Napoli, altro che colpo di grazia al campionato: con l’Udinese è una fortuna non averla persa

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di
Vittorio Zambardino

Il secondo 1-1 consecutivo degli azzurri è un brutto pareggio, con un secondo tempo che somiglia molto a quello di Roma. Il Napoli è in pessima forma fisica

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Altro che killer instinct del campionato. Il Napoli è abitato da una deriva suicida. Resterà primo in classifica per uno striminzito punto anche se l’Inter dovesse vincere, ma qui non è un problema di scudetto. E’ una squadra in una pessima fase fisica (ecco, perchè?) e che forse ha avuto anche una difficoltà mentale. Il pareggio rapido dell’Udinese l’ha messa fuori combattimento. Di dare il colpo di grazia al campionato non si parla. Visto il secondo tempo, è un miracolo non averla persa. Finisce 1 a 1 con gol di McTominay al minuto 37, pareggio di Ellenkamp al 40.

Partita che finisce, per il Napoli, al pareggio dei friulani. Da quel momento la squadra va incontro ad una fusione che costringe Conte a sostituire nel secondo tempo tutto il nucleo forte della squadra: Politano, Lukaku, Kobotka, Anguissa, Neres. Ma a titolari squagliati, succedono ricambi che non hanno mai superato la crisi della squadra. Un brutto pareggio, con un secondo tempo che somiglia molto a quello di Roma. Forse più che blaterare di mercato, è venuto il momento di chiedere a Conte che cosa, secondo lui, sta succedendo.




















































Capitolo a parte il problema difesa. Con tre titolari infortunati, Conte ha dovuto inserire Mazzocchi in un ruolo chiave, la fascia sinistra. La prestazione del numero 50 è stata dolorosamente inadeguata. Il suo errore e quello precedente di Juan Jesus ha prodotto il gol avversario ed evidentemente ha preoccupato tutta la squadra. Nel secondo tempo Di Lorenzo si è dovuto mettere in marcatura a uomo, così la fascia destra è scomparsa. Sulla sinistra Neres sta mettendo in luce una intermittenza che preoccupa. Ha ragione chi lo definisce “un bengala”.

Troppe chiacchiere dopo la Roma e la chiusura del mercato. Conte nella conferenza di sabato si è presentato come l’uomo che traccia la via del futuro, chiedendo il centro sportivo e alludendo ai “molti anni” che spera di
vivere ancora qui. Molto bene, fa piacere, vogliamo crederci, anche se le parole sono bene deperibile. Il giorno prima Giovanni Manna era stato mandato in prima linea a gestire il malcontento della piazza per il mercato che delude: ci è riuscito molto bene dando l’impressione di dominare la materia. Ma qui forse stiamo tutti vivendo un’illusione. In retrospettiva parleremo della crisi di febbraio, speriamo non distruttiva. C’è tempo per riprendersi, ma sabato arriva la Lazio ed è durissima.

L’Udinese va oltre ogni previsione di pericolosità. I suoi giganti partono veloci e per quattro minuti tengono il Napoli nella sua metà campo. Già dopo due minuti Meret deve intervenire su Thauvin. Arriveranno altre cinque volte nella prima frazione e una sarà il gol di Ekkelenkamp. Ma è il segno di tutti i 45 minuti. Un Napoli che prevale nell’attacco ma risulta sempre più macchinoso o meglio raffinato. Il gol di MacTominay è una geometria perfetta da calcio d’angolo di Politano che lo scozzese mette in rete. Al contrario le ripartenze dell’Udinese sono sempre veloci, precise, pericolose. Il Napoli ha appena finito di esultare per il gol che prende il pareggio, con una goffa manovra di difesa che vede coinvolti Juan Jesus e Mazzocchi che libera a testa bassa, senza badare dove va il tiro. Che infatti finisce all’avversario. Meret, ripreso in primo piano, è rosso di rabbia e ne ha ogni motivo; ma forse anche lui ha dimenticato di chiamare palla, si rifarà con un paio di miracoli. Insomma un delitto perfetto a più mani, un lampo di Napoli dell’anno passato, senza testa e pieno di paura. Il primo tempo finisce con una ennesima occasione dei friulani. Del secondo si è detto. Il Napoli si è squagliato sulla sua difficoltà. L’Udinese, forse, si è perfino accontentata. Meglio così.

9 febbraio 2025 ( modifica il 9 febbraio 2025 | 23:10)

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