Bper, Scope Ratings: “Ops su Sondrio potrebbe essere vantaggiosa per entrambe”

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L’offerta di acquisto di Bper Banca su Banca Popolare di Sondrio “potrebbe essere vantaggiosa per entrambe le banche, sebbene i rischi di alleanze non ottimali stiano aumentando nell’attuale contesto di mercato”. Lo scrive Teleborsa riportando un’analisi di Scope Ratings.

“L’offerta di UniCredit per Banco Bpm ha innescato una reazione a catena nel settore bancario italiano, spiega Alessandro Boratti cfa, senior analyst – Financial institutions Scope Group. Gli operatori di medie dimensioni si stanno ora affrettando a garantire accordi non solo per espandere le loro operazioni, ma anche per difendere le loro posizioni di mercato”.

Secondo Scope Ratings, una fusione tra Bper, la quarta banca italiana per prestiti alla clientela con una quota di mercato di circa il 5%, e Banca Popolare di Sondrio è stata a lungo vociferata e “l’offerta ha buone probabilità di successo per diverse ragioni“.

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In primo luogo, entrambe le banche hanno un azionista comune in Unipol, che detiene quasi il 25% di Bper e il 20% di Bpso. “Ciò faciliterà le discussioni”. In secondo luogo, “i loro modelli di business sono complementari, poiché entrambe gestiscono modelli di banca commerciale simili e condividono un passato comune come banche cooperative”. In terzo luogo, “Bpso è tre volte più piccola di Bper, il che rende più gestibile per Bper l’esecuzione dell’operazione”.

L’offerta di Bper di 1,45 azioni di nuova emissione per ogni azione Bpso esistente (un premio del 6% sul prezzo di chiusura di Bpso del 5 febbraio e un premio del 10,3% sulla sua media ponderata trimestrale) è in linea con i recenti annunci di operazioni bancarie italiane sia nella struttura che nel premio, si sottolinea nell’analisi. Per ottenere il controllo di Bpso, Bper ha bisogno solo dell’accettazione del 35% del capitale azionario di Bpso in aggiunta alla quota di Unipol.

In caso di successo, “questa transazione sarebbe positiva per i creditori Bpso, poiché il gruppo diventerebbe parte di un’organizzazione più resiliente, grazie anche a una maggiore diversificazione dei ricavi e a una più ampia presenza regionale in Italia”. Il nuovo gruppo deterrebbe attività totali per quasi 200 miliardi di euro, ricavi superiori a 7 miliardi di euro, un rapporto costi/ricavi inferiore al 50% e un utile netto superiore a 2 miliardi di euro. Bper dovrebbe mantenere adeguati buffer di capitale, con un rapporto pro-forma Cet1% del 15,3% e una solida posizione di liquidità: un rapporto pro-forma Liquidity Coverage del 169% e un rapporto Net Stable Funding del 134%.

Nel frattempo, la comprovata esperienza di acquisizioni di Bper, tra cui le acquisizioni di Unipol Banca (2019), 620 filiali e punti vendita Intesa (2020) e Banca Carige (2022), “dovrebbe aiutare a mitigare i rischi di integrazione”.

Bper e Bpso si legge ancora nell’analisi “condividono gli stessi partner nella gestione patrimoniale, nella bancassurance e nel leasing, il che dovrebbe anche aiutare il processo di integrazione. Infine, la sovrapposizione limitata delle due reti di filiali dovrebbe ridurre chiusure e licenziamenti, riducendo il rischio di confronto con i sindacati”.

Tuttavia, prosegue Scope Ratings, “se da un lato crediamo che il consolidamento nazionale sia generalmente favorevole ai profili di credito delle banche, in quanto consente di ottenere maggiori economie di scala, potere di mercato e performance finanziarie nel medio termine, dall’altro comporta anche dei rischi“. Pagare un prezzo eccessivo per un obiettivo o entrare in alleanze non ottimali diventa più probabile quando il posizionamento competitivo e le considerazioni sulla quota di mercato sono i principali fattori trainanti del consolidamento.

“L’accelerazione dell’attività di M&A in Italia è stata in parte innescata dalla paura di perdersi l’ondata di consolidamento in corso”. Per sua stessa ammissione, Bper ha dovuto accelerare sul fronte M&A per “proteggere il suo posizionamento in Italia”. Tuttavia, il 10 febbraio, le azioni Bper erano scambiate al 10% in meno, “riflettendo forse i dubbi degli investitori sul potenziale di creazione di valore dell’offerta”.

Infine, Scope Ratings ribadisce di aver già segnalato come l’offerta ostile di Mps su Mediobanca “presenti un elevato rischio di esecuzione, sottolineando le più ampie preoccupazioni circa la complessità dell’operazione, dati i diversi modelli di business e le sfide nel raggiungimento di sinergie sostenibili”.

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