Si rischiano «danni irreparabili», via la squadra di Musk dal ministero del Tesoro

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Il giudice federale Paul Engelmayer ha emesso un’ordinanza d’urgenza che blocca il controllo del sistema di pagamento del dipartimento del Tesoro Usa da parte della Government Efficiency Commission, Doge, guidata da Elon Musk.
Il caso, depositato presso la corte federale di New York City, sostiene che l’amministrazione Trump ha consentito al team di Musk di accedere al sistema di pagamento centrale del dipartimento in violazione della legge federale. Nella sua ordinanza Engelmayer ha scritto che l’accesso ai dati conservati presso il Tesoro è vietato a «tutte le nomine politiche», a «tutti gli agenti speciali del governo» e a «tutti i dipendenti governativi assegnati a un’agenzia esterna al Tesoro».

LA DELIBERA del giudice è la risposta a un’azione intentata dai procuratori generali di 19 stati (fra cui New York, California e New Jersey) che hanno accusato Musk di aver violato le protezioni ratificate dalla Costituzione, e di «non aver rispettato le leggi approvate dal Congresso» quando Donald Trump ha affidato al Doge la gestione dei sistemi informatici governativi.
Il sistema di pagamento gestisce rimborsi fiscali, sussidi della previdenza sociale, per i veterani e molto altro. Invia ogni anno migliaia di miliardi di dollari e contiene un’ampia rete di dati personali e finanziari dei cittadini americani.

NELLA SUA ORDINANZA Engelmayer ha parlato senza mezzi termini della possibilità di «danni irreparabili», sia per il rischio che vengano divulgate «informazioni sensibili e riservate», sia per il maggiore rischio che i «sistemi in questione diventino più vulnerabili all’hackeraggio».
Il giudice, nominato da Barack Obama, ha anche detto che chiunque abbia avuto accesso a queste informazioni sensibili dal 20 gennaio deve immediatamente distruggere tutte le copie del materiale scaricato dai sistemi del dipartimento del Tesoro. L’udienza sul caso è fissata per il 14 febbraio.

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LO PSEUDO DIPARTIMENTO diretto da Musk è stato presentato come uno strumento per scovare ed eliminare ciò che l’amministrazione Trump ritiene uno spreco di spesa pubblica, ma l’accesso del Doge ai registri del Tesoro, così come la sua ispezione di varie agenzie governative, ha fatto suonare un campanello di allarme per la quantità di potere messo direttamente nelle mani di Musk.
La procuratrice generale di New York Letitia James, il cui ufficio ha intentato la causa, ha affermato che l’accesso del Doge ai dati del dipartimento del Tesoro solleva problemi di sicurezza e la possibilità di un congelamento illegale dei fondi federali. «Questo gruppo non eletto, guidato dall’uomo più ricco del mondo, non è autorizzato ad avere queste informazioni e ha cercato esplicitamente questo accesso non autorizzato per bloccare illegalmente i pagamenti su cui milioni di americani fanno affidamento: pagamenti per l’assistenza sanitaria, l’assistenza all’infanzia e altri programmi essenziali», ha affermato James in un video messaggio.

James, democratica e una dei principali antagonisti di Trump, ha affermato che il presidente non ha il potere di rivelare le informazioni private degli americani a qualcuno solo perché sceglie di farlo, e non può tagliare i pagamenti federali approvati dal Congresso.
Un altro giudice federale, questa volta nominato da Trump, Carl Nichols, ha fermato inoltre il tentativo dell’amministrazione di radere al suolo l’agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, Usaid, e ha sospeso temporaneamente l’ordine di congedo retribuito di 2.200 dipendenti, reintegrando i 500 che erano già stati messi in congedo amministrativo. L’ordine ha anche sospeso una direttiva che richiamava negli Stati uniti i dipendenti Usaid all’estero.

LA CAUSA È STATA intentata dall’American Foreign Service Association e dall’American Federation of Government Employees, sindacati che rappresentano funzionari e dipendenti federali, e cerca di mettere un argine allo smantellamento dell’agenzia e al congelamento della maggior parte degli aiuti esteri «in un modo non autorizzato dal Congresso». La causa accusa Trump di aver intrapreso azioni «incostituzionali e illegali» nel tentativo di chiudere l’agenzia.



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