La rossa Toscana approva la prima legge sul fine vita: FdI: “E’ incostituzionale”. I vescovi: “Una sconfitta”


La rossa  Toscana è la prima Regione ad avere una legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito. Il Consiglio regionale ha approvato la norma sul fine vita che attua, dopo la raccolta di 10.000 firme promossa dall’associazione Luca Coscioni e le profonde rivisitazioni del dispositivo stabilite dalla maggioranza, la sentenza della Corte Costituzionale del 2019. La legge, nello stabilire tempi di risposta certi a tutela di chi vuole avvalersi del fine vita, fissa in 20 giorni (entro cui il Comitato per l’etica nella clinica ha sette giorni per esprime il proprio parere) il tempo utile massimo per stabilire se ci siano o meno i requisiti per l’accesso al suicidio assistito. Hanno votato a favore Pd, M5s, Italia Viva e gruppo Misto-Merito e Lealtà; contrari Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega; la consigliera De Robertis (Pd) non ha partecipato al voto.

I vescovi: “Una sconfitta per tutti”

“Sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti”. Lo denuncia il cardinal Paolo Augusto Lojudice, presidente della Conferenza Episcopale Toscana. “Prendiamo atto della scelta fatta dal Consiglio Regionale della Toscana – osserva il presule -: ma questo non limiterà la nostra azione a favore della vita, sempre e comunque. Ai cappellani negli ospedali, alle religiose; ai religiosi e ai volontari che operano negli hospice e in tutti quei luoghi dove ogni giorno ci si confronta con la malattia, il dolore e la morte dico di non arrendersi. E di continuare ad essere portatori di speranza, di vita. Nonostante tutto”.

Fine vita, la Toscana approva la legge

Come Fratelli d’Italia abbiamo votato contro alla legge sul fine vita della Regione Toscana. E nel corso del dibattito abbiamo ampiamente dimostrato che questa materia non è di competenza legislativa delle Regioni. La legge fa venir meno il principio di uguaglianza tra i cittadini e non è chiaro a chi potrà applicarsi. Per ribadire il nostro dissenso riguardo l’incompetenza della Regione sul tema, non abbiamo partecipato al voto sugli emendamenti. Perché avrebbe legittimato un percorso istituzionale che non condividiamo”. Le parole del gruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano (il capogruppo Vittorio Fantozzi e i consiglieri regionali Sandra Bianchini, Alessandro Capecchi, Diego Petrucci, Elisa Tozzi e Gabriele Veneri).

La nota di Fratelli d’Italia

“C’è poi da dire che si è voluto trasformare una vicenda procedurale, attuativa della sentenza della Corte costituzionale 242 del 2019, in una questione politica; ignorando perfino una circolare del Ministero della salute che sin dal 2022 aveva chiesto alle Regioni di provvedere tramite il Ssn. È assurdo che proprio con la legge toscana ciò che concerne il ‘fine vita’ rientrerà nei servizi extra Lea; mentre la circolare del Ministero dice l’esatto opposto”. Prosegue la lunga nota di FdI: “Il punto è che ci sono cittadini che richiedono un intervento normativo in questo senso ma non sono le Regioni a doverlo fare. Di fatto questa norma è già incostituzionale ancor prima di entrare in vigore. E quella domanda fatta dai promotori della legge sarà comunque inevasa”.

“Ciò non toglie che il Parlamento debba – con i tempi che una simile materia impone per i tanti risvolti, sociali, umani, personali – trovare un punto di equilibrio tra il diritto alla vita e il diritto alla autodeterminazione in casi estremi – continua il gruppo regionale di FdI -. Senza spalancare le porte ad applicazioni che in alcuni paesi del Nord Europa stanno già provocando situazioni al limite: come il suicidio assistito addirittura accordato ai minorenni ‘stanchi di vivere’. Ci spiace che già adesso ci siano personalità che ritengono che chi oggi vota contro in Toscana, lo farà anche in Parlamento”.

Pro Vita: “Chiediamo al governo di impugnare la legge”

La legge sul suicidio medicalmente assistito approvata  dal Consiglio Regionale della Toscana  è “barbara e disumana – così Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus-. Perché spingerà alla ‘morte di Stato’ migliaia di malati: fragili, anziani, persone sole ed emarginate che si sentiranno un “peso” per i familiari e la società. Ed è anche palesemente incostituzionale: perché pretende si legiferare su una materia che potrebbe essere affrontata solo dal legislatore nazionale. Chiediamo al Governo di impugnare immediatamente la legge toscana con un ricorso in Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato; sulla base delle motivazioni già esposte dall’Avvocatura dello Stato quando si è espressa contro le iniziative regionali. Simili proposte di legge, infatti, sono state già respinte dai Consigli Regionali di Veneto, Lombardia e Piemonte”.

FI: “Si apre uno scontro istituzionale”

“La Toscana, approvando la legge sul suicidio medicalmente assistito, ha aperto un grave scontro istituzionale e costituzionale. Pd, Italia Viva e Movimento 5 Stelle hanno voluto fare una legge bandiera, ideologica, priva di appigli giuridici. Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella.”Siamo rimasti colpiti dalla irresponsabilità dei partiti del centrosinistra – prosegue Stella – e in particolare dai cattolici del Pd. Che hanno ceduto ai ricatti della segreteria nazionale del loro partito, e hanno votato a favore di questa norma. A differenza di sette loro colleghi dell’Emilia Romagna, che avevano annunciato il loro voto contrario a una legge identica, obbligando il Presidente di quella Regione a normare il suicidio assistito con una delibera di Giunta”.

Gasparri: “Grave forzatura”

Le polemiche proseguono: “La Toscana si fa apripista all’introduzione del suicidio assistito in Italia. Non è di certo un primato di cui vantarsi. L’unico diritto è quello di essere curati e dovere dello Stato è curare. Grazie ai consiglieri di Fratelli d’Italia che hanno mantenuto il loro voto contrario”, afferma la deputata di Fratelli d’Italia e responsabile nazionale del Dipartimento Famiglia e valori non negoziabili del partito, Maddalena Morgante. “Il Consiglio regionale della Toscana ha deciso di andare avanti con una grave forzatura. E rimango dell’idea che una materia così delicata debba essere trattata da chi ne ha le competenze, quindi il Parlamento. Accolgo, quindi, il grido di allarme dell’associazione Pro Vita, il dispiacere del vicepresidente della Cei e dei vescovi della Toscana. Le parole del  presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

 

 

 



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