Attacchi hacker in Italia: PMI nel mirino

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Gli attacchi hacker in Italia continuano ad aumentare. E nel mirino ci sono le PMI, note per non avere ingenti budget da destinare alla cybersicurezza. Ma cosa possono fare, allora, piccole e medie imprese per proteggere i propri dati e la propria reputazione? Diverse sono le contromisure che possono essere prese, per tutelarsi e tutelare i propri clienti. Inoltre, esistono strumenti che aiutano a prevenire e proteggere i dati sensibili in modo proattivo, anche quando in azienda non sono presenti professionisti specializzati e senza dover investire somme ingenti da destinare alla cyber sicurezza.

Attacchi hacker in Italia e PMI nel mirino oggi

La crescente digitalizzazione e la vulnerabilità strutturale delle infrastrutture IT di molte PMI, che spesso non hanno risorse interne per gestire la sicurezza informatica, espongono le aziende a rischi sempre maggiori.

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Secondo l’ultimo rapporto Clusit, nel 2023 gli incidenti informatici sono aumentati del 65% rispetto all’anno precedente in Italia, a fronte di un incremento globale dell’11%. Questo evidenzia una tendenza preoccupante, con un numero crescente di attacchi mirati anche alle realtà più piccole. Il primo semestre del 2024 ha mostrato un ulteriore aumento del 23% rispetto al semestre precedente: la minaccia, dunque, è in continua espansione.

Le piccole imprese, in particolare, sembrano essere quelle più vulnerabili. Mentre le aziende di dimensioni maggiori possono contare su team dedicati alla cybersecurity, nelle PMI, e soprattutto nelle microimprese con meno di 10 dipendenti, la situazione è ben diversa. L’80% di queste realtà non ha personale interno dedicato alla sicurezza informatica e si affida quasi esclusivamente a fornitori esterni.

In molte microimprese, il supporto è fornito da una singola persona, che spesso deve coprire anche compiti legati alla cybersecurity, una condizione che rende ancora più difficile affrontare minacce sempre più sofisticate.

I rischi degli attacchi hacker per le PMI italiane

Come evidenziato anche dal rapporto Clusit, un attacco hacker può comportare numerosi rischi per una piccola o media impresa.

  • Compromissione della reputazione: la fiducia dei clienti può essere danneggiata irreparabilmente.
  • Interruzione delle operazioni aziendali: i sistemi aziendali compromessi possono rallentare o fermare le attività quotidiane.
  • Costi significativi: multe, sanzioni e costi per la gestione dell’incidente (recupero dati, consulenze ecc.).
  • Furto di dati sensibili: informazioni vitali, sia aziendali che dei clienti, possono essere rubate e usate per attività illecite.
  • Rischio legale: violazioni delle normative sulla privacy possono comportare azioni legali o danni economici.

Il rapporto Clusit evidenzia anche che una percentuale significativa di aziende afferma di non essere mai stata vittima di un attacco cyber. Questo dato solleva un dubbio importante: è possibile che molte PMI non siano consapevoli dei rischi o che non dispongano degli strumenti adeguati per rilevare le minacce.

La realtà è che la mancanza di consapevolezza potrebbe rendere queste aziende ancora più vulnerabili. Infatti, uno dei modi migliori per proteggere i dati sensibili dei clienti è conoscere a fondo le proprie vulnerabilità informatiche. Senza un’analisi approfondita e continua della propria sicurezza digitale, le PMI non solo espongono sé stesse al rischio di attacchi, ma anche i dati dei propri clienti, con tutte le gravi conseguenze che ne derivano.

Come le PMI possono proteggersi dai cyber attacchi

Ci sono diversi modi in cui anche le piccole e medie imprese possono tutelare i propri dati e quelli dei propri clienti. Le operazioni fondamentali includono:

  • l’adozione di strumenti tecnologici come antivirus, firewall e sistemi operativi protetti da malware, essenziali per difendere le PMI da minacce comuni come virus, ransomware e spyware;
  • la formazione del personale, dal momento che gli hacker sfruttano la “debolezza umana” attraverso tecniche come il phishing, utilizzato per raccogliere informazioni sensibili. Educare i dipendenti su come riconoscere e prevenire questi attacchi è essenziale, così come insegnar loro buone pratiche quotidiane come l’uso di password sicure, gestire correttamente le credenziali o non aprire link sospetti;
  • l’implementazione di politiche di sicurezza formali e strutturate, per garantire che tutti i dipendenti e i collaboratori siano allineati riguardo alle pratiche di sicurezza informatica, che comprendano linee guida chiare su come gestire i dati sensibili, le procedure per la gestione delle password, le modalità di accesso alle reti aziendali e le azioni da intraprendere in caso di sospetto attacco.

Infine, ma non meno importante, anche le PMI possono considerare la possibilità di affidarsi a software di sicurezza informatica che permettono anche a piccole e medie imprese di proteggersi senza dover investire ingenti risorse.

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È ciò che permette di fare TeamSystem Cybersecurity, il software di sicurezza informatica pensato su misura delle PMI italiane. Parliamo, infatti, di uno strumento semplice e intuitivo, adatto anche in contesti dove non sono presenti figure professionali specializzate nella lotta alla criminalità informatica.

Grazie a TeamSystem Cybersecurity le PMI e le microimprese possono difendersi da attacchi, fughe di dati e vulnerabilità IT, potendo contare sulla facilità d’uso tipica dei prodotti TeamSystem.



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