Faticosamente, dopo nove estenuanti ore di assemblea, l’Anm è riuscita a nominare i suoi nuovi vertici, cioè i volti che dovranno rappresentare la magistratura nei prossimi quattro anni e che, soprattutto, dovranno combattere in prima linea la battaglia contro la riforma della giustizia che vuole separare le carriere, dividere in due il Csm, sorteggiarne i membri togati e istituire un’alta corte per dirimere le questioni disciplinari.
Il successore di Giuseppe Santalucia alla presidenza è Cesare Parodi di Magistratura indipendente, il vice è Marcello De Chiara di Unicost e il segretario Rocco Maruotti di Area democratica per la giustizia.
La giunta sarà unitaria: tre esponenti andranno a Mi e Unicost, due a testa invece per Area e Magistratura democratica. Resta coerentemente fuori Articolo 101, la corrente «anti correnti». «Abbiamo fatto un gesto di responsabilità, rinunciamo a un posto che ci sarebbe spettato per salvaguardare l’unità dell’Anm», commenta a caldo il segretario di Area Giovanni Zaccaro.
Alla prossima assemblea, comunque, la giunta passerà da 10 a 11 elementi e i progressisti recuperanno il posto «sportivamente» ceduto. «Un aumento giustificato dal maggiore carico di lavoro che la nuova giunta dovrà affrontare», spiega il segretario di Md Stefano Musolino.
La giornata di ieri, al quinto piano del «palazzaccio» della Cassazione a Roma, è stata intensa. Mentre nell’aula delle assemblee si susseguivano gli interventi degli eletti al comitato direttivo centrale, in una stanza adiacente i leader delle correnti trattavano per trovare la quadratura del cerchio.
Per tutta la mattinata la situazione è rimasta bloccata: Mi spingeva per dare la presidenza ad Antonio D’Amato, procuratore di Messina e secondo degli eletti nella sua lista. Gli altri, uniti, pur riconoscendo che la corrente conservatrice aveva diritto ad esprimere il presidente in quanto vincitrice delle elezioni andate in scena a fine gennaio, ritenevano D’Amato una figura troppo vicina all’attuale governo e hanno fatto a più riprese il nome di Giuseppe Tango, giovane giudice del lavoro a Palermo, e primo in ordine di preferenze sempre in Mi.
Ci sono stati momenti di aperta tensione, come l’acceso confronto – in corridoio, davanti a tutti, cronisti compresi – tra il segretario di Mi Claudio Galoppi e la presidente di Md Silvia Albano. «Volete scegliere il nostro nome, ma non siamo in una dittatura comunista!», l’accusa di lui. «Anche voi cinque anni fa avevate messo il veto su Luca Poniz (primo degli eletti, ndr)!», la replica di lei.
Alla fine, dopo l’ora di pranzo, Area, Md e Unicost hanno detto a chiare lettere che D’Amato non sarebbe mai passato e così, in un classico caso di conclave in cui chi entra papa alla fine esce cardinale, il favorito della vigilia è stato messo da parte. Da lì in poi si è trattato solo di limare i dettagli. Con qualche inevitabile tatticismo: a un certo punto pareva fosse fatta per la presidenza Tango, ma Mi aveva posto come condizione che Maruotti rinunciasse alla segreteria.
È così che l’accordo è stato trovato su Parodi, 62 anni, procuratore aggiunto a Torino, settimo degli eletti. Qualche attrito durante la discussione generale: diversi consiglieri di Mi sembravano favorevoli al tentativo di riaprire una discussione col governo sulla riforma e ad annullare, o quantomeno rinviare a data da destinarsi, lo sciopero delle toghe previsto per fine mese.
Il problema è che, al di là di qualche dichiarazione buttata là più per cercare di influenzare le elezioni dell’Anm che per altro, il governo non pare disposto a mediare, anzi Nordio continua a ribadire la sua volontà di andare avanti senza tentennamenti.
Le prime parole di Parodi: «Nessun arretramento e nessuna trattativa, non abbiamo niente da dare in cambio. Non possiamo rinunciare a nessuna strada per la difesa della magistratura. Chiederò subito un incontro con il governo».
LA NUOVA GIUNTA: oltre al presidente Cesare Parodi (Mi), al vice Marcello De Chiara e al segretario Rocco Maruotti (Area), ci saranno Stefano Celli (vicesegretario generale) e Sergio Rossetti per Md; Giuseppe Tango e Chiara Salvatori per Mi; Paola Cervo per Area; Monica Mastrandrea e Dora Bonifacio per Unicost.
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