La nevicata non ha fermato gli ambientalisti. In duecento hanno preso parte alla manifestazione organizzata sul monte Bondone, Trento, per dire «no» alla futura realizzazione di una funivia e alla costruzione di un bacino di accumulo per la neve artificiale. I futuri candidati sindaci di Trento, il primo cittadino uscente Franco Ianeselli , Claudio Geat (Generazione Trento), Simonetta Gabrielli (Democrazia Sovrana) e Giulia Bortolotti (Onda popolare, Movimento 5 Stelle e Unione popolare) hanno un’idea comune per il futuro del Bondone: puntare sul turismo capillare e destagionalizzato. Molti gli investimenti da fare per la rigenerazione e la valorizzazione. Ma qual è la strada da seguire? A riguardo, è netto Franco Ianeselli: «La strategia vincente è collegare la montagna alla città». Claudio Geat sostiene: «Rafforziamo l’offerta dei servizi». Simonetta Gabrielli: «Costruiamo infrastrutture tra Trento e la Valle dei Laghi» e Giulia Bortolotti: «Investiamo sui sentieri».
L’iniziativa
Domenica scorsa, gli attivisti, nonostante le strade piene di neve, si si sono dati appuntamento alle Viote, per una camminata di tre chilometri fino al Vason. L’iniziativa è stata promossa da ventiquattro associazioni, tra le quali l’associazione Extinction Rebellion, la Società alpinisti tridentini, i rappresentanti dell’Amministrazione separata dei beni frazionali di uso civico (Asuc) di Sopramonte, Vigolo Baselga e Baselga del Bondone. Una manifestazione che nasce dal malcontento nei confronti della costruzione del bacino idrico alle Viote e dal dubbio sulla sostenibilità della funivia da Trento, prevista per trasportare un milione di persone all’anno in quota. Alla manifestazione c’era anche la consigliera Lucia Coppola (Alleanza verdi e sinistra) che Ianeselli commenta così: «Condividiamo con Avs la visione di un Bondone non dipendente solo dagli sci— chiarisce— Ma ci sono sensibilità diverse, questo fa parte dell’essere una coalizione».
Bacino idrico artificiale
Uno dei punti controversi è il progetto per un bacino artificiale alle Viote, che dovrebbe risolvere il problema della scarsità di neve. Il sindaco uscente lo vede come una possibilità: «Abbiamo commissionato uno studio all’università per valutare l’impatto ambientale — dice Ianeselli— È un tentativo di procedere in maniera seria e consapevole». Geat dà parere negativo: «È un progetto impattante— parla Geat— Il bacino va fatto dove esiste già un ampliamento». La linea della candidata Gabrielli è dura: «Opposizione totale: ci saranno danni ambientali». Le fa eco Bortolotti: «Va contro la visione di montagna preservata: abbiamo forti dubbi».
La funivia Trento-Bondone
Un progetto largamente contestato è quello della funivia Trento-Bondone. Un’opera che si prospetta già in deficit e che comporterà una spesa pubblica di milioni di euro. Lo dice Geat: «È deleterio. Si prevede un investimento importante e un debito di alcuni milioni all’anno— commenta— Inutile l’intervento se prima non si progetta la rigenerazione del monte Bondone, a partire dalle strutture ricettive disponibili». Dello stesso parere Bortolotti: «Funziona se inserita in una riqualificazione generale». Anche Gabrielli è contraria: «La funivia è economicamente insostenibile e ambientalmente dannosa, sì alla riqualificazione della funivia di Sardagna— sottolinea— Optiamo per un sistema di trasporti sostenibili con bus navetta per collegare i vari punti della montagna». Ianeselli, invece, sostiene: «È la strategia vincente per facilitare i collegamenti con la città e la montagna— afferma— La funivia è un impianto disponibile tutto l’anno che incontra le esigenze dei residenti e dei turisti».
Turismo e investimenti
Sono tante le proposte in ballo per lo sviluppo del Bondone nei prossimi anni. La neve, ogni anno, scarseggia sempre di più. Vale la pena investire negli impianti? Questo il pensiero di Ianeselli : «Il tema ruota intorno all’interpretazione che si vuole dare agli impianti. L’idea non è solo quella di prendere e arrivare a Vason con gli sci, ma anche quella di raggiungerlo in estate. L’obiettivo è la destagionalizzazione turistica. Le opere, sostenibili, vanno in questa direzione». Geat propone: «Itinerari tematici periferici, passeggiate che favoriscono un turismo che interagisce con il territorio— spiega— Eventi che dalla città si spostano in montagna». E anche Bortolotti segue questa linea: «Spostiamo gli eventi fuori dalla città. La montagna non deve essere un luna park, gestiamo un turismo che rispetti la natura : destagionalizzato, lento e sostenibile». Gabrielli, invece, punta a investimenti decisivi: «Recupero delle caserme abbandonate per colonie estive, case vacanza per anziani e altre attività sociali e culturali. Valorizzazione dei punti panoramici con iniziative culturali tutto l’anno».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link