Treni in ritardo: è insopportabile

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difficile da pignorare

 


Ci potranno anche essere stati sabotaggi, ma ciò non giustifica il disastro di questi mesi

Caro Aldo, questa settimana vorrei chiederti come la pensi su uno dei grandi problemi di questo Paese: i trasporti e in particolare i treni. Come è possibile che si registrino tanti ritardi? Sembra di assistere a uno scarica barile: è colpa mia, no tua, anzi degli altri che c’erano prima…Insomma di chi è la colpa?

Qualcuno dice che questo è il governo più antifascista della storia perché quando c’era lui i treni arrivavano in orario. Dico lui con la l maiuscola…
Scherzi a parte è ormai insopportabile. Ci potranno anche essere stati sabotaggi ma questi non giustificano il disastro di questi mesi. Ci sono lavori infiniti, è troppo fragile la nostra linea ad alta velocità, è troppo facile bloccarla. Una certa cosa mi dà molto fastidio: la contrapposizione tra i pendolari e i viaggiatori del Frecciarossa. Come a dire: i pendolari sono i poveri e dunque maltrattateli. Mentre il viaggiatore del Frecciarossa viaggia sul “treno pieno di signori” contro cui si butta la locomotiva di Guccini, quella di una celebre canzone. No: i pendolari vanno rispettati di più, bisogna che i treni siano più sicuri, più puliti, più puntuali. Ma quelli che prendono il Frecciarossa non sono affatto i ricchi nababbi col jet privato e la residenza nei paradisi fiscali. Sono quelli che mandano avanti il Paese, sono quelli che si muovono tra Roma e Milano, tra Torino e Milano, e tra Milano e Brescia e sono anche loro lavoratori che vanno rispettati.

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Che cosa intendi con queste parole: chi è che non li rispetta?
Salvini è troppo concentrato sulle polemiche spicciole, è invece troppo poco concentrato sul suo mestiere. Il modo migliore per risalire la china sarebbe quello di fare bene il ministro dei Trasporti. L’Italia, lo ripeto, è l’unico Paese dove vengono contrapposti i pendolari e i viaggiatori del Frecciarossa, entrambe categorie che devono essere rispettate, perché pagano le tasse, pagano il biglietto, hanno il diritto di viaggiare in sicurezza su treni puliti confortevoli e puntuali. Dico che sarebbe fondamentale completare l’alta velocità che si ferma ad esempio a Brescia, bisogna arrivare a Trieste, così come la linea che si ferma a Salerno, mentre bisogna arrivare a Reggio Calabria, e se possibile anche a Palermo e a Messina. Come? Bisogna investire di più, non di meno nell’alta velocità. Mi dicono che gli investimenti ci sono. Speriamo che abbiano tempi ragionevoli e che non ci siano troppo disagi durante i lavori.

Poi però, quando arrivano in stazione, i passeggeri si trovano a dover affrontare un altro problema: i taxi. Non si trovano quasimai, ci sono spesso lunghe code in attesa. Perché?
L’Italia è l’unico paese al mondo dove non si trovano i taxi. Alla Stazione Termini di Roma non si trovano mai, all’ingresso principale ci sono code di passeggeri in attesa del taxi, mentre in tutto il mondo ci sono code di taxi in attesa dei passeggeri… All’ingresso laterale, su via Marsala, ci sono i taxi ma sono sempre fermi e non caricano i comuni mortali. No, caricano solo quelli che devono andare a Ciampino o a Fiumicino, preferibilmente stranieri…

Dunque la colpa è solo dei tassisti?
Beh questa è una situazione intollerabile che non riguarda solo Roma. Anche a Milano spesso mancano i taxi. A me è capitato di non trovare taxi nemmeno in stazione a Parma, a Verona e a Paola in Calabria, un po’ dappertutto. Diciamolo: in Italia non ci sono taxi, in particolare non ci sono taxi in stazione. E questo non va bene. Siamo un Paese che ha molti turisti e che potrebbe anche averne di più se offrisse dei servizi migliori.

I tassisti però rispondono a queste critiche dicendo che ci sono momenti in cui non c’è domanda e dunque aumentare il numero dei taxi costerebbe troppo…
La domanda di taxi non è fissa. Se i taxi si trovassero più facilmente più persone li prenderebbero. A Roma invece basta la partita della Roma, la partita della Lazio, oppure due gocce di pioggia e un altro pretesto, per esempio uno sciopero dei mezzi, un guasto della metro, qualsiasi pretesto insomma per mandare in tilt un servizio che purtroppo non funziona bene. E non c’è neanche Uber. In Italia a Roma il servizio Uber è agganciato al 3570, cioè la principale cooperativa di taxi. Ma è un ossimoro: Uber dovrebbe servire proprio a a trovare auto pubbliche che non sono taxi e diventa un modo per il tassista per scegliersi la corsa migliore. Anche questo è inaccettabile.



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