un’assemblea infuocata tra accuse, debiti e scenari incerti

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Assemblea Fortis Juventus © OKMugello

Si è svolta presso il Circolo Biancoverde del Campo Romanelli l’attesa assemblea della Fortis Juventus 1909, un incontro che avrebbe dovuto fare il punto sulla situazione della società, l’ingresso di nuovi soci e altre questioni di rilievo. All’appuntamento hanno partecipato soci, tifosi, il sindaco Romagnoli e l’assessore Timpanelli, ma ciò che ne è emerso è stato un confronto dai toni infiammati.
Fin dai primi minuti, infatti, l’assemblea ha assunto toni accesi, con attacchi diretti al presidente Alessandro Bandinelli e al vicepresidente Carmassi. Diversi tifosi hanno espresso la loro delusione per la gestione della società, accusando la dirigenza di non essere in grado di risolvere la difficile situazione economica del club. Le critiche, spesso al limite dell’aggressione verbale, si sono concentrate sulla richiesta di dimissioni di Bandinelli, ritenuto responsabile di non aver mantenuto le promesse fatte al momento della sua nomina.

Alessandro Bandinelli ha ricordato che quando ha assunto la guida della Fortis Juventus nel giugno 2024, gli era stata prospettata una situazione debitoria di 80.000 euro, scoprendo poi successivamente che il debito si è rivelato ben più drammatico, con un buco finanziario che supera i 600.000 euro, gran parte dei quali relativi a IVA non versata negli anni precedenti, per cui ha dovuto rivedere tutta la sua strategia sportiva. Il presidente ha tentato di spiegare che, dal suo insediamento, si è subito impegnato per pagare gli stipendi arretrati dei giocatori e saldare i debiti con i fornitori, lasciati in sospeso dalla precedente amministrazione. Tuttavia, le sue dichiarazioni sono state più volte interrotte dai tifosi presenti, che sembravano decisi a ottenere le sue dimissioni a tutti i costi.

Una richiesta di dimissioni che lascia dubbi
Tra gli elementi più ambigui della serata, spiccano alcune contraddizioni evidenziate da Bandinelli e da altri partecipanti all’assemblea. Perché si chiede con tanta insistenza le dimissioni di un presidente che sta tentando di saldare i debiti accumulati da altri?
Se Bandinelli dovesse lasciare, chi si farebbe carico di questa pesante eredità economica?

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Ad alimentare ulteriori perplessità è stato l’annuncio delle dimissioni di Luciano Sgai, che tuttavia, secondo quanto dichiarato dal vicepresidente Carmassi, non avrebbe mai avuto un incarico ufficiale nella società della Fortis Juventus. La cosa non è stata smentita dallo stesso Sgai che era presente in assemblea.

Un progetto parallelo e il rischio fallimento

Forse l’elemento più rivelatore di tutta l’assemblea è la scoperta dell’esistenza di un progetto, portato avanti da alcune persone, per rilevare il settore giovanile della Fortis Juventus, l’unica area della società che produce entrate. Il dettaglio più inquietante è che questi soggetti non sarebbero disposti ad accollarsi i debiti, lasciando così Bandinelli come unico responsabile delle passività accumulate in passato.

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La strategia che emerge è chiara: se la Fortis Juventus fallisse, i nuovi imprenditori sportivi potrebbero subentrare senza dover rispondere dei debiti pregressi, acquisendo solo la parte economicamente più vantaggiosa della società. Uno scenario che, se confermato, getterebbe una luce del tutto diversa sulla furia con cui si chiedono le dimissioni di Bandinelli e si ventila l’ipotesi di fallimento.

Un passato che lascia molti dubbi

Altro elemento che solleva interrogativi è il comportamento di coloro che si definiscono tifosi storici della Fortis Juventus. Se oggi si assiste a un attacco frontale nei confronti dell’attuale dirigenza, dov’erano questi stessi tifosi quando la precedente amministrazione accumulava debiti per mesi? Perché non sono state chieste le dimissioni del presidente Borselli, sotto la cui gestione si dice che i giocatori non siano stati pagati per oltre un anno?

E ancora: perché nessuno ha mai chiesto conto all’associazione FCD, guidata da Luciano Sgai e i suoi collaboratori, che avrebbe gestito il settore giovanile senza mai versare nulla alla Fortis Juventus per la scuola calcio? Come ha dichiarato Carmassi in Assemblea.

L’assemblea della Fortis Juventus ha lasciato più domande che risposte. Da un lato, c’è la legittima preoccupazione dei tifosi per la sopravvivenza del club; dall’altro, emergono dinamiche poco chiare che potrebbero celare interessi di terzi nel rilevare la società senza assumersene gli oneri.

Quel che è certo è che la Fortis Juventus si trova a un bivio: o riuscirà a risanare i conti e a proseguire l’attività, oppure si avvierà verso il fallimento, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero sia legali che sportive. La sensazione è che, dietro l’apparente caos dell’assemblea, si stia giocando una partita ben più grande, dove il destino del club potrebbe essere già stato scritto da chi oggi spinge per la sua disfatta.

 

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