, al municipio di San Giacomo degli Schiavoni, è stata intitolata la sala consiliare alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che persero la vita, assieme a 8 agenti di scorta e a Francesca Morvillo, a distanza di soli 57 giorni, negli attentati dinamitardi di Capaci e via D’Amelio, a Palermo. Presente il senatore, nonché sindaco di San Giacomo, Costanzo Della Porta, l’onorevole Chiara Colosimo, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, il prefetto di Campobasso Michela Lattarulo, il questore Cristiano Tatarelli, la Procuratrice Elvira Antonelli, ufficiali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, nonché molti sindaci di diversi comuni del Basso Molise. Nutrita anche la partecipazione popolare. Sono stati ricordati i magistrati, il loro coraggio e la lotta contro la mafia che entrambi hanno perpetrato durante la loro carriera, per poi giungere alla scopertura della targa. Il senatore Costanzo Della Porta ha sottolineato l’importanza della presenza della presidente Colosimo, a San Giacomo: «E’ stata una bella giornata, in ricordo di due servitori dello Stato straordinari che hanno vissuto la loro vita professionale fino all’ultimo sacrificio, combattendo la mafia sempre e comunque, ben sapendo di essere minacciati quotidianamente fino ai tragici attentati del 1992. Quindi, lasceremo alla comunità di San Giacomo a imperitura memoria il ricordo di questi due servitori dello Stato, in modo tale che chiunque poi amministrerà il nostro comune, il nostro bel comune, dovrà – entrando in questa sala consiliare – vedere la foto che è alle mie spalle e ricordarsi di quello che hanno fatto per l’Italia Falcone e Borsellino. Voglio ricordare che col Governo Meloni si è dato impulso alla lotta alla criminalità organizzata, è stato rafforzato e comunque mantenuto il 41 bis per i mafiosi e andiamo in quella direzione, anche perché, voglio ricordarlo, Giorgia Meloni è entrata in politica proprio dopo la strage di via D’Amelio, in cui morirono Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta. Quindi, è un messaggio che lo Stato deve dare dopo la morte di questi due Patrioti, lo Stato ha messo in campo delle norme
particolari, anche aspre, contro la mafia, ma è giusto che sia così, perché la criminalità organizzata va affrontata e sconfitta da Nord a Sud dell’Italia, perché oggi non è radicata solo al Sud e lo dobbiamo fare anche per preservare i territori come il nostro Molise, che possono essere aggrediti da infiltrazioni criminali». In merito, interessante ciò che afferma proprio la presidente della commissione parlamentare antimafia, «A mio avviso la situazione territoriale di questa regione e di questo territorio specifico è una situazione che deve destare preoccupazione per le sempre più frequenti operazioni che portano alla criminalità foggiana e alla criminalità che viene dalla regione Campania e quindi camorristica, ma anche quella che viene dal basso Lazio, che devo dire che ultimamente è molto attenzionata L’importante è che nei tessuti sani, come spero che siano tutti i comuni di questo territorio, come spero che siano anche gli imprenditori di questo territorio, ci sia una risposta netta al tentativo di annacquare il lavoro che con cui si è fatto di resistenza rispetto ad una mafia autoctona». Infine, le parole della procuratrice della Repubblica di Larino, Elvira Antonelli: «L’intitolazione a due magistrati che sono il simbolo della legalità e sono il simbolo della forza della umiltà , nello stesso tempo della coerenza e della determinazione nel portare giustizia, sembrano parole vuote, sembrano parole scontate, ma in realtà portare giustizia significa affrontare la realtà che ci si trova di fronte con grande serenità . Prima di tutto, grande umiltà e grande determinazione, sapendo che quello che si affronta. È una problematica che deve portare del bene deve portare appunto la giustizia e quindi per noi magistrati, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono indiscussi esempi di legalità ».
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