“Il cinismo senza fine della destra”

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Pane e olio ai bambini che mangiano in mensa se i genitori non si sono messi in regola con il pagamento della retta. Ha destato molto clamore questo metodo frutto di un regolamento comunale di Montevarchi e rivendicato, anche pubblicamente dalla sindaca Chiassai. Il caso è riesploso in questi giorni e ha provocato reazioni a livello nazionale e regionale. La prima cittadina è andata in diretta anche nelle principali tv a spiegare le sue motivazioni. 

Adesso però ha annunciato che il provvedimento è sospeso. La dichiarazione l’ha fatta all’interno della trasmissione Mattino 5 mentre era in diretta, ospitata dal conduttore, proprio per il caso pane e olio. Secondo quanto lei stessa ha raccontato alcune famiglie si sono messe in regola e adesso ne restano 11 che non hanno ancora pagato. Per i loro bambini non ci sarà dunque il pasto differenziato, cioè pane e olio, perché il Comune ha deciso di sospendere quella regola e di convocare le famiglie per capire quale sia il problema. 

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I commenti da esponenti Pd

“La sindaca di Montevarchi Silvia Chiassai Martini ha sospeso il provvedimento che prevedeva la sostituzione del pasto completo della mensa con pane e olio per i bambini le cui famiglie risultano morose nel pagamento della retta. Il suo è un passo indietro ragionevole, fatto solo dopo le denunce del Partito democratico su ogni livello, dal locale al nazionale, e dell’opposizione, spaventata forse dal clamore mediatico che questa vicenda così assurda ha generato. La sua è stata palesemente una mossa per salvare la faccia, se le fosse stato a cuore il bene dei bambini avrebbe pensato prima a come si possono essere sentiti trovando un piatto diverso e così povero in confronto ai compagni di mensa. Avrebbe dovuto convocare prima i genitori che risultavano in ritardo con i pagamenti. Non esistono bambini di serie A e bambini di serie B. La scuola per cui il Pd si batte è una scuola che non crea disparità in base al reddito e che invita alla cultura dell’uguaglianza senza lasciare indietro nessuno” dichiarano Diego Blasi, portavoce del Pd Toscana, e Simona Querci, responsabile Scuola e lotta alla povertà educativa del Pd Toscana.

Il coordinamento provinciale del Pd condanna il provvedimento di dare un pasto diverso e più povero ai bambini i cui genitori non hanno pagato la retta della mesna: “Il Partito Democratico provinciale di Arezzo esprime profonda indignazione per la decisione dell’amministrazione comunale di Montevarchi di continuare ad applicare la misura discriminatoria del “pasto sostitutivo”: due fette di pane con l’olio, per i bambini le cui famiglie risultano morose nel pagamento della mensa scolastica. Questo provvedimento sta suscitando reazioni negative in tutta Italia non solo perché amministrativamente è discutibile, ma soprattutto perché è inumano. Come si può negare un pasto completo a un bambino, esponendolo ad una pubblica umiliazione rendendolo vittima di una colpa che non gli appartiene? Le scuole devono essere luoghi di inclusione, non di esclusione. Se il Comune ha difficoltà nel recupero delle somme dovute, deve perseguire i genitori con gli strumenti che la legge mette a disposizione, non inventandosi provvedimenti che ricadono sulla testa dei bambini. Ringraziamo i nostri parlamentari Emiliano Fossi, segretario regionale Pd Toscana, Marco Furfaro della segreteria nazionale Pd, con i deputati Laura Boldrini e Marco Simiani che hanno presentato oggi un’interrogazione parlamentare sul “caso Montevarchi”. Risulta inaccettabile la sufficienza e l’indifferenza con cui la Sindaca di Montevarchi sta trattando questa situazione, un atteggiamento cinico nei confronti della pena e della vergogna inflitte a dei bambini.

“Noi crediamo che compromettere così il benessere dei bambini nella scuola pubblica, dove dovrebbero sentirsi accolti, protetti e sereni, sia una pratica incivile che dovrebbe essere proibita” dichiara la segretaria provinciale del PD Barbara Croci.

Il gruppo del Pd in Regione Toscana ha presentato una mozione con primi firmatari il capogruppo Vincenzo Ceccarelli e i consiglieri Lucia De Robertis e Cristiano Benucci che esprime profonda preoccupazione e ferma condanna per la decisione dell’amministrazione comunale di Montevarchi di somministrare un pasto ridotto, consistente in pane e olio, ai bambini le cui famiglie risultano morose nel pagamento del servizio mensa. “Questo provvedimento, già applicato in passato, dichiara il capogruppo Ceccarelli, rappresenta un grave atto discriminatorio che colpisce i minori, facendoli pagare per le eventuali colpe dei genitori. È inaccettabile che, nel 2025, si adottino misure che penalizzano i più piccoli, esponendoli a situazioni di disagio e stigmatizzazione all’interno dell’ambiente scolastico. Tale pratica, oltre a ledere la dignità dei bambini, rischia di compromettere il loro benessere psicologico e sociale, creando divisioni e marginalizzazione tra gli alunni. Ricordiamo, prosegue Ceccarelli, che la garanzia di un pasto scolastico completo e dignitoso dovrebbe essere un diritto assicurato a tutti i bambini, indipendentemente dalla situazione economica delle loro famiglie.” “Le istituzioni pubbliche, afferma la consigliera De Robertis, hanno il dovere di adottare criteri che tutelino questo diritto, promuovendo l’equità e l’inclusione, senza ricorrere a soluzioni che possano generare esclusione o disagio. Già nel 2017 la sindaca Chiassai utilizzò lo stesso metodo, sollevando la contrarietà della Regione da me sollecitata con una interrogazione.”

“Come gruppo PD in Regione Toscana, afferma il consigliere Benucci, ci uniamo alle critiche già espresse da più soggetti istituzionali e politici, e invitiamo l’Amministrazione Comunale di Montevarchi a rivedere con urgenza il proprio regolamento sulla refezione scolastica.  È fondamentale individuare soluzioni alternative che garantiscano a tutti gli alunni il diritto a un pasto completo, senza punire i bambini per problematiche legate alla morosità delle famiglie.” “Inoltre, concludono i tre consiglieri, sollecitiamo la Giunta Regionale a promuovere un confronto con tutte le amministrazioni comunali della Toscana, al fine di individuare modelli di gestione della refezione scolastica che assicurino l’universalità del servizio, evitando scelte che possano determinare forme di esclusione o marginalizzazione sociale. È dovere di tutte le istituzioni lavorare insieme per garantire che nessun bambino sia discriminato o penalizzato a causa delle difficoltà economiche della propria famiglia. Solo attraverso un impegno condiviso possiamo costruire una società più giusta e inclusiva, dove i diritti dei minori siano sempre al primo posto.”

Il commento della Lega

“L’assessore Nardini mistifica il pensiero del Ministro Valditara, a partire dall’interpretazione distorta di una scelta amministrativa efficace e di buonsenso della Sindaca Chiassai. Un’operazione ardita che si confà più a un addetto alla propaganda che a una figura istituzionale. Il concetto di ‘umiliazione’ espresso dal Ministro non aveva nulla a che vedere con i bambini della mensa, ma si riferiva al valore educativo della responsabilità: chi sbaglia deve imparare a rispettare le regole e ad assumersi le proprie responsabilità. Proprio come quei genitori che non pagano la retta per la mensa dei propri figli”. Così gli On.li Andrea Barabotti e Tiziana Nisini della Lega, intervengono contro le dichiarazioni dell’assessore regionale Alessandra Nardini. “La verità è che il Comune di Montevarchi applica un regolamento in vigore da otto anni, che non prevede alcuna discriminazione nei confronti dei bambini, ma piuttosto garantisce un giusto equilibrio tra il rispetto delle regole e il sostegno a chi è davvero in difficoltà, permettendone l’esenzione. Come ha chiarito la Sindaca Chiassai Martini, il regolamento evita che chi paga sia penalizzato rispetto a chi, pur potendo farlo, non paga. Alle famiglie è stato concesso un mese per regolarizzare la propria posizione e, solo dopo ripetuti solleciti, si è proceduto a introdurre un pasto alternativo, stabilito da una dietista. Grazie a questo sistema, il debito insoluto è stato ridotto da 85.000 a 6.000 euro, dimostrando che molti morosi avevano piena capacità di pagare”, aggiungono Barabotti e Nisini. “La sinistra, che in molti comuni dove governa applica regolamenti simili, se vuole proporre alternative lo faccia con serietà, anziché limitarsi a polemiche sterili. Se invece la Regione intende finanziare le mense scolastiche per tutte le famiglie toscane, lo faccia, assumendosene il merito”, concludono i deputati della Lega.



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