“L’intelligenza artificiale è il futuro. E il futuro non si può fermare, ma si deve governare”. Questo il messaggio lanciato dal presidente del Rotary Club Reggio Calabria, Giampaolo Latella, al termine del convegno “Intelligenza artificiale: prospettive per il futuro delle professioni”, promosso dai Rotary cittadini in collaborazione con gli ordini professionali, sotto il patrocinio del Consiglio regionale della Calabria e del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Messina.
L’incontro si è aperto con gli indirizzi di saluto dello stesso presidente del club organizzatore, nonché dei presidenti dei club aderenti, Maria Domenica Crea (Reggio Calabria Nord), Monica Falcomatà (Reggio Calabria Sud Parallelo 38) e Caterina Festa (Reggio Calabria Est).
Sono seguiti gli interventi dei rappresentanti degli ordini professionali provinciali che hanno partecipato: Ilario Tassone (presidente degli Architetti PPC), Antonino Sgrò (presidente dei Dottori agronomi e forestali), Francesco Foti (presidente degli Ingegneri), Francesco Oliva (consigliere dei Farmacisti) e Vincenzo Nociti (vicepresidente dei Medici chirurghi e odontoiatri).
I lavori sono stati presieduti da Anna Romeo, professore ordinario di diritto amministrativo all’Università di Messina, che nella propria introduzione ha affermato: “L’avvento delle tecnologie di intelligenza artificiale ha dato l’avvio ad un’era di cambiamenti significativi, configurando scenari professionali del tutto nuovi e mutevoli, rispetto ai quali si pongono interrogativi che investono non solo la dimensione scientifica del fenomeno ma, soprattutto, quella etica”.
Per Carlo Morabito, professore ordinario di elettrotecnica all’Università Mediterranea, “siamo di fronte a una rivoluzione trasformativa che nasce dal digitale ma invade tutti i settori produttivi e speculativi. Bisogna potenziare la formazione collettiva ed individuale con un apprendimento e aggiornamento continuo. I giovani sembrano favoriti in questa condizione, ma non è sempre così. La conoscenza e l’esperienza sono da guida per l’etica e lo sviluppo democratico di questa tecnologia. La regolamentazione europea sta ponendo paletti precisi. Nel 2024, i premi Nobel per la chimica e la fisica sono stati assegnati ai pionieri delle reti neurali, riconoscendo ufficialmente il loro impatto in questa rivoluzione”.
Beniamino Scarfone, esperto della Fondazione Studi del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, ha sottolineato “la trasformazione in atto nelle professioni intellettuali, che offre opportunità significative in termini di automazione e supporto decisionale. Tuttavia, l’utilizzo dell’IA richiede consapevolezza dei limiti deontologici: affidabilità, trasparenza, protezione dei dati e supervisione professionale. Il ruolo del professionista resta centrale. La Fondazione Studi ha sviluppato il software ‘Clia’, un assistente basato sull’IA per i consulenti del lavoro, che coniuga innovazione e responsabilità. La sfida del futuro sarà quella di un uso etico e strategico per migliorare la qualità del lavoro”.
Da parte sua, il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Calabria, Rosario Infantino, ha sottolineato che “l’ingresso dell’intelligenza artificiale nel mondo del diritto pone molteplici interrogativi ai quali sono correlate curiosità per un verso e perplessità per altro. Le professioni legali si portano dietro un rapporto umano, l’avvocato è un professionista nel quale si ripone la massima fiducia e da cui si pretendono umanità e onestà intellettuale. Fino a che punto la tecnologia può governare il mondo del diritto? Come può l’intelligenza artificiale, pur irrinunciabile, supplire alle qualità empatiche dell’avvocato? Il progresso è inarrestabile ma occorre tanta prudenza”.
Simone Furfaro, funzionario della DG Digitalizzazione del Ministero della salute, ha evidenziato come l’intelligenza artificiale sia “già una realtà presente nell’ambito dell’attività sanitaria, ad esempio come strumento di supporto per le diagnosi in molte branche specialistiche, come la radiologia, la radioterapia e l’oftalmologia. L’OMS, già dal 2019, ha riconosciuto le potenzialità dell’IA per migliorare la diagnosi medica, il trattamento delle patologie e la cura delle persone. Gli strumenti di IA, inoltre, possono costituire un valido strumento di supporto all’attività medica tramite sistemi intelligenti di elaborazione delle numerose informazioni cliniche e non di cui il sistema già dispone, soprattutto per i pazienti cronici e complessi. Lo sviluppo della raccolta e dell’elaborazione dei dati sanitari è uno dei punti di maggior investimento previsti dal PNRR in ambito sanitario, nel rispetto della privacy e della sicurezza informatica, come richiesto dall’Unione europea”.
Don Davide Imeneo, direttore de L’Avvenire di Calabria, ha illustrato i risultati dell’interessante progetto su questa materia messo in campo dall’Arcidiocesi di Reggio-Bova: “Piuttosto che vietarne l’uso, non dobbiamo temere le intelligenze artificiali generative, ma imparare a guidare verso un loro impiego consapevole e costruttivo. Questo è l’obiettivo perseguito dall’arcidiocesi con il Laboratorio di intelligenza artificiale, un progetto sviluppato da ‘Aula G’, la ‘scuola’ di giornalismo promossa dal nostro settimanale diocesano presso l’istituto Maria Ausiliatrice”.
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